05 ottobre 2007

L'IMPORTANZA DELL'ALLENATORE NEL SETTORE GIOVANILE

Allenare ed educare i giovani al gioco del calcio non è un compito semplice, occorre che il tecnico sia in grado di miscelare qualità tecniche, tattiche, educative, psicologiche e comunicative, tenendo sempre in considerazione le fasce d’età a cui si rivolge. Le sue competenze riguardano gli ambiti di insegnamento in età scolare ed una sufficiente conoscenza delle problematiche legate alle dinamiche dell’apprendimento motorio. Deve, inoltre, conoscere e tenere presente i processi che regolano la maturazione fisica e le fasi sensibili che sono alla base dello sviluppo biologico dell’apprendimento, in special modo delle capacità coordinative (capacità di controllo motorio, capacità di adattamento e trasformazione, capacità di apprendimento motorio), supporto essenziale nell’esecuzione dei gesti tecnici. Per l’allenatore dei giovani calciatori, possedere queste qualità caratteristiche, risulta determinante evidentemente per ottenere risultati gratificanti, ma soprattutto per ridurre eventuali errori e non compromettere la potenziale crescita del giovane.
L’allenatore giovanile deve essere consapevole che la sua opera ha una valenza formativa e deve essere in grado di modulare la sua proposta tenendo conto delle caratteristiche proprie di ogni età. Trattare i bambini ed i ragazzi da piccoli adulti (proporre un programma didattico adatto ai grandi e ridotto solo sul piano quantitativo) nuoce alla crescita non solo tecnica, ma anche psicologica degli allievi. Esistono ancora troppi tecnici malati di agonismo e inconsapevoli assertori delle specializzazioni precoci. La realtà didattica nell’insegnamento giovanile invece non può fare a meno della sua matrice educativa che la differenzia drasticamente rispetto alle metodologie usate con gli adulti.
Appare così evidente, quindi, che nella continua evoluzione del calcio e delle conoscenze pedagogiche relative ai programmi di insegnamento, anche la figura dell’allenatore si dovrà aggiornare coerentemente a tali e relativi processi evolutivi.
L’allenatore deve formare i giovani dal punto di vista educativo e sviluppare e allenare le abilità tecnico-tattiche e motorie che il gioco richiede. Un bravo allenatore del settore giovanile deve fare apprendere con semplicità e metodo gli obiettivi didattici sia individuali che di squadra. La sola abilità nel mostrare il gesto non basta, deve soprattutto conoscere il metodo migliore per trasmettere il proprio sapere e farlo apprendere stabilmente. Deve inoltre mostrarsi sensibile nel saper cambiare e riadattare la propria programmazione in risposta alle nuove abilità acquisite ed ai progressi evidentemente conseguiti. Nella sua formazione l’allenatore deve tener conto dei seguenti fattori:
· mantenere un’elevata motivazione nel perseguire i necessari miglioramenti, cioè nell’arricchire le proprie competenze metodologiche, didattiche e psicosociale (relazionali);
· essere consapevole dei propri limiti e cercare di rimuovere le relative difficoltà;
· esaltare al massimo le proprie qualità;
· sviluppare una personale filosofia di lavoro, cercando, quando possibile, soluzioni originali e creative;
· essere sensibile ed adattarsi al contesto presso il quale si opera.

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