30 settembre 2008

L'ALLENATORE DI CALCIO OGGI

In questi ultimi anni, la figura dell’allenatore ha assunto un ruolo molto complesso e ciò è dovuto soprattutto ai continui progressi registrati in ambito scientifico (metodologie d’allenamento), tattico ed organizzativo, all’invasione sfrenata di calciatori stranieri, l’introduzione della libertà di svincolo (legge Bosmann) ed i continui cambiamenti gestionali all’interno dei club. L’allenatore, in tutto questo contesto, deve rappresentare il punto di riferimento, quindi essere un tramite tra i giocatori e la società e, nello stresso tempo, rispettare le regole di programmi all’uopo discussi con la dirigenza. Deve in pratica guidare il gruppo, cercando di creare ed instaurare con le varie componenti un buon rapporto, sia in campo che fuori, mostrare consapevolezza e competenza nella propria funzione di guida, possedere una capacità professionale elevata, accompagnata da una forte personalità e, infine, possedere la necessaria esperienza. Proprio perché vi è una costante evoluzione calcistica, l’allenatore deve sempre aggiornarsi pur portandosi dietro importanti esperienze maturate in passato, positive o negative che siano. Quanto tempo è passato dal vecchio “Metodo di Pozzo” che portò l’Italia alla conquista di due titoli mondiali! Si è passati da un calcio “champagne” dei vari Sivori, Rivera, Suarez e Corso, che con i loro tocchi di classe infiammavano le platee, ad un calcio senza anima, frutto di duri e rigorosi allenamenti e di continui esasperanti moduli tattici che non lasciano più spazio alla creatività, all’estro e alla fantasia. Oggigiorno, l’allenatore deve inoltre operare con una equipe di persone competenti (preparatore atletico, allenatore in seconda,medico, psicologo, massofisioterapista etc.) e con loro lavorare all’unisono. La personalità dell’allenatore è la capacità di confrontarsi e migliorarsi per tener compatto il proprio gruppo. Caratteristiche importanti sono: la valutazione, l’osservazione, la creatività ed una certa dose di autocritica. Tenere un comportamento irreprensibile, badare a formare con attenzione un ambiente pulito, allontanare le possibili critiche dopo qualche risultato negativo, trovare soluzioni ideali per fare coesistere le varie diversità che derivano da fattori quali: educazione, affetto, ambiente, cultura, civiltà ed alimentazione. Una dote importantissima è quella di non tradire mai se stesso e la propria filosofia, essere cioè convinto dei propri mezzi, mostrando fermezza circa la scelta degli undici da mandare in campo, comportandosi in modo razionale e con psicologia per riuscire a cogliere, nel modo di comportarsi dei giocatori, sintomi dei loro problemi senza tuttavia dare mai l’impressione di voler entrare all’interno della privacy di ognuno. Senza queste necessarie premesse metodologiche, si correrebbe il rischio di fallire, sia nei risultati, sia nell’immagine della propria credibilità, creando all’interno del gruppo insanabili fratture assai difficili da ricomporre. Altro concetto importante è quello riguardante l’identità personale e l’autostima che ci dà la consapevolezza di essere in grado di capire le nostre reali potenzialità in base alle esperienze positive conseguite nel corso degli anni ed essere quindi in grado di combattere e vincere le difficoltà che ci si pongono davanti. Parimenti l’allenatore deve essere in grado di mostrare competenza ed autonomia di giudizio, accompagnata però da semplicità e chiarezza comunicativa, per realizzare un rapporto di empatia basato sull’ottimismo.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao Giuliano!!
come stai?
bello anche questo post!
ascolta, mi piacerebbe venirti a trovare agli allenamenti...
ti lascio la mia mail : pino.libutti@tiscali.it
intanto ti faccio un grande in bocca al lupo...
giuseppe

Giuliano ha detto...

Giuseppe quando vuoi puoi venire in viale Sarca tutti i lunedi-mercoledì-venerdi dalle 17.00 alle 19.00 Ciao a presto