PIX 7
Pix quella notte sognò la dolce Olga e con lei correva su prati rasati di fresco a piedi scalzi per chilometri e chilometri come liberati dalla gravità si lanciavano giù dai pendii che avevano scalato un istante prima senza far fatica. Era leggero e felice di quel momento. Per spiegarsi quella vera gioia doveva forse ricorrere alle parole che la madre gli aveva detto nel video-collegamento, ma non c'era tempo per questa analisi e passò ad un altro sogno. Sognò di essere Dadi e con lui giocava a CALCIO! Con la palla faceva di tutto: la palleggiava, la calciava passandola con precisione al suo compagno e con lui esploravano le tecniche più divertenti per far fare alla palla stessa traiettorie imprevedibili ed improbabili. Si svegliò all'improvviso con un movimento che assomigliava al calciare e uscì dalla “cella letto” che lo aveva ospitato tutta la notte e che lo rigenerava nelle sue sembianze di essere umano e gli procurava energia per tutta la giornata. Mentre si vestiva pensava all'incontro che da lì a qualche ora avrebbe avuto con il giovane uomo dal nome Dadi che aveva conosciuto il giorno prima. Mentre pensava a tutto questo guardò fuori dall'oblò principale della sua astronave e vide la boscaglia che si estendeva di fronte a se, era smossa da una leggera brezza e quel movimento di foglie ben si accordava con i suoi pensieri e la sua voglia di cullare i suoi sogni. Rimise in ordine tutte le cose che aveva utilizzato per il collegamento interplanetario avvenuto la sera prima e schiacciando il pulsante -apertura scaletta- si diresse verso di essa per scendere e andare all'appuntamento. Appena sceso notò sotto il suo piede un fiore azzurro lo colse e lo portò al naso e subito le sue narici si riempirono di un profumo fresco e gradevole , lo mise in tasca e si incamminò. Oramai era a suo agio nella condizione di terrestre, si muoveva nell'ambiente trovando risposte soddisfacenti con capacità di giudizi autonomi e indipendenti. Ogni spazio, ogni momento vissuto in quel luogo era una possibile situazione che favoriva il sorgere e lo sviluppo di domande e risposte diverse da quelle preconfezionate dal computer di bordo. Pix percorse tutta la stradina affascinato dallo spettacolo che la natura in quel punto presentava ai suoi occhi e risalì tutto il viale alberato fino al punto di ritrovo dell'appuntamento. Visto che il suo compagno non era ancora arrivato Pix si mise ad osservare la natura circostante. Tutto era immerso in una luce calda, gli alberi tendevano i loro rami costellati di foglie verso il cielo azzurro come gli occhi di... “Pix, Pix, Pix” riconobbe immediatamente quella voce: Olga. Con lui c'era anche Dadi che sotto il braccio portava l'oggetto magico: la palla. Pix lasciò i suoi pensieri e le sue considerazioni su tutto quello che stava osservando e ascoltando e corse verso Olga e Dadi ed emise inaspettatamente, soprattutto per sè, un grido di gioia: “evviva siete arrivati!” I due ragazzi sorpresi da tanto entusiasmo si misero a correre anche loro verso Pix e quando si trovarono si abbracciarono, ridendo e saltando. Sembravano dei vecchi amici che non si vedevano da tempo ed invece si erano conosciuti li proprio il giorno prima. Il primo a parlare fu Dadi: “Pix vuoi venire a giocare una partita di calcio giù al campetto con i miei amici di scuola?” Pix fu preso di sorpresa e rispose immediatamente. “certo Dadi vengo di sicuro” ed ecco che di nuovo il terzetto di amici si abbracciò. Nell'abbraccio Pix sentì distintamente il profumo di Olga, era un profumo fresco che gli ricordava il profumo del fiore che aveva colto dopo la discesa dalla sua astronave . Pix ansimava e boccheggiava dall'eccitazione che quel momento gli procurava esclamando ogni tanto , appena si staccava dagli amici: “che bello giocherò a calcio, che bello, che bello”. Anche questo entusiasmo meravigliò non poco sia Olga sia Dadi il quale non mollava la presa dalla sua palla. Quando si calmò la situazione Pix, che non sapeva cosa fosse e cosa volesse dire filtrare il proprio pensiero e quello che gli frullava nella testa era subito a disposizione della sua lingua, se ne uscì con una bella domanda: “ma scusate Olga e Dadi, come si gioca a calcio?”
1 commento:
ciao giuliano!!
non riesco a mettermi in comunicazione con te...
scrivimi tu: pino.libutti@tiscali.it
ciao
un abbraccio
giuseppe
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