11 luglio 2009

PIX 9

PIX 9
I tre amiconi arrivarono al campo con circa mezz'ora di ritardo. Questo campetto di calcio, mezzo sterrato e mezzo erboso, si trovava dietro una collinetta, proprio alle spalle di un edificio fatto tutto di mattoni, di fianco proprio ad un fiumiciattolo. Tutti erano già li, sia i compagni sia gli avversari li aspettavano in maglietta, calzoncini e scarpini da calcio. Cino si preoccupò subito di dare il materiale da gioco a Dadi e al nuovo amico: “dai Dadi siete in ritardo e questo è il tuo amico dal nome strano? Pix se non ricordo male, vero?” Dadi rispose mentre si stava già spogliando: “si questo è Pix e ha bisogno di un paio di scarpini penso numero quarantadue, puoi trovarne un paio Cino?” Cino era il factotum della squadra della scuola, non essendo proprio una cima nel giocare si era dedicato all'organizzazione e ad aiutare il Prof (allenatore della squadra) durante le partite ufficiali, una specie di vice allenatore. Cino era un tipo alto e magro , con le orecchie a sventola ed un paio di occhiali che sembravano troppo grandi per lui. I capelli a spazzola erano addirittura dritti sulla nuca. Sapeva tutto sul calcio e soprattutto trovava una soluzione a qualsiasi problema, e trovò anche gli scarpini! Dopo pochi minuti fu tutto pronto. Le squadre si disposero sul campo una di fronte all'altra. Quelli della squadra di Dadi e di Pix con la maglia azzurra e gli avversari con la maglia gialla. Il pallone fu portato al centro del campo e la partita, sotto la direzione di, sorpresa delle sorprese, OLGA, poteva avere inizio. Olga fischiò e così iniziò la partita! A Pix era stato detto di posizionarsi sulla destra in difesa e lui diligentemente si mise in quel posto e per i primi dieci minuti non si mosse da li. Osservava il gioco in modo passivo ed evitava qualsiasi iniziativa e contatto con gli avversari. Stava imparando! Stava applicando il metodo che su Terrax si utilizzava da tempo per l'apprendimento di competenze motorie: la VISUALIZZAZIONE. Il metodo consisteva nell'osservare attentamente in modo analitico tutte le fasi del movimento e poi ripeterle mentalmente con il pensiero per un numero imprecisato di volte affinchè questa competenza fosse assimilata. I gesti erano molti e lui aveva bisogno di tempo, ma c'era un problema: la sua squadra però aveva bisogno di lui subito. La partita era molto accesa, sotto l'aspetto tecnico non era un gran che, anche se Dadi in mezzo al campo aveva già realizzato due o tre triangolazioni di pregevole fattura, gli avversari con il loro gioco duro mandavano a farsi benedire ogni tentativo di bel gioco. Loro lavoravano di gomiti e di spintoni e calciavano in porta da ogni parte del campo per poter segnare e ci riuscirono al quindicesimo del primo tempo, con una cannonata da fuori area, del loro numero dieci, certamente il loro miglior giocatore. Uno a zero palla al centro. Dadi capì che, se volevano vincere quella partita, dovevano buttarsi sullo stesso stile e passò la voce tra i suoi. Il gioco si faceva duro e a questo punto entrò in gioco Pix! Pix correva o meglio sfrecciava in tutte le direzioni e occupava le parti del campo con prestanza e ogni movimento era una scelta efficace. Sorprendenti erano i suoi virtuosismi con il pallone e poi su una rovesciata volanti altissima fece GOL! A questo punto la partita prese un'altra piega, un'altra fisionomia. Triangolazioni perfette, passaggi in profondità, cross bellissimi, colpi di testa imperiosi e tiri in porta imparabili permisero alla squadra di Dadi e di Pix di prendere il sopravvento sui gialli in ogni parte del terreno di gioco! Finì con un netto cinque a uno per gli azzurri. Tutti felici e festanti i compagni di Dadi si radunarono in circolo in mezzo al campo tutti scalmanati e sudati guardavano intensamente Pix, allora Dadi si mise di fianco a Pix e gli rivolse la parola dicendogli: “così mi hai preso in giro! Tu eri quello che non sapeva giocare? Sei stato bravissimo!” e lo abbracciò e al loro abbraccio non poteva mancare Olga che arrivò come un'onda anomala e travolse i due facendoli rotolare per terra per alcuni metri! Gli altri visto tanto ardore ed entusiasmo si buttarono sul trio festante e ne venne fuori una mischia fatta di urla e sorrisi. Olga nella confusione si trovò con il suo viso ad un palmo dal viso di Pix, chiuse gli occhi e lo baciò sulla bocca! Pix provò una piacevole sensazione a quel contatto e si lasciò andare cercò di stringere il volto di Olga ma una forza esterna lo trascinò via da quella bella e dolce realtà. Era un compagno di squadra che gli urlava in faccia: “tu sei un fenomeno, anzi tu sei un extraterrestre!” Pix forse aveva esagerato!

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