12 febbraio 2007

UN NUOVO CALCIO

UN NUOVO CALCIO
Siamo tutti concordi nel ribadire che il gioco del calcio a livello giovanile ha come scopo, se giustamente dosato, quello di aiutare la crescita armoniosa del corpo e favorire il contatto con l’ambiente naturale; educare al rispetto delle regole e alla lealtà verso gli avversari; dare la misura dei propri limiti aiutando a migliorare attraverso l’esercizio e la volontà; consentire la realizzazione e aumentare la gioia di vivere ed infine svolgere una parte non indifferente nell’educazione alla socializzazione, poiché rappresenta una realtà nella quale i giovani oltre ad incontrare altri giovani incontrano anche gli adulti con i quali dovrebbero discutere e dialogare a proprio agio.
Tutti d’accordo ? SI? Bene !
Allora qualcuno mi deve spiegare cosa sta succedendo! Cosa non sta funzionando? In che cosa abbiamo sbagliato? Perché questo ambiente sta esplodendo? Genitori che urlano come pazzi! Allenatori che si mettono le mani addosso! Bambini che piangono in un campo da calcio! Basta signori!! Basta!!
Azzeriamo tutto!
Ricominciamo da capo!
Bene, per farlo dobbiamo prima riconoscere gli errori più evidenti che tutti quanti noi abbiamo fatto fin ora:
1. Errore : è stato quello di insinuare nei nostri giovani una mentalità fortemente agonistica, quasi che l’attività calcistica fosse solo finalizzata al risultato e non al gioco per il piacere di giocare o di imparare a giocare a calcio;
2. Errore : l’organizzazione di tutta l’attività giovanile è stata realizzata ad immagine e a somiglianza al calcio degli adulti. Questo ha fatto si che tutte le componenti dell’ambiente (genitori, tecnici, giocatori, dirigenti) pensassero ad una stretta relazione tra il calcio buisness-spettacolo e il calcio giovanile;
3. Errore : la mancanza di un progetto di formazione a livello nazionale che non fosse legato solo all’aspetto tecnico ma prendesse in considerazione la personalità in toto dei nostri giovani;
4. Noi allenatori di settore giovanile siamo stati poco rappresentati nella stanza dei bottoni, cioè abbiamo avuto sempre poco peso nelle decisioni importanti riguardanti il movimento calcistico.

Per ricominciare ed impostare un NUOVO CALCIO dobbiamo ritrovarci, dobbiamo vederci, dobbiamo parlare tra di noi ed esprimere le nostre opinioni su come ricondurre il gioco del calcio al gioco bellissimo che ognuno di noi praticava negli oratori o nei campetti di periferia. Dobbiamo ridarci il gioco del calcio che serve a formare e che serve a farci star bene insieme, che ci insegni a cooperare e non a litigare dove la dicitura FAIR PLAY non sia solo la denominazione di un torneo ma sia un vissuto condiviso da tutti i protagonisti .
Dobbiamo infine restituirci un gioco che trasmetta conoscenze, aspirazioni, norme, convinzioni, valori e comportamenti creando un clima che induca i praticanti ad usare tutto questo secondo le proprie attitudini. Chi scrive crede che lo sport mantenga tutto il suo intrinseco valore quando è una scuola per la vita, quando è orientato e paragonato alla vita, quando è in funzione di essa.
Partendo dall’analisi degli errori commessi, tutti insieme possiamo lavorare per evitare che questi si ripetano e si possa così giocare con un nuovo mezzo educativo.
Personalmente sono disposto a lavorare per un NUOVO CALCIO e voi?