26 febbraio 2010

IL BAMBINO NON E' UN ADULTO IN MINIATURA

Il bambino non è un adulto in miniatura
Per noi adulti il gioco ha un significato ben conosciuto, è distrazione, svago,
ricreazione, ma per i piccoli risulta essere qualcosa di più importante. Nei
primi anni di vita di un bambino, si gettano le basi per la formazione del
carattere dell’adulto che sarà domani ed il tutto deve essere fatto secondo
criteri pedagogici idonei e ben calcolati.
Alcuni decenni fa, quando si parlava di educazione rivolta ai bambini, si
consideravano modelli che oggi sono superati e forse in contrasto con le
teorie attuali. Il bambino serio, silenzioso ed obbediente se un tempo era
sinonimo di perfezione, oggi è considerato un caso da prendere in seria
considerazione, perché molto vicino al “patologico”.
La psicomotricità ed il metodo Montessori hanno diversi punti in comune.
Nati nello stesso periodo, fine ‘800 ma forse mai incontrati tra loro, hanno
sviluppato concetti molto dissonanti con la cultura dell’epoca. La
psicomotricità nasce in Francia per fini terapeutici e per pura coincidenza la
dott.sa Montessori approfondisce le sue conoscenze per la letteratura
scientifica francese su casi di bimbi selvaggi allevati da animali con i relativi
esperimenti.
Entrambi i metodi cominciavano a considerare l’importanza di un adeguato
percorso pedagogico rivolto a casi patologici basato su principi fondamentali,
non sovrapponibili in età adulta, ma di grande impatto per la crescita e lo
sviluppo dell’individuo che da bimbo si prepara a diventare uomo. Le stese
teorie sono state riproposte dagli stessi autori per l’applicazione in casi non
patologici con sorprendenti risultati.
Oggi la psicomotricità viene considerata non solo per esigenze terapeutiche,
ma per educare nel modo più appropriato i fanciulli del nostro mondo. In
questo caso è più corretto parlare di gioco nel senso più stretto del termine
che ritrova in questo contesto la giusta collocazione.
La psicomotricità rispetto al metodo Montessori, è più attuale per il semplice
fatto che quest’ultimo ha alcuni aspetti contraddittori. Giusto per citarne
alcuni, la Montessori educava i bambini a diventare dei piccoli ometti,
precisi, ordinati, corretti con una forte propensione al dovere. Il gioco del
silenzio sebbene è un mezzo per far apprezzare un momento di riflessione,
pausa, relax, in un contesto ludico se proposto diverse volte, andrebbe a
rompere e snaturare l’innato senso di allegria, tipico di ogni bambino. Il
bambino vivace e che disturba, viene allontanato.