21 luglio 2009

S T R A O R D I N A R I O!!!

PIX 10

PIX 10
Era un bel momento quello per Pix! La capacità umana di condividere tempo, emozioni e sogni esercitava su di lui, oltre che un'attrazione, un benessere particolare. Si era reso conto che per quei ragazzi gli amici rappresentavano il sostegno emotivo, il gruppo era vissuto in modo significativo e offriva la possibilità di esercitare i legami sentimentali. Stava bene con quel gruppo e stava bene soprattutto con Olga. Finita la partita Olga, Pix e Dadi si incamminarono verso il posto dove si erano trovati nel primo pomeriggio, per il commiato serale. Parlavano e ricordavano le azioni salienti della partita. La strada che saliva per la collinetta, che sovrastava la cittadina di Leina, era una terrazza naturale sulla stessa. Osservando la cittadina dall'alto, questo minuscolo universo autosufficiente, Pix sentiva dentro di sé qualcosa che gli era difficile da decifrare. Ad un certo punto Pix capì: la causa di tutta questa esagitazione era Olga. Pix guardava Olga con occhi diversi o meglio i suoi occhi sembrava cogliessero particolari che sino ad allora gli erano sfuggiti. Olga aveva labbra bellissime che nessun programma grafico avrebbe potuto inventare; il colore poi ricordava il pianeta Marte e le sue sfumature di rosso. Gli occhi erano cosi ricchi di luminosità propria che sembravano pietre di Sirio. La sua pelle era di un candore che nemmeno il suo riproduttore cellulare avrebbe saputo imitare. Quei piccoli sassolini bianchi che si intravedevano dietro le labbra, che gli umani chiamavano denti, sembravano ricoperti di quella polvere che rende così bianca la via lattea. Aveva deciso: Olga era un capolavoro della natura umana e lui l'avrebbe convinta a seguirlo su Terrax!
Mentre la osservava, pensava che insieme avrebbero costituito una nuova civiltà sul pianeta Terrax che avrebbe bandito l'angoscia e l'infelicità. Avrebbero insieme costruito una società senza classi, senza pregiudizi e dove i componenti di questa fossero soggetti attivi del proprio vivere. Una civiltà senza conflitti e libera da ogni oppressione. “Pix, Pix ehi ma ti sei incantato?” era la voce di Olga che lo aveva riportato alla realtà. Pix sentì il suo sguardo su di sé e vedendola sorridere improvvisamente divenne vulnerabile e un poco spaventato da queste nuove sensazioni. In testa gli frullavano mille domande e altrettanti dubbi , ma in quel momento riuscì a proferire solo una parola: “si?” Proprio in quell'istante una leggera brezza scompigliò i capelli di Olga che le avvolsero quasi completamente il viso, la vide nella sua bellezza naturale mentre fece un respiro profondo ed iniziò a parlare: “Pix a Leina il calcio giovanile va per la maggiore, è quasi una fede. Quando si gioca contro le altre squadre quasi tutti i ragazzi della città corrono al campo per fare il tifo, insomma è una cosa bella.” intervenne Dadi spazientito: “Olga come la fai lunga!” Olga lo fissò in malo modo e riprese a parlare: “stai zitto! Pix volevamo chiederti: vuoi far parte della squadra della scuola che rappresenterà la nostra città nel prossimo campionato regionale?” Pix, un po' perchè sorpreso, un po' perchè ad una richiesta di Olga lui avrebbe risposto in modo affermativo rispose: “SI”. Ricominciarono gli abbracci e le urla di gioia e lui partecipò con altrettanto entusiasmo e trasporto. Si lasciarono lì proprio nel punto dove si erano ritrovati la prima volta. Pix si sentiva fiero di sé e non vedeva l'ora di comunicare tutto ai suoi genitori. Aveva tante domande per loro soprattutto per sua madre. Era stato un pomeriggio entusiasmante e uscendo dal bosco, incamminandosi per i prati vide un tramonto spettacolare. Il cielo era arancione, pieno di nubi rosse e viola mosse dal vento. La terra sembrava come schiacciata da quel cielo così vivo e immenso, stava calando la sera e lui sorrideva a sé e alla nuova vita.