11 giugno 2009

CORRADO

CORRADO
Alto per la sua età con le gambe lunghissime che lo rendevano tutto dinocolato nei movimenti. Il volto scarno e affilato con degli occhioni che occupavano i tre quarti del viso. Magrissimo tanto da pensare di mettergli dei sassi in tasca nelle giornate di ventoe già a quel tempo portava i pantaloni a vita bassa nel senso che grazie alla sua magrezza gli scendevano sempre a livello di metà bacino. Fisicamente questo era Corrado, il centrale difensivo della squadra pulcini dell'A.C. Milanese nell'annata sportiva 1987/88. Questo difensore spilungone dai piedi buoni non poteva certo definirsi un baluardo insuperabile, ma si intravedevano in lui delle attitudini particolari per il gioco del calcio, soprattutto nella scelta di tempo nel colpo di testa. Il bambino aveva un carattere tranquillo per certi versi troppo accomodante, era buono come il pane tanto per capirci! Parlava pochissimo e le poche parole che diceva erano Si o No. La semplicità fatta persona. Un giorno eravamo a Brugherio e giocavamo contro la squadra locale e la partita era tiratissima, erano gli ultimi minuti e il risultato era sullo zero a zero. Stavamo per calciare un calcio d'angolo. È a questo punto che Corrado mi chiese di andare in area avversaria per cercare una conclusione vincente. Io risposi affermativamente e mi misi in aspettativa dell'esito. La palla calciata forte e con parabola tesa era indirizzata verso il primo palo e il difensore posto nei pressi la stava mentalmente già rinviando, quando nello spazio irruppe con passo felpato e senza che nessuno se ne accorgesse, Corrado che con un tocco di testa insaccò la palla in rete: GOL! Tutti ad esultare, tutti a rincorrersi dalla gioia meno lui: Corrado! Lui era ancora li in ginocchio di fianco ad un avversario che disperato batteva i pugni sul terreno e non si capacitava e soprattutto non accettava l'esito dell'azione. Corrado cercava di parlargli, cercava di confortarlo, cercava quasi di scusarsi per quello che aveva fatto. Lo chiamavo e lui non rispondeva, ad un certo punto l'arbitro , accortosi della scena, si avvicinò ai due e accarezzando sulla testa Corrado e parlando all'altro li accompagnò verso il centro campo e li giunto, li fece abbracciare e con un fischio sentenziò la rete e l'apoteosi del Fair-Play!
Fu un'emozione che ancora dopo anni, ricordarla, mi mette i brividi. Corrado aveva segnato ed era dispiaciuto di aver reso infelice un avversario, incredibile! Al termine della partita, vinta per la cronaca: uno a zero, chiesi a Corrado: “dimmi Corrado se tu potessi ripetere l'azione del gol, segneresti ancora?” vidi Corrado abbassare la testa diventare pensieroso e all'improvviso rispondere: “SI” Grazie Corrado per la tua spontaneità e per la tua onestà!
Corrado
oggi fa l'avvocato ed è un libero professionista che svolge attività giudiziale e stragiudiziale. Per diventare avvocato si è laureato in Giurisprudenza ha studiato molto e ha fatto felice il suo papà, impiegato del catasto. Lui però non è un avvocato normale lui è un : Avvocato di Strada! e difende le esigenze di tutela legale delle persone senza fissa dimora in Italia! La sua è stata una scelta controcorrente!
È proprio lui il mio CORRADO!!

08 giugno 2009

IL MOURINHO PENSIERO

MOURINHO
1) Impegno e concentrazione - I giocatori devono concentrarsi e impegnarsi al massimo in partita e in allenamento. L'allenatore, proprio per tenere viva l'attenzione dei calciatori, ha nel suo "book" oltre 200 esercizi di base diversi, tattici e tecnici. 2) Catalizzare le critiche - Mourinho fa scaricare su se stesso tutte le attenzioni del pubblico e dei media. Non è solo egocentrismo - anche se si fa pagare benissimo per questo - ma l'esigenza di tenere le bufere più lontano possibile dalla squadra. Certo, poi ci sono le eccezioni e le frustate psicologiche: come il messaggio spedito a Balotelli. 3) Rapporto diretto con i media - E' lui che deve spiegare tutto ciò che avviene dentro la squadra; è lui il solo autorizzato ad aprire più o meno il sipario che nasconde lo spogliatoio. Mou non ama, anzi detesta, il confronto con gli altri allenatori e con la critica ha un rapporto crudo e diretto: anzi, attaccare i critici è la sua specialità. Vedi le frequenti alzate di tono prima e dopo i match. Ma solo lui può permettersi atteggiamenti del genere. Non i giocatori. 4) Disciplina ferrea - La disciplina nel gruppo è ferrea, non sono ammessi personalismi eccessivi. L'allenamento è fondamentale e va rispettato. Ne sa qualcosa Adriano, colpevole di aver fatto la notte in bianco, come suo solito, in un locale notturno. Messo immediatamente fuori squadra e rientrato, a sorpresa, per il match con la Juve. 5) Ritardi vietati - Ovviamente non sono ammessi ritardi. L'allenamento comincia con i giocatori che ci sono, fossero anche 14-15. I ritardatari vengono rimandati a casa e quindi multati. 6) Parlare chiaro ai giocatori - Mourinho ha un rapporto diretto con ogni giocatore, parla chiaro e spiega esattamente cosa vuole dal punto di vista tecnico, tattico e di comportamento. Gli ordini, anche quelli semplicemente tecnici, devono essere rispettati, pena l'esclusione. Vedi il famoso caso Cruz, messo fuori per insubordinazione tattica. O il caso Quaresma, che prima ha goduto di ampio credito da parte del tecnico, poi, dopo congruo avvertimento, è stato escluso. 7) Preparazione scientifica della partita - Il tecnico fa fare schede molto meticolose degli avversari, vengono fatte richieste tattiche precise a ogni giocatore e vengono preparati persino dei video che tutti devono esaminare e studiare. Anche questo è lavoro. 8) In panchina anche tecnologia - Ultimamente Mourinho si è visto in panchina accanto al suo vice Baresi con un notes blu dove prende appunti. In Inghilterra usava spesso schemi plastificati e pennarelli. In qualche occasione persino dei tablet-computer dove poteva rivedere le azioni, consultare statistiche ecc. 9) Il metodo di gioco - Lo schema preferito da Mourinho è il 4-3-3, ma per quanto si creda il contrario, la tattica e in particolare il modulo non è il chiodo fisso di Mourinho. A parte il fatto che adesso lo ha anche modificato nell'ormai diffusissimo 4-3-1-2 (vedi anche Palermo, Roma, Fiorentina, Lazio ecc.), per Mou sono fondamentali atteggiamento, aggressività, ripartenza, il saper rovesciare l'azione in pochi secondi, riconquistare immediatamente palla e scaraventarsi all'attacco. 10) Tutto in archivio - Tutte queste nozioni, tutti gli appunti di oltre 18 anni di attività (Mourinho a gennaio compirà 46 anni), compresa la sua laurea in professore di educazione fisica sono contenute in un immenso archivio, computerizzato ma per buona parte ancora cartaceo. Quando deve risolvere un problema, studiare un avversario o una situazione tattica, scartabellare tra gli appunti delle centinaia e centinaia di partite da lui affrontate, il professore di Setubal si chiude nel suo studio a risolvere l'arcano.