27 marzo 2007

STORIE DA BAR SPORT 9

Storie da Pierino’s Bar

Gina la “Principessa”
“Buon giorno signora. La servo subito”. Sono nel bel mezzo della lettura della “gazza”, concentrato precisamente sulle pagelle del derby milanese, di calcio ovviamente; quando sento questa voce famigliare che in modo ossequioso si rivolge ad una cliente del bar, che ancora non vedo. È incredibile ma è il Pierino che sta parlando in un Italiano corretto con una signora. Ma il Pierino fa di più: scende dallo sgabellone e va verso la macchina del caffè per eseguire l’ordinazione. Tutto questo per chi? Ora la vedo è una signora sulla sessantina alta, magra, bionda e di bel aspetto. Ma chi sarà mai? “Gina mi scusi ma il tè verde non l’abbiamo, se lo desidera le posso servire un tè normale”. Gina, si chiama Gina e beve tè verde! Ma che “tipa” sarà mai una che beve tè verde? Ma!? Eccola si avvicina e sento la sua voce e…il suo profumo che è un misto di fragranze di miele ai fiori di ginestre e talco al gelsomino. “Non importa Piero berrò un tè normale con un po’ di latte e con uno spicchio d’aglio dentro, così i microbi se ne stanno lontani”. Non sono sicuro di aver sentito bene. Prima cosa, la storia dello spicchio d’aglio mi sembra alquanto eccentrica, ma la cosa che mi ha lasciato sbalordito è che questa signora Gina abbia chiamato il Pierino:PIERO. Il Pierino si fa chiamare Piero! Il bar è bloccato anche la radio sembra shoccata e automaticamente cambia stazione, sintonizzandosi su Radio Lubiana dove stanno trasmettendo una musichetta sdolcinata insopportabile! Ci guardiamo in faccia Io il Giovanni e il Pasquale e con una smorfia di dolore e di stupore ci chiediamo cosa stia succedendo!? È vero quello che stiamo vedendo e sentendo o è frutto di una allucinazione collettiva dovuta al caffè al ginseng che quel pomeriggio la Mariuccia ha voluto per forza farci assaggiare?
“Si accomodi al tavolino Gina la servo subito!” Si è un’allucinazione!!! La fantomatica Gina è lì seduta davanti a me e devo dire che la signora è dotata di classe sia nel portamento sia nel sostenere la situazione che si fa di momento in momento sempre più pesante. Ecco il Pierino, oh scusate, il Piero che esce dal bancone con il vassoio carico di ogni bendiddio: biscottini-caramelle-cioccolatini e tre bignè alla crema grossi quanto un guantone di Mike Tyson. Ah dimenticavo, in un angolino del vassoio ha riposto una tazza vuota e la teiera con l’acqua bollente e in un piattino cinque bustine di cinque qualità diverse di tè. Tutto orgoglioso del servizio il Piero posa sul tavolino della “principessa” il vassoio e… “ma Piero lei sta scherzando tutta questa roba da mangiare per chi è, per un reggimento di Ussari?” Dicendo queste parole la “principessa” si è alzata e sta di fronte al Pierino che nell’imbarazzo più totale non sa cosa fare e cosa dire e se ne esce con un:”oh mi scusi Gina, si forse ho esagerato però pensavo che…” la Gina non lo fa nemmeno finire di parlare e stizzita riprende la parola: “ ma no, ma no Piero volevo solo bere un tè e lei mi presenta il pranzo completo, ma che razza di osteria di quart’ordine è mai questa? Me ne vado, me ne vado e si ricordi di venire a lezione domani alle 18.00 precise e senza fare ritardi altrimenti l’aspetta la posizione del delfino! Arrivederci!” Infila la porta del bar e se ne va. I nostri occhi, che prima erano puntati su di Lei passano sul Piero il quale ha stampato un sorriso ebete sul suo grosso faccione. Accorgendosi che stiamo guardando tutti Lui il Piero prende in mano la situazione e…ridiventa il Pierino dicendo:”bè se ghe da gurdà?aria aria! Chi sem minga in una osteria de quart… de quart… si insomma sem minga quart in classifica! Dai pedalare e via! Silenzio e basta!” Non parla nessuno tutti riprendono a fare quello che stavano facendo prima che la “principessa Gina” entrasse al Pierino’s Bar. Il Pierino si avvicina al mio tavolino e mi sussurra all’orecchio: “Professor a go bisogn de parlag, andem fora un atim?”. Accompagno il Pierino fuori dal bar e mi chiedo di cosa mi voglia parlare, anche se penso che l’argomento sarà la “Principessa”. “Professor la Gina le la mia maestra de (pausa) de (pausa)…de Yoga”. “Pierino la tua maestra di Yoga? Ho capito bene?”. “Si la capi ben professor la mia maestra de yoga”. “Tu fai Yoga, Pierino Tu fai yoga? Ma scusa Pierino perché fai Yoga?”. Non riesco a crederci, non riesco a vedere il Pierino nell’intento di realizzare le varie posizioni yoga ne tanto meno il Pierino concentrato sul saluto al Sole, no non è possibile.
“Professor mi sun stresà e ghe la fo pù de sutà a laurà! A go bisogn de rilassam un attim e el dutur el ma cunsiglià la scola de Yoga della sciura Gina”. Il Pierino stressato e dal lavoro poi è qualcosa di inverosimile, che faccia Yoga poi no non ci posso credere. Cerco di trattenermi dal dire al Pierino che in realtà chi lavora tutto il giorno è la Mariuccia e che Lui sta seduto a guardare e a parlare con i clienti e quindi non avrebbe nessun titolo a parlare di stress e me ne esco con una frase del genere: “pensandoci bene lo Yoga è proprio quello che ti ci vuole Pierino, fai movimento e allo stesso tempo ti rilassi”. La sua risposta è sconcertante: “Si, si mi me rilasi un bel nient, ansi cun quela lì e cun quei pusisiun mi me stresi pusè! Mi sun nanca bun de tucam i pè con la punta dei did de la man e Le la insist con la –posizione della ranocchia- la posizione del ragno. No no mi ghe la fo pù!” “ma scusa Pierino qual è il problema vai da Lei e glielo dici che da domani non ci vai più!” “Eh si sembra facil, mi quand la vedi la Gina capisi più nient e fo tutt quel che la me dis.” Il Pierino sembra disperato, urge una soluzione, bisogna aiutarlo. “Senti Pierino Tu domani ti presenti alla lezione e dici che hai una fitta all’addome e che non ce la fai più a svolgere i vari esercizi. Così piano piano ti distacchi da Lei e dallo Yoga”. Il Pierino annuisce e rientra nel Bar tutto soddisfatto.
Il giorno dopo arrivo al Pierino’s Bar come al solito verso le 14.00 e sono ansioso di saper dal Pierino come è andata dalla Gina. Appena entro me lo trovo li davanti come al solito seduto sullo sgabellone e mi accorgo che ha un foulard grigio al collo e avvicinandomi mi rendo conto che emette una puzza che è insopportabile. “Buon giorno Pierino, come và?” mi porto la mano al naso in modo da impedire a quel tanfo di raggiungere le mie narici. “Un disaster Professor, un disaster”. “Ma cosa è successo?” Non resisto sto per scappare all’aria aperta e fuggire da quel tanfo, quando il Pierino: “Stamattina suntandà dalla Gina go di del dulur all’ all’ si insoma alla pancia e Le la madà la cura”. “Cioè?” chiedo. “Professor la ma fa bev un decott da fa sta mal un purcell e po la ma dà de purtà al coll che la sciarpa chi che la spusa de Aze e Ai (aceto e aglio). Che la dona li la ma fa murì, la ma fa murì”. Una sciarpa imbevuta di un infuso di aceto e aglio un vecchio rimedio della nonna per tenere lontano le malattie e senza dubbio anche le persone. Mi giro verso l’interno del Bar e vedo la COMBRICOLA che sta ridendo! Tutti portano, per sfottere il Pierino, una sciarpa al collo e una mano al naso. Vado verso di Loro e non vedo l’ora di sentirli e di unirmi a loro. Vai Pierino come faremmo senza di Te?!