19 novembre 2009

ALESSANDRO

I centravanti di razza li vedi subito, basta un’occhiata, hanno qualcosa di particolare: sono svegli, attenti, furbi e sempre pronti a sfruttare la situazione a loro favore. Sin da piccoli ti sorprendono: sono creativi nel cercare soluzioni di gioco e mai ripetitivi. La prima volta che vidi Alessandro eravamo su di un campetto di provincia, precisamente nella provincia di Lodi in una partita tra undicenni. Partita di campionato: categoria esordienti. La categoria categoria è la più spettacolare del settore giovanile calcistico. Vedere quegli assatanati che con il loro schema a “nuvola” corrono tutti dietro alla palla è un vero spettacolo avvincente ed entusiasmante. Ti fa rivivere quei pomeriggi estivi quando alla domenica andavi all’oratorio a giocare con i compagni di catechismo e l’unico giocattolo era la palla che portava il solito Antonio, il carogneta di turno, che faceva giocare solo chi voleva lui e si faceva la squadra su misura ed imbattibile. Quante gioe e quante scarpate in quei campi polverosi ho vissuto e ho soprattutto dato.
Ma ecco che, improvvisamente, dalla difesa era partito un lancio lungo e il pallone volando sopra le teste di tutti e superando tutto il centro campo era destinato per l’unica punta di ruolo: Alessandro! Il difensore era veloce quanto lui, insieme pestavano l’erba come se fossero stati impegnati in una gara di velocità. Mentre correvano, il difensore cercava di mettere il gomito davanti al busto di Alessandro che a sua volta cercava di fare la stessa cosa. Ad un certo punto, raggiunto il limite dell’area di rigore, Alessandro tagliò la strada al difensore e invase idealmente la corsia dell’avversario, il mal capitato arcigno difensore impattò con il proprio ginocchio il tallone destro del furbesco attaccante che cadde disteso all’interno dell’area. Un fischio acuto e lungo decretò il rigore! Fu così che vidi Alessandro segnare la prima rete: la realizzò per mezzo di un calcio di rigore.
Alessandro con quel viso da angioletto e con un casco di capelli, tutti arruffati, come copricapo, dopo il gol, correva e saltava come un grillo. La sua maglietta e i suoi pantaloncini si gonfiavano come se dovesse prendere il volo proprio come un acquilone. La sua divisa di gioco, una volta di color bianco almeno credo, era tutta imbrattata di macchie marroni che dal mio punto di osservazione sembravano impronte di mani che avevano cercato di fermare Alessandro dalle sue intenzioni carognesche di attaccante assetato di gol. Dopo alcuni minuti tutto si calma e con la palla al centro riprendono le ostilità. La partita ora sembra un grande ingorgo e sembra che la maggior parte di quei giovani giocatori vogliano fermarsi proprio li nel mezzo del campo. Solo lui si muove ai margini proponendosi in ampiezza e in profondità. L’aria densa e calda di quel sabato pomeriggio di una primavera inoltrata fa in modo che il campo sia ricoperto da un leggero strato di porvere, giusto quei quattro-cinque centimetri che avvolge tutti in una tromba d’aria polverosa dalla quale ad un certo punto sbuca ancora lui: Alessandro. Zigzagando da destra a sinistra e da sinistra a destra in un attimo dribbla tre avversari e si porta a ridosso del portiere che scarta con una finta a doppio passo e con un morbido tocco di interno destro insacca in rete la seconda marcatura personale! Due a zero! Dopo il gol Alessandro corre fuori dal campo come se volesse andareverso degli spalti per esultare con i propri tifosi che in realtà esistono solo nella sua immaginazione. Corre e grida , grida e corre mentre due suoi compagni lo rincorrono per abbracciarlo e festeggiare assieme. Il ragazzo è un vero attaccante di razza!
Mentre osservo la scena dell’esultanza, vicino a me ci sono due signori che discutono e si dicono a vicenda che il ragazzo ha talento e che meriterebbe di fare strada, continuando nella discussione iniziano a paragonarlo ad una serie di giocatori che vanno dal Boninsegna al Riva prima maniera, dal Bettega al Pulici e la frase che ripetono alla fine di ogni discorso è : “ma te se ricordet ai noster temp…? propri bei temp quand ghera chei giugadur chi” che tradotto vorrebbe dire: “ma ti ricordi ai nostri tempi…? Proprio bei tempi quando c’erano questi giocatori”. Be io non so se quei tempi erano meglio di questoi so solo che finchè ci saranno sui campi di periferia giovani giocatori come Alessandro il calcio avrà un futuro.
Alessandro Matri
Alessandro Matri (Sant'Angelo Lodigiano, 19 agosto 1984) è un calciatore italiano, attaccante del Cagliari.
Di proprietà fino al 2006-2007 del Milan, si mette in mostra in serie C e B con le maglie di Lumezzane e Rimini. Nel 2007-08 metà del suo cartellino viene acquistato dal Cagliari. Ha esordito con la maglia rossoblù, andando subito a segno, fissando il momentaneo 0-1, in Napoli-Cagliari, nella prima giornata del campionato 2007-2008. Il primo gol in trasferta lo segna contro il Parma, segue poi il gol in casa contro il Catania, allo stadio Azzurri D'Italia contro l'Atalanta, quella nella prima giornata di ritorno sempre contro il Napoli e infine l'ultima il 24/02/2008 contro la Lazio che ha portato un'importante vittoria per il Cagliari. Ha segnato anche in Coppa Italia contro la Sampdoria. Nel periodo di Davide Ballardini e nonostante i suoi preziosi goal, Matri è spesso relegato in panchina a causa del buon periodo di forma dell'attaccante Robert Acquafresca. Tuttavia, nel giorno dopo il divorzio tra la società sarda e il tecnico ravennate, Matri viene riscattato dal Cagliari per 2.300.000 €. ILconsolidamento del ruolo di titolare di altri compagni lo vede spesso partire dalla panchina nella prima parte del torneo, mentre il girone di ritorno lo vede protagonista con sei gol, rispettivamente con Lazio, Juventus, Lecce, Catania, Sampdoria e Roma. L'anno successivo, con la partenza di Robert Acquafresca, si prospetta una stagione più in primo piano per Matri, che però trova qualche difficoltà a partire titolare nelle prime partite e, dopo 12 giornate, arriva a quota quattro gol.