14 aprile 2009

VINCENZO

VINCENZO
Un'altra Pasqua fuori casa! Un'altra Pasqua sottratta alla famiglia e dedicata al lavoro. Ma si chiamiamolo lavoro questo mio divertimento, cioè fare l'allenatore di giovani calciatori non è proprio un lavoro, ma non è neppure un divertimento! Ma allora che cos'è? Iniziamo il racconto, è meglio!
Sono a Verbania, una ridente località sul lago maggiore nel mese d'Aprile, nell'anno del Signore 1991! Mi trovo in codesta cittadina per partecipare con la mia squadra di pulcini (dell'A.C. Milan) al torneo internazionale, per l'appunto, di Verbania. La leva “pulcini” è quella dei nati nel 1980, annata buona per il Barolo e per i giocatori di calcio. La squadra che ho “tra le mani” è fortissima! Tra di loro spicca un giovane giocatore che proviene da Salerno: VINCENZO. Un “bimbo” dalle doti tecniche sopraffine e con un carattere eccezionale. Un osservatore della società lo ha portato su, cioè sin qui, per l'occasione, e con lui c'è il padre che di lavoro, ufficialmente fa il pescatore ma ufficiosamente fa il “biscazziere” in una bisca clandestina vicino al porto (me lo ha detto lui in un colloquio a quattrocchi al bar dell'albergo), il bimbo è anche accompagnato dalla fama di essere un fenomeno calcistico, vedremo! Le prime partite le vinciamo facilmente e il ragazzino si fa notare per la forte personalità, già conosce tutti e chiama il sottoscritto con l'appellativo:”Mistèr”. Le qualificazioni le giochiamo su dei campi un po' spelacchiati nel senso che sono in terra battuta e qui Vincenzo dimostra di trovarsi nel suo abitat naturale. I campi dove gioca lui a Salerno, me lo ha detto sempre il padre, sono tutti in terra e sassi! Lì nessuno osa andare a terra e fare takle scivolati, viste le abrasioni che il terreno provoca nel momento in cui qualcuno striscia qualsiasi parte del corpo per terra. Vincenzo oltre ad essere un bravo giocatore di calcio dimostra più maturità dei suoi coetanei, egli sa destreggiarsi tra i sentimenti conflittuali che emergono di solito tra i compagni di squadra, sa star bene con gli altri e mantenere buoni rapporti con tutti. Quest'arte lui l'ha appresa sulla strada dove vive per la maggior parte del suo tempo, questa competenza esperenziale gli ha permesso di conoscere atteggiamenti giusti e utili per comprendere la natura dei vari rapporti. Ma torniamo al torneo.
Le partite di qualificazione le vinciamo tutte e approdiamo alle semifinali! In semifinale troviamo un avversario di tutto rispetto: la Juventus! Prima della partita dico ai ragazzi che non sarà facile avere la meglio ma che ce la possiamo fare perchè siamo forti e dico a loro che dobbiamo rispettare tutti ma non avere paura di nessuno! Il capitano lo farà lui: VINCENZO. Mentre il massaggiatore sta per mettergli la fascia sul braccio sinistro, lui mi guarda dritto in volto e mi fa una domanda: “mistèr (accentuando l'accento sulla e) posso battere le punizioni in questa partita?” rispondo che le può battere e gli do un suggerimento tecnico: “ok battile tu, ma mira il secondo palo!Hai capito Vincenzo mira il secondo palo” e lui tutto sorridente mi risponde: “oh mistèr, ho capito, ho capito! Ma io sul piede non ho mica il mirino!” mi guarda e si mette a ridere e con lui ride tutta la squadra! Vinciamo 3 a 1 e lui fa due gol... su punizione! Siamo in finale! Ce la giocheremo con il Torino che ha eliminato l'Inter ai rigori. La partita verrà giocata allo stadio di Verbania, dove il campo è in erba! Arriviamo allo stadio in autobus, all'entrata ci aspettano tutti i genitori che sostengono la squadra con applausi e urla di incitamento, insomma tutto è pronto per una grande finale. Portiamo le borse nello spogliatoio e ci avviamo verso il campo per vedere, sentire ed annusare il terreno di gioco. C'è silenzio, è un silenzio rispettoso per il luogo dove andremo a giocarci la FINALE! Tutti zitti meno lui il Vincenzo:
“Mister questa erba è così morbida che sembra la moquette di zia Pina” così commenta Vincenzo appena mettiamo piede sul campo. Il silenzio si trasforma prima in brusio e poi in una sonora risata che contagia anche me!Tutti ridiamo e ci guardiamo convinti che oggi faremo una grande partita!
Vinciamo la finale 2 a 0 e Vincenzo non segna ma fa due assist! È un trionfo della squadra e di Vincenzo che vince il premio (una targa , spero l'abbia conservata!) come miglior giocatore del torneo! Il suo nome, il suo destino: Vincenzo deriva dal nome personale latino Vincentius, participio presente del verbo latino vincere, significa letteralmente “vincente”, “vittorioso”.



Vincenzo Maresca:
Ha iniziato a giocare nelle giovanili del Milan, quindi nel Cagliari, senza contare alcuna presenza in campionato, e nel West Bromwich Albion, con 47 presenze e 5 gol totali nella Division One inglese, l'equivalente dell'italiana serie B.
Nel gennaio 2000, a 19 anni, si è trasferito alla Juventus, con cui ha collezionato soltanto una presenza in campionato. È poi passato in prestito al Bologna, con cui ha disputato 23 partite. Nella stagione 2001/2002 è tornato alla Juventus con la quale ha giocato 16 partite e segnato un gol nel derby contro il Torino. Nel 2002/2003 è andato in comproprietà al Piacenza (31 presenze, 9 reti) e nel 2004/2005 alla Fiorentina. In viola ha disputato 25 partite realizzando 5 gol.
Dall'estate 2005 è in forza al Siviglia, con cui ha vinto due Coppe UEFA (nell'edizione 2005-2006 segnò una doppietta nella finale vinta per 4-0 contro il Middlesbrough, mentre nella finale dell'edizione 2006-2007, vinta nuovamente dal Siviglia, partì come titolare), una Supercoppa Europea, una Coppa di Spagna ed una Supercoppa di Spagna.