20 marzo 2008

STORIE DA BAR SPORT 18: ZII PEPPINIELLO

ZII PEPPINIELLO
È una domenica mattina di Marzo. Voglio Iniziare meglio!! È una splendida domenica mattina di Marzo, il sole è già alto, l’aria è bella fresca, sono le 6.40 ed io sto entrando al Pierino’s Bar per fare colazione. Il bar è naturalmente già aperto da una decina di minuti e all’interno di esso vi sono già tre persone: il Pierino, la Mariuccia e Zii Peppiniello. Il Pierino mi accoglie con un: “uelà professor sel fa in gir a che l’ura chi?” Anche se restio alla favella, a questa ora ho ancora gli occhi chiusi e la bocca “incollata”, rispondo in modo telegrafico:”questa mattina andiamo a giocare a Mantova e la partenza da Milano è alle otto”. “Ho capì allura il solit per il professor” e la Mariuccia si mette in moto – cappuccino e crostata o meglio come direbbe il Pasquale “nu pezzo di incrostata”- Mi giro verso l’orologio del bar per verificare l’ora e al tavolino più lontano, seduto e tutto intento a sfogliare un giornale, che data la distanza e l’ora non riesco ad identificare, c’è Zii Peppiniello.
Questo signore merita una presentazione importante:
Zii Peppiniello ha 91 anni e a differenza di altri personaggi illustri del Pierino’s Bar, Lui è un cuore solitario, cioè è sempre in disparte e non parla con nessuno. Tutto quello che so su di Lui mi è stato riportato dal Pierino che nutre per questo tenero “vecchietto” una profonda stima e un affetto particolare. Il Pierino lo ha soprannominato “el vecc” perché è serio, posato e saggio. Io non l’ho mai sentito parlare, a me da l’idea di una persona burbera, altera e molto distaccata da tutto ciò che gli accade attorno. Fisicamente è piccolo, per me non supera l’uno e sessanta, con una corporatura robusta e con un collo tozzo. Il viso particolarissimo: naso camuso, zigomi sporgenti, fronte alta e nonostante l’età la capigliatura è folta e naturalmente completamente grigia. Gli occhi non li ho mai visti perché porta sempre, sempre e ancora sempre degli occhiali da sole ben ancorati su delle orecchie un po’ em em un po’ tanto a…, due belle orecchie insomma! Quello che so sulla sua vita è questo: Zii Peppiniello si trasferisce da Foggia a Milano in tenera età, a circa 18 anni, diciamo per motivi di ordine pubblico, si diciamo così và. Dopo varie peripezie e dopo una guerra alla quale, malgrado la sua riluttanza partecipa, e dopo essere stato ancora attore per vari motivi di “disordine pubblico” Zii Peppiniello approda al mio paese e qui vi risiede sino ai giorni nostri senza recare nessun disturbo ad alcuna persona o a cose. Ha fatto il guardiano per una vita, (chi meglio di lui poteva curare l’ordine pubblico e/o privato?) alla Grundig dove proteggeva con zelo impressionante (così dice il Pierino, non proprio con le stesse parole) i preziosissimi televisori, simbolo del boom economico degli anni sessanta. Dopo la pensione e dopo la morte prematura dell’amata Sigrid, della quale nessuno conosce alcunché, Zii Peppiniello ha continuato a vivere da solo nella sua casa curandosi di tutto personalmente: le pulizie, il cucinare, la spesa…
Sto cercando di rompermi un dente masticando la crostata quando sento una mano che afferra il mio avambraccio e contemporaneamente una voce che dice:”buon giorno” istintivamente ripeto:”buon giorno a lei” mi giro verso questo gentile ometto tutto curvo su di se e lui inizia a parlarmi:”noi non ci conosciamo,piacere io mi chiamo Giuseppe e per tutti sono Zii Peppiniello” così dicendo allunga verso di me la mano. Io gliela stringo e mi presento a mia volta:”piacere mi chiamo Giuliano” (ma che forza ha nelle mani questo uomo?). “Senta, io so dal Pierino che lei è un professore e quindi è una persona discreta, di cultura e di larghe vedute”. Lo guardo attonito e rispondo:”mi scusi non ho capito!”. “Si voglio dire Lei è una persona della quale ci si può fidare”. Mi sembra di essere in un film dove un imprecisato agente segreto di un imprecisato paese nemico cerca un contatto per vendere o per comprare delle informazioni. Sto al gioco e rispondo:”certo ci si può fidare, mi scusi ma per fare che?” Alla discussione partecipano come uditori la Mariuccia e il Pierino, sono li aldilà del bancone e seguono ogni mossa ed ogni parola mia e di Zii Peppiniello. Il film continua: “Come lei sa, io ho fatto la guerra! La seconda guerra mondiale!” Sembra che sulla parola guerra l’uomo si metta sull’attenti e diventi più alto. “Si lo so che Lei ha partecipato alla seconda guerra mondiale, ed io in cosa posso esserle utile?” cerco di abbreviare il tutto perché ho un appuntamento con l’autobus per Mantova. “senta professore io sono ricercato per diserzione, di-ser-zio-ne (mentre ripete diserzione si guarda in giro in modo circospetto e da dietro al bancone parte un coretto di OHHHH) ha capito bene?Io Non voglio che sulla mia lapide ci sia scritto:-qui giace Giuseppe Carusi il disertore!E Lei mi deve aiutare a fare domanda di rientro alla normalità…”. “Diserzione?Per la seconda guerra Mondiale? Ma sono passati più di cinquanta anni…questo reato sarà caduto in prescrizione…Lei non deve temere nulla ormai…stia tranquillo nessuno la ricerca più…stia tranquillo…” Il momento è difficile Zii Peppiniello guarda il Pierino, il Pierino guarda me, io guardo Zii Peppiniello e la Mariuccia ci guarda tutti…un “impasse” o meglio uno spasso. Riparte il film… Zii Peppiniello riprende la parola : “Pierino questo qui non è il nostro uomo…di queste cose non se ne intende…” L’agente segreto 2 alias: Pierino, scrolla la testa fa una faccia di compatimento e rivolgendosi a me dice: “professor me dispias dighel ma lu -di legge- el capiss un acca”. Guardo la Mariuccia, cerco in lei comprensione e approvazione…ma anche Lei ha stampato in fronte un senso di delusione…esco dal film o meglio esco dal Bar con la convinzione che se il Pierino’s bar non ci fosse bisognerebbe inventarlo…sorrido…è una bellissima mattinata di Marzo e…tutti a Mantova.

18 marzo 2008

L'ECCELLENZA

STORIELLA:
per i greci l'eccellenza era la virtù più importante. Ciascuno nella sua arte doveva prodigarsi per raggiungere la perfezione. Per tutti il periodo più bello è quello della ricerca della propria eccellenza, quando senti nascere qualcosa di cui tu stesso sei stupito.Oggi però la spinta all'eccellenza viene ostacolata da una pedagogia che punta sulla facilità, la mediocrità e l'improvvisazione.Col risultato che i ragazzi non hanno informazioni sistematiche, non sanno concentrarsi e non sanno argomentare. Mentre quelli che vorrebbero una scuola rigorosa vengono osteggiati...ma con la banalità e la mediocrità non si va avanti...