20 luglio 2006

Il ruolo dell'allenatore-educatore nel settore giovanile calcistico

Vediamo innanzitutto quali sono le competenze che deve possedere chi allena i giovani calciatori. Direi che necessariamente deve sapere e saperfar fare; deve da una parte conoscere la materia, cioè sapere che cos'è il gioco del calcio e al tempo stesso saper trasmettere, insegnare, far imparare, deve sapere come comunicare ai giovani. Purtroppo non sempre le persone che conoscono la materia si dimostrano capaci di sviluppare il saper far fare, invece la questione del come si trasmette ciò che si conosce è determinante. A questo proposito occorre fissare un punto fondamentale: il metodo di lavoro è sempre imposto dal soggetto educante, il che vuol dire che se lavoro con i bambini dovrò tenerne conto. La situazione che mi trovo ad affrontare potrebbe essere schematizzata nel modo seguente:
bambini che giocano a calcio
non sono piccoli professionisti dimensione ludica attività sportiva
dimensione agonistica
dimensione competitiva

Eccedere in uno di questi fattori snatura il processo

Abbiamo di fronte dei bambini che come tali vanno rispettati e dobbiamo tener conto delle varie dimensioni che interessano il gioco nll'età evolutiva senza eccedere in un'unica direzione. A questo punto è necessario fare una seconda osservazione di notevole importanza: la relazione allenatore educatore- giocatore rappresenta al tempo stesso una condizione e una risorsa. Che la relazione sia qualcosa d'importante nell'apprendimento, oltre a constatarlo nella nostra esperienza quotidiana, ci viene anche confermato dalle teorie psico pedagogiche. L'aspetto tecnico e quello relazionale non sono due realtà separabili perchè imparare non è una questione solamente cognitiva, ma è al tempo stesso cognitiva e affettiva: conoscere e apprendere necessitano dell'energia affettiva che diventa come una colla che permette di aderire a ciò che si sperimenta, che altrimenti diventerebbe qualcosa di labile, provvisorio. E' ovvio che se il bambino sta bene con sè e con gli altri apprende maggiormente e che se io non dispongo della risorsa capacità di relazione è difficile incidere in maniera significativa. Rispetto a questo discorso possiamo renderci conto di come procedono le cose attraverso alcuni indicatori, che sono:
  • sentirsi a proprio agio o a disagio
  • fiducia o paura di sbagliare
  • rispetto o non rispetto delle regole

L'osservazione ci permette di cogiere attraverso questi elementi ciò che il ragazzo vive dal punto di vista affettivo, e di conseguenza quanto il ragazzo sta imparando.

Possiamo trarre delle conclusioni: le competenze dell'allenatore-educatore dei giovani calciatori, alla luce di quanto esposto, non saranno più semplicemente SAPERE E SAPER FAR FARE, MA SOPRATTUTTO SAPER ESSERE IN RELAZIONE. IL PRESUPPOSTO DA CUI PARTIAMO E' CHE S'IMPARA NELLA RELAZIONE.

18 luglio 2006

come costruire una seduta di allenamento nel settore giovanile calcistico

Esaminiamo innanzi tutto le fasi che compongono una seduta di allenamento:
  1. Gioco libero o gioco iniziale
  2. Situazioni e giochi con tema tecnico
  3. Lavoro analitico con tema tecnico
  4. Partite a tema
  5. Gioco libero

Questo schema rappresenta semplicemente una traccia di lavoro che può e deve essere necessariamente modificabile ed adattabile a seconda degli allievi che abbiamo di fronte e delle proposte che intendiamo realizzare.

Nella stesura della seduta alcuni suggerimenti possono essere dati provocando un sensibile miglioramento didattico. Elenchiamoli:

  • definire un tema e comunicarlo agli allievi
  • osservare come i ragazzi lo elaborano ed intervenire con correttivi
  • inserire le giuste pause e richiedere ordine e attenzione in campo
  • proporre lavori divertenti e con il giusto grado di difficoltà
  • evitare le file lunghe, favorire proposte in cui tutti hanno un ruolo attivo

Affrontiamo ora una ad una le varie fasi della seduta di allenamento.

1. Il gioco libero

per gioco libero si intende il gioco che non prevede indicazioni. Gli allievi vengono divisi in squadre che si affrontano senza particolari tatticismi o costrizioni, rispettando ovviamente il regolamento ed impegnandosi attivamente. Il gioco libero ha il pregio di stimolare il piacere di allenarsi. Si potrebbe anche dire che partiamo dal gioco perchè siamo convinti che il gioco insegna a giocare. Il gioco libero deve essere veramente libero cioè privo di prescrizioni: in questa fase non bisogna intervenire perchè altrimenti si rischia di condizionere le scelte dei giocatori, mentre quello che vogliamo è proprio il contrario, e cioè favorire l'iniziativa personale.

2. Situazioni e giochi

la situazione è un mezzo per sviluppare il pensiero tattico individuale (tutto quello che devo o non devo fare in una determinata situazione di gioco) e il pensiero tattico collettivo. Si tratta quindi di momenti particolari di gara con la presenza di almeno un avversario. La situazione prevede sempre un'alternanza tra attacco e difesa e per questo serve a:

  • verificare la capacità di adattamento del giocatore
  • affinare la capacità di comunicazione all'interno del gruppo
  • osservare come il ragazzo utlizza le abilità tecniche
  • verificare il livello di efficacia delle iniziative individuali e collettive

3.Il lavoro analitico con tema tecnico

il lavoro tecnico ha lo scopo di migliorare il rapporto che l'allievo ha con l'attrezzo palla. Si tratta di perfezionare il rapporto corpo palla fornendo dei rinforzi per arrivare ad una padronanza della tecnica di base che ci consenta di affrontare le situazioni di gioco nel migliore dei modi. I tempi di lavoro in questa fase non devono superare i 20 minuti, facendo molta attenzione a variare continuamente le proposte e ad alternare lavori più facili ad altri in cui l'allievo incontra maggiori difficoltà.

4. Le partite a tema

per partite a tema si intendono quelle partite in cui l'allenatore condiziona il gioco con l'avvenuta realizzazione di un tema. E' un modo per svolgere in forma tattica collettiva quello che prima è stato affrontato nella situazione in cui veniva sollecitato lo sviluppo della tattica individuale. La partita a tema, utile per migliorare gli aspetti comunicativo relazionali del gioco di squadra, serve per una verifica degli apprendimenti prodotti dalle attività realizzate nelle fasi di lavoro precedenti.

16 luglio 2006

Il mio manuale per insegnare calcio

L'importanza dell'insegnamento della tecnica calcistica nel settore giovanile

Sotto il nome di tecnica calcistica vengono compresi tutti i movimenti, con e senza palla, che più frequentemente si manifestano durante la gara. Ovviamente è di fondamentale importanza che un giovane calciatore sia abile nel trattare il pallone, nell'arrestarlo, nel calciarlo, nel saperlo manovrare affinchè il giocatore stesso possa risolvere efficacemente le situazioni di gioco. Da un punto di vista didattico la tecnica viene suddivisa in:
  • tecnica di base
  • tecnica applicata

la tecnica di base riguarda esclusivamente il contatto giocatore palla, mentre la " tecnica applicata" può essere considerata la tecnica di base applicata ad una situazione di gioco. In altre parole la tecncica applicata non è altro che il comportamento o l'atteggiamento necessario perchè la singola prestazione del giocatore risulti utile ed economica.

La tecnica di base si può suddividere in sette gesti. ecco la classificazione:

  1. Calciare il pallone (passaggio-tiro)
  2. Ricevere il palone
  3. Guida della palla
  4. Contrasto
  5. Rimessa laterale
  6. Gioco di testa
  7. tecnica del portiere

L'insegnamento della tecnica di base deve essere sempre parte integrante dei programmi di allenamento dell'istruttore di settore giovanile. Negli ultimi tempi si sta discutendo su un approcio alla tecnica di base di tipo didattico metodologico. Mentre alcuni allenatori preferiscono insegnare la tecnica attraverso la metodologia denominata: PER MODELLI, altri preferiscono il metodo SITUAZIONALE. La differenza sostanziale sta nel fatto che il primo metodo tende all'insegnamento di una gestualità precisa e avulsa dalla situazione di gioco, la seconda mira ad insegnare una gestualità che sia più umo stile personale e quindi un'interpretazione individuale della tecnica inserita in una reale situazione di gioco.