30 ottobre 2008

MIO FIGLIO DIRA' DI NO?

MIO FIOGLIO DIRA’ DI NO?
Caro Presidente della Repubblica Italiana GIORGIO NAPOLITANO
Sono un padre di famiglia, ho cinquant’anni e vivo a Milano. Come tutti i buon padri di famiglia di questa bella ITALIA non vedo l’ora che tutte le sere venga il momento della cena per ritrovarmi di fronte tutta la mia splendida famiglia. Siamo in quattro: io, mia moglie e i miei due splendidi figli (un maschio e una femmina). La “bimba”, per me lo rimarrà sempre, ha 25 anni fa l’università e ha quasi finito si sta specializzando in informatica. La sua voglia di far bene le si legge nei suoi bellissimi occhi verdi, che per fortuna sua ha preso dalla mia splendida consorte. È tranquilla, studia, aiuta la mamma nelle faccende di casa e si vive una bella storia d’amore con un suo coetaneo. Quando penso a lei sto tranquillo, sono sereno, sono sicuro che il suo futuro farà la gioia del suo papà. Poi c’è lui il mio giovane figlio maschio. Ha 16 anni, fa la terza liceo con buoni risultati e non perché è mio figlio (questa è una frase di mia madre quando parlava di me) ha una intelligenza brillante. Ha un’energia traboccante che mette in tutto ciò che fa! Caro Presidente in lui vedo la mia voglia di cambiare il mondo, la voglia di essere protagonista della vita di questa società.
Ieri sera mentre si stava cenando se ne esce, così come fanno i giovani senza prepararti senza introdurre l’argomento, con questa frase: “domani vado in centro a manifestare contro la riforma della scuola, vado a urlare che non ci sto!” Io e mia moglie ci siamo guardati in faccia e ci siamo trasmessi a vicenda un senso di preoccupazione. Signor presidente nostro figlio ha solo sedici anni e non conosce ancora la cattiveria della faziosità, la vigliaccheria della provocazione, vive tutte le cose che fa molto spontaneamente credendoci fino in fondo e Noi abbiamo il timore che lui possa entrare in qualche dinamica che qualche “provocatore pronto a tutto” abbia vigliaccamente già premeditato. Siamo preoccupati signor Presidente. Questa paura ci ha portati a consigliargli di starsene a casa o di andare a scuola a seguire le lezioni di quei professori che non hanno scioperato. Può ben immaginare la reazione di nostro figlio. Ci ha tacciati di reazionari (a me reazionario!), che siamo vecchi senza più speranze, senza più futuro e che lui sarebbe andato alla manifestazione con o senza il nostro permesso. Cosa rispondere? Da una parte mi sentivo offeso per tutti quegli improperi, dall’altra ero orgoglioso di avere un figlio che vuol dire la sua e che soprattutto vuol dire NO quando c’è qualcosa che non gli sta bene.
Mentre Le scrivo Lui sta manifestando ed io ho il cuore in subbuglio e quasi in gola. Scrivo e mi rivedo circa trent’anni fa: ero giovane, spensierato, mia moglie dice bello (mah?)e soprattutto pieno di ideali, progetti e speranze e anch’io manifestavo. Ricordo che in una manifestazione mentre urlavo slogan contro tutto e tutti si avvicinò a me un giovane con due “sampietrini” in mano e mi disse:”dai lanciane uno anche tu, tiriamolo addosso a quei pulotti fascisti!” Mi ricordo come se fosse oggi , lo guardai intensamente e sdegnato gli risposi:”NO IO NON LO FACCIO”.
Caro PRESIDENTE la domanda che faccio a lei e che non mi ha fatto dormire questa notte è la seguente:” Mio Figlio riuscirà a dire di NO?”

Con Rispetto un padre in apprensione