06 luglio 2007

LA GIUSTA PEDAGOGIA

Plutarco sosteneva che le dottrine pedagogiche potevano suddividersi in due gruppi: quelle che considerano l'allievo un "vaso da riempire" e quelle che lo considerano invece "una fiaccola accesa". Nel primo caso l'azione pedagogica riguarda un "fare" qualcosa da parte dell'insegnante e un "ricevere" da parte dell'alunno. Nel secondo caso i ruoli non è che si ribaltino, ma cambia l'atteggiamento complessivo di chi insegna, il cui ruolo diventa principalmente quello di ... mantenere la fiaccola accesa!

05 luglio 2007

IL DIALETTO MILANESE: IL MENEGHINO

Innanzitutto perché meneghino? Il termine deriva dal diminutivo di Domenico, Domenichino che si trasforma prima in Menego e poi in Meneghino. Come lingua parlata dai domenici, dal latino dominici, che appartengono al Signore, per estensione dai servitori, cioè usata da chi era uso servire, dal popolo minuto, come contrapposizione al latino o lingua dotta, parlata dalla nobiltà e da quanti avessero un potere da esercitare. Un'altra ipotesi si rifà sempre al vocabolo Domenichino, ma come nome derivante dall'uso invalso presso i milanesi dell'epoca di assumere temporaneamente, per il solo giorno di Domenica, un servo che permettesse loro, così, di ostentare, nelle giornate delle visite e dei ricevimenti, una dovizia di personale, in effetti inesistente. Il dialetto a Milano e dintorni è solo la lingua di chi lavora, di chi è sottomesso, e non come altrove la lingua di tutti gli abitanti di una zona. Il dialetto milanese pur avendo ovviamente fondamenta latine, risente degli influssi di quanti hanno governato, imponendo de facto, se non formalmente, i loro usi e il loro linguaggio. Abbiamo quindi parole di chiara origine gallica, gotica, longobarda, francese, spagnola, austriaca oltre ad altre che sembrano nate spontaneamente non riuscendo a scoprirvi radici straniere. I vocaboli che verranno via via citati, sono del dialetto milanese, parlato a Porta Cicca (Porta Ticinese), precisazione necessaria perché come tutti i dialetti anche quello milanese si differenzia a volte, anche se di poco, da zona a zona della stessa città. Il melegnanese, è una variante del dialetto milanese, con pronuncia che risente della vicinanza con il lodigiano. La caratteristica più appariscente è l’apertura della u che diventa spesso o che viene pronunciata aperta come la o di Benetton.

04 luglio 2007

STORIE DA BAR SPORT 13

LA RADIO AL PIERINO'S BAR
E' un pomeriggio di fino giugno, assolato, caldo, azzurro e silenzioso e in giro "neppure un prete per chiaccherar". E' uno di quei pomeriggi che piacciono a me e che mi fanno riporre l'inquietudine nell'angolo più lontano del mio cervello. Sono al Pierino's Bar e sto assaporando il caffè e aspettando che arrivi l'ora di rientrare a scuola per l'assistenza agli esami orali di licenza media. Dietro al bancone, non vi è la stessa serenità, c'è il Pierino che "sacramenta" contro la Mariuccia: "mi la televisiun al Bar la meti no! Te capì!?" Il Bar è stranamente vuoto, dove saranno tutti mi chiedo? ah già che stupido oggi si gioca l'ottavo di finale della coppa del Mondo di calcio :
Italia-Australia.

Io ringraziando i miei colleghi dell'orario non la vedrò!!Sarò a scuola a fare esami!
"Ma Pierino i client scapen tuti, van al bar Bambina indue a ghe anca la "PAI televisiun". Veden la partida, consumen e el bar incassa e el fa i danè." Chi parla è quella santa donna della Mariuccia che ha ben capito quale potrebbe essere "il BISNEF". Questo neologismo l'ha inventato l'Aldo! L'Aldo mi è antipatico è il personaggio più squallido che frequenta il Pierino's Bar. E' un membro di quella legione vastissima ed eterogenea di individui mediocri, di balordi testoni che hanno studiato poco e male, i quali si attaccano all'istante all'idea corrente più in voga per banalizzarla immediatamente e renderla nello stesso istante caricaturale. L'Aldo è uno di quelli che non ha mai letto Dostoevskij ma spessissimo lo cita, facendo delle figuracce inaudite. Lo avrete capito non sopporto questo tizio, punto! Ma andiamo avanti!
Il Pierino risponde a modo suo come al solito:"a mi m'interessa no del BISNEF! chi fin quand vivi mi la televisiun la vegn denter no, e de PAI ghe dumà i patatin de magnà!! I partì de fubol chi al Pierino's Bar se asculten alla radio, chi vor le inscì e chi la vor no inscì chel vaga pur al bar bambina!!". Quando fa così il Pierino lo bacerei!! Sta per iniziare la partita e come per magia nel bar comincia ad entrare gente. Il primo è il Pasquale che ordina subito una birra e poi commenta:"dai Pierino alza il volume che c'è la partita! Oggi di quei canguri scarpe e borsette ne facciamo!"Subito dopo entra l'Oreste che ordina _un bianco spruzzato_ e dice:"ghe ne minga in cò per gli AUSTRIANI, vinciun nunc facil!" "Uè le rivà l'intellettual, se dis AUSTRALIANI ignurant!!"Il Pierino è in forma strepitosa. Entra il Carmelo ordina un limoncello e dice:" mii quelli ce lo fanno a strisce, corrono come gli struzzi!" "come i canguri ignurant"ribatte il Pierino. "Si canguri o struzzi sempre animali di quelle parti sono"(Carmelo il Geografo ottimista). Il Pierino non ribatte... Entra il Gennaro che dopo aver ordinato _una nastro azzurro_ dice:"oggi a questi canguri glelo facciamo vedere noi o MARSUPIO". Tutti ridono e prendono posizione ai tavolini e la radiocronaca ha inizio proprio mentre io esco dal bar per andare a scuola.
Sta per iniziare l'ultimo minuto della partita ed io rientro al bar, le colleghe mi hanno pregato di andare a prendere dei gelati, la radio fa appena in tempo a comunicare:"calcio di rigore, calcio..." che nel Bar si scatena il putiferio! Tutti saltano, urlano, si abbracciano ed esultano per la massima punizione assegnata all'ITALIA. Solo il Pierino è impassibile sul suo seggiolone e continua a ripetere:"calma, calma bisogna tiral el rigore e bisogna anca segnal prima de cantà!!"Gelo parziale!I gesti scaramantici si sprecano... La domanda a questo punto è una sola: ma chi tirerà il calcio di rigore?la radio risolve l'enigma:" Francesco Totti calcerà il rigore" Gelo totale! Il Pierino commenta:"Oh signur chel CANETA DE VEDER li!!"Siamo tutti in silenzio e pronti ad esplodere. Dalla radio si sente addirittura il fischio dell'arbitro e il telecronista che accompagna l'azione:"ecco la rincorsa di Totti, tiro e GOOOOOL" E? il caos più totale nel bar si balla si canta tutti abbracciati! Il Pierino è addirittura sceso dal seggiolone ed è li in piedi che assista tutto soddisfatto alle scene di giubilo. Ed è in quel preciso momento che enuncia il fatidico anatema:"quest'ann ha vincium i mundiai!!" Così parlò Pierino il PROFETA!! E' passata mezz'ora dalla fine della partita ed io sono ancora li che rido e scherzo con la Squadra quando ad un certo punto il sorriso mi si spegne sulle labbra e dico ad alta voce :"Oh mio Dio i GELATI!!!"
continua...??

02 luglio 2007

PIER PAOLO PASOLINI parla di calcio

«I pomeriggi che ho passato a giocare a pallone sui Prati di Caprara (giocavo anche sei-sette ore di seguito, ininterrottamente: ala destra, allora, e i miei amici, qualche anno dopo, mi avrebbero chiamato lo “Stukas”: ricordo dolce bieco) sono stati indubbiamente i più belli della mia vita. Mi viene quasi un nodo alla gola, se ci penso. Allora, il Bologna era il Bologna più potente della sua storia: quello di Biavati e Sansone, di Reguzzoni e Andreolo (il re del campo), di Marchesi, di Fedullo e Pagotto. Non ho mai visto niente di più bello degli scambi tra Biavati e Sansone (Reguzzoni è stato un po’ ripreso da Pascutti). Che domeniche allo stadio Comunale!».
Pier Paolo Pasolini

I FONDAMENTALI TECNICI 1

LO STOP
Saper stoppare il pallone è una delle doti fondamentali del buon giocatore di calcio. Scopo dello stop non è solo frenare la velocità della palla, ma anche acquistarne il controllo, così da poterla subito giocare. Per effettuare un buon stop è necessario:
  • osservare bene la traiettoria del pallone fino al momento del contatto;
  • valutare la velocità del pallone, per potersi preparare adeguatamente all'impatto;
  • rilassare completamente la parte del corpo che andrà a contatto con il pallone.

Lo stop può essere effettuato con qualsiasi parte del corpo, escuse le mani e braccia: con il piede, con la coscia, con il petto; i più bravi riescono a fermare il pallone anche con la testa o con il tacco.

Classificazione degli stop:

  1. LO STOP CON IL PETTO
  2. LO STOP D'INTERNO PIEDE
  3. LO STOP D'ESTERNO PIEDE
  4. LO STOP DI COSCIA
  5. LO STOP CON LA PIANTA DEL PIEDE
  6. LO STOP CON IL COLLO DEL PIEDE

QUANDO STOPPARE?

Uno stop ben eseguito dà la possibilità di giocare il pallone in modo più pulito ed efficace. Ma, in caso di un errore, si rischia di perdere il controllo e far ripartire l'azione avversaria. Quindi si deve sempre valutare se è il caso di stoppare il pallone oppure giocare lo stesso di prima.

Per imparare bene i diversi tipi di stop la cosa migliore da fare è provarli prima in situazioni facilitate cioè senza avversari.

Solo dopo aver appreso la gestualità applicarli in situazioni di gioco semplici e complesse (dall'uno contro uno al tre contro tre).