06 luglio 2007

LA GIUSTA PEDAGOGIA

Plutarco sosteneva che le dottrine pedagogiche potevano suddividersi in due gruppi: quelle che considerano l'allievo un "vaso da riempire" e quelle che lo considerano invece "una fiaccola accesa". Nel primo caso l'azione pedagogica riguarda un "fare" qualcosa da parte dell'insegnante e un "ricevere" da parte dell'alunno. Nel secondo caso i ruoli non è che si ribaltino, ma cambia l'atteggiamento complessivo di chi insegna, il cui ruolo diventa principalmente quello di ... mantenere la fiaccola accesa!

05 luglio 2007

IL DIALETTO MILANESE: IL MENEGHINO

Innanzitutto perché meneghino? Il termine deriva dal diminutivo di Domenico, Domenichino che si trasforma prima in Menego e poi in Meneghino. Come lingua parlata dai domenici, dal latino dominici, che appartengono al Signore, per estensione dai servitori, cioè usata da chi era uso servire, dal popolo minuto, come contrapposizione al latino o lingua dotta, parlata dalla nobiltà e da quanti avessero un potere da esercitare. Un'altra ipotesi si rifà sempre al vocabolo Domenichino, ma come nome derivante dall'uso invalso presso i milanesi dell'epoca di assumere temporaneamente, per il solo giorno di Domenica, un servo che permettesse loro, così, di ostentare, nelle giornate delle visite e dei ricevimenti, una dovizia di personale, in effetti inesistente. Il dialetto a Milano e dintorni è solo la lingua di chi lavora, di chi è sottomesso, e non come altrove la lingua di tutti gli abitanti di una zona. Il dialetto milanese pur avendo ovviamente fondamenta latine, risente degli influssi di quanti hanno governato, imponendo de facto, se non formalmente, i loro usi e il loro linguaggio. Abbiamo quindi parole di chiara origine gallica, gotica, longobarda, francese, spagnola, austriaca oltre ad altre che sembrano nate spontaneamente non riuscendo a scoprirvi radici straniere. I vocaboli che verranno via via citati, sono del dialetto milanese, parlato a Porta Cicca (Porta Ticinese), precisazione necessaria perché come tutti i dialetti anche quello milanese si differenzia a volte, anche se di poco, da zona a zona della stessa città. Il melegnanese, è una variante del dialetto milanese, con pronuncia che risente della vicinanza con il lodigiano. La caratteristica più appariscente è l’apertura della u che diventa spesso o che viene pronunciata aperta come la o di Benetton.

04 luglio 2007

STORIE DA BAR SPORT 13

LA RADIO AL PIERINO'S BAR
E' un pomeriggio di fino giugno, assolato, caldo, azzurro e silenzioso e in giro "neppure un prete per chiaccherar". E' uno di quei pomeriggi che piacciono a me e che mi fanno riporre l'inquietudine nell'angolo più lontano del mio cervello. Sono al Pierino's Bar e sto assaporando il caffè e aspettando che arrivi l'ora di rientrare a scuola per l'assistenza agli esami orali di licenza media. Dietro al bancone, non vi è la stessa serenità, c'è il Pierino che "sacramenta" contro la Mariuccia: "mi la televisiun al Bar la meti no! Te capì!?" Il Bar è stranamente vuoto, dove saranno tutti mi chiedo? ah già che stupido oggi si gioca l'ottavo di finale della coppa del Mondo di calcio :
Italia-Australia.

Io ringraziando i miei colleghi dell'orario non la vedrò!!Sarò a scuola a fare esami!
"Ma Pierino i client scapen tuti, van al bar Bambina indue a ghe anca la "PAI televisiun". Veden la partida, consumen e el bar incassa e el fa i danè." Chi parla è quella santa donna della Mariuccia che ha ben capito quale potrebbe essere "il BISNEF". Questo neologismo l'ha inventato l'Aldo! L'Aldo mi è antipatico è il personaggio più squallido che frequenta il Pierino's Bar. E' un membro di quella legione vastissima ed eterogenea di individui mediocri, di balordi testoni che hanno studiato poco e male, i quali si attaccano all'istante all'idea corrente più in voga per banalizzarla immediatamente e renderla nello stesso istante caricaturale. L'Aldo è uno di quelli che non ha mai letto Dostoevskij ma spessissimo lo cita, facendo delle figuracce inaudite. Lo avrete capito non sopporto questo tizio, punto! Ma andiamo avanti!
Il Pierino risponde a modo suo come al solito:"a mi m'interessa no del BISNEF! chi fin quand vivi mi la televisiun la vegn denter no, e de PAI ghe dumà i patatin de magnà!! I partì de fubol chi al Pierino's Bar se asculten alla radio, chi vor le inscì e chi la vor no inscì chel vaga pur al bar bambina!!". Quando fa così il Pierino lo bacerei!! Sta per iniziare la partita e come per magia nel bar comincia ad entrare gente. Il primo è il Pasquale che ordina subito una birra e poi commenta:"dai Pierino alza il volume che c'è la partita! Oggi di quei canguri scarpe e borsette ne facciamo!"Subito dopo entra l'Oreste che ordina _un bianco spruzzato_ e dice:"ghe ne minga in cò per gli AUSTRIANI, vinciun nunc facil!" "Uè le rivà l'intellettual, se dis AUSTRALIANI ignurant!!"Il Pierino è in forma strepitosa. Entra il Carmelo ordina un limoncello e dice:" mii quelli ce lo fanno a strisce, corrono come gli struzzi!" "come i canguri ignurant"ribatte il Pierino. "Si canguri o struzzi sempre animali di quelle parti sono"(Carmelo il Geografo ottimista). Il Pierino non ribatte... Entra il Gennaro che dopo aver ordinato _una nastro azzurro_ dice:"oggi a questi canguri glelo facciamo vedere noi o MARSUPIO". Tutti ridono e prendono posizione ai tavolini e la radiocronaca ha inizio proprio mentre io esco dal bar per andare a scuola.
Sta per iniziare l'ultimo minuto della partita ed io rientro al bar, le colleghe mi hanno pregato di andare a prendere dei gelati, la radio fa appena in tempo a comunicare:"calcio di rigore, calcio..." che nel Bar si scatena il putiferio! Tutti saltano, urlano, si abbracciano ed esultano per la massima punizione assegnata all'ITALIA. Solo il Pierino è impassibile sul suo seggiolone e continua a ripetere:"calma, calma bisogna tiral el rigore e bisogna anca segnal prima de cantà!!"Gelo parziale!I gesti scaramantici si sprecano... La domanda a questo punto è una sola: ma chi tirerà il calcio di rigore?la radio risolve l'enigma:" Francesco Totti calcerà il rigore" Gelo totale! Il Pierino commenta:"Oh signur chel CANETA DE VEDER li!!"Siamo tutti in silenzio e pronti ad esplodere. Dalla radio si sente addirittura il fischio dell'arbitro e il telecronista che accompagna l'azione:"ecco la rincorsa di Totti, tiro e GOOOOOL" E? il caos più totale nel bar si balla si canta tutti abbracciati! Il Pierino è addirittura sceso dal seggiolone ed è li in piedi che assista tutto soddisfatto alle scene di giubilo. Ed è in quel preciso momento che enuncia il fatidico anatema:"quest'ann ha vincium i mundiai!!" Così parlò Pierino il PROFETA!! E' passata mezz'ora dalla fine della partita ed io sono ancora li che rido e scherzo con la Squadra quando ad un certo punto il sorriso mi si spegne sulle labbra e dico ad alta voce :"Oh mio Dio i GELATI!!!"
continua...??

02 luglio 2007

PIER PAOLO PASOLINI parla di calcio

«I pomeriggi che ho passato a giocare a pallone sui Prati di Caprara (giocavo anche sei-sette ore di seguito, ininterrottamente: ala destra, allora, e i miei amici, qualche anno dopo, mi avrebbero chiamato lo “Stukas”: ricordo dolce bieco) sono stati indubbiamente i più belli della mia vita. Mi viene quasi un nodo alla gola, se ci penso. Allora, il Bologna era il Bologna più potente della sua storia: quello di Biavati e Sansone, di Reguzzoni e Andreolo (il re del campo), di Marchesi, di Fedullo e Pagotto. Non ho mai visto niente di più bello degli scambi tra Biavati e Sansone (Reguzzoni è stato un po’ ripreso da Pascutti). Che domeniche allo stadio Comunale!».
Pier Paolo Pasolini

I FONDAMENTALI TECNICI 1

LO STOP
Saper stoppare il pallone è una delle doti fondamentali del buon giocatore di calcio. Scopo dello stop non è solo frenare la velocità della palla, ma anche acquistarne il controllo, così da poterla subito giocare. Per effettuare un buon stop è necessario:
  • osservare bene la traiettoria del pallone fino al momento del contatto;
  • valutare la velocità del pallone, per potersi preparare adeguatamente all'impatto;
  • rilassare completamente la parte del corpo che andrà a contatto con il pallone.

Lo stop può essere effettuato con qualsiasi parte del corpo, escuse le mani e braccia: con il piede, con la coscia, con il petto; i più bravi riescono a fermare il pallone anche con la testa o con il tacco.

Classificazione degli stop:

  1. LO STOP CON IL PETTO
  2. LO STOP D'INTERNO PIEDE
  3. LO STOP D'ESTERNO PIEDE
  4. LO STOP DI COSCIA
  5. LO STOP CON LA PIANTA DEL PIEDE
  6. LO STOP CON IL COLLO DEL PIEDE

QUANDO STOPPARE?

Uno stop ben eseguito dà la possibilità di giocare il pallone in modo più pulito ed efficace. Ma, in caso di un errore, si rischia di perdere il controllo e far ripartire l'azione avversaria. Quindi si deve sempre valutare se è il caso di stoppare il pallone oppure giocare lo stesso di prima.

Per imparare bene i diversi tipi di stop la cosa migliore da fare è provarli prima in situazioni facilitate cioè senza avversari.

Solo dopo aver appreso la gestualità applicarli in situazioni di gioco semplici e complesse (dall'uno contro uno al tre contro tre).

27 giugno 2007

DAL NOTIZIARIO DEL SETTORE TECNICO

www.assoallenatori.itwww.settoretecnico.figc.it
Dal "Notiziario del Settore Tecnico"L'ALTRA FACCIA DEL PALLONE:DALLA PARTE DEI BAMBINIdiProf. Leonardo Vecchiet, Dott. Luca Gatteschi, Dott. M.Grazia Rubenni
Negli ultimi decenni nei paesi industrializzati si sono avute modificazioni dello stile di vita che hanno riguardato in particolare le abitudini alimentari e l'attività fisica. Nel primo caso, sia per la sempre più vasta proposta delle industrie alimentari che per la riduzione della disponibilità oraria nelle famiglie legata agli impegni di lavoro, si é avuta una sempre maggiore diffusione di alimenti di facile preparazione o di pronto utilizzo, che risultano spesso ad elevato contenuto in grassi. Nel secondo caso, lo stile di vita ha teso sempre più verso la sedentarietà grazie alla diffusione di TV e computer e alla mancanza, soprattutto nelle grandi città, di spazi destinati allo svolgimento di attività fisiche di tipo ricreati vo. L'aumento dell'apporto calorico da un lato e la riduzione della spesa energetica dall'altro hanno coinvolto tutte le età, e i loro effetti possono essere visti sia negli adulti che nei ragazzi. La prevalenza dell'obesità e di quella che viene chiamata sindrome metabolica, cioè quell'insieme di fattori di rischio cardiovascolari rappresentati da ipertensione arteriosa, ipertrigliceridemia, bassi valori di colesterolo HDL, anomalie del metabolismo dei glucosio ed iperinsulinemia, é andata infatti fortemente aumentando. Ciò ha portato molti paesi interessati dal fenomeno, fra cui in primo luogo gli Stati Uniti, ad avviare strategie di prevenzione incentrate essenzialmente sull'educazione alimentare. Studi recenti indicano però che nonostante la riduzione dell'introito alimentare di grassi avvenuta nell'ultimo decennio, negli Stati Uniti circa il 25% dei bambini risulta obeso, con un incremento del 20% nell'ultima decade (Bar Or et al. 1998). Ciò ha portato a ritenere quale causa principale dell'aumento dei livelli di obesità tra i bambini il ridotto livello di attività fisica (Bar-Or, 1999; Goran, 1999; Luepker, 1999; Rossner 1998). Il problema dell'obesità infantile é molto sentito, anche perché molti bambini obesi diventeranno adulti obesi, con elevati fattori di rischio per insorgenza di stati patologici e bassa qualità di vita (Rossner 1998). Così, l'associazione tra aumento di peso nell'adolescenza e la comparsa di sindrome metabolica in età adulta é più che rilevante (Vanhala 1999). Allo stesso tempo, recenti studi sembrano riaffermare un ruolo importante per l'attività fisica nel controllo del peso corporeo. Tra questi, la segnalazione che un approccio basato solo sull'intervento nutrizionale non é sufficiente per il trattamento a lungo termine dell'obesità pediatrica (Pinelli et al.1999), e che negli Stati Uniti si assiste ad un ulteriore incremento dell'obesità infantile nonostante una riduzione dell'introito alimentare di grassi (Bar Or et al. 1998). Il gioco del calcio si distingue da altre attività sportive organizzate per la facilità di pratica (diffusione delle strutture) nonché per l'assenza di un biotipo caratteristico che può determinare una stretta selezione iniziale. Nel 1991 la Sezione Medica del Settore Tecnico ha iniziato una ricerca contraddistinta da due obiettivi [linee] principali: il primo, definire le caratteristiche antropometriche e fisiologiche del bambino praticante calcio nella fascia di età 8-12 anni ed a confrontarle con quelle di coetanei non praticanti attività sportiva; il secondo, seguire per cinque anni entrambi questi gruppi di soggetti in modo da valutare l'influenza della pratica del calcio sulle curve di sviluppo delle suddette caratteristiche anatomo-funzionali nella fascia 8-17 anni. I partecipanti allo studio sono stati sottoposti ad una serie di tappe schematizzate in figura 1. Sono state complessivamente effettuate 926 visite, per un range di età 8-17 anni. Una prima analisi di tipo trasversale, in cui sono quindi entrati tutti i dati raccolti, delle caratteristiche antropometriche ha mostrato che i due gruppi (calciatori e controlli) erano praticamente sovrapponibili in tutte le fasce di età per quanto riguarda il para- metro altezza, mentre il gruppo dei calciatori mostrava valori statisticamente inferiori sia di peso (nelle fasce di età 10-14 anni) che di massa grassa (nelle fasce di età IO- 17). Inoltre, una valutazione preliminare dei questionari alimentari ha mostrato che il gruppo dei calciatori presentava un introito energetico lievemente superiore a quello dei sedentari, per cui le differenze osservate non potevano essere ascritte ad un minore introito calorico. Questi primi dati sembrano quindi indicare una influenza positiva della pratica del calcio, anche con frequenza solo bisettimanale, sui parametri di composizione corporea. Anche se sarà necessaria una analisi più approfondita prima di giungere a conclusioni in merito ai meccanismi di tale influenza, si possono porre almeno due ipotesi:1)il fatto, emerso dalla valutazione dei questionari riguardo l'attività fisica svolta, che i ragazzi praticanti calcio presentavano anche un livello di ulteriore attività fisica "spontanea" superiore a quello dei controlli;2)Ia presenza di una maggiore educazione e consapevolezza alimentare nell'ambiente anche non strettamente tecnico circostante i giovani calciatori, con conseguente maggiore attenzione rivolta sia dalle famiglie che dai bambini stessi nei confronti delle scelte alimentari.In questa ottica, il gioco del calcio può rivestire un importante ruolo sociale attraverso una duplice azione: la prima diretta, di miglioramento del benessere psico-fisico dovuto alla pratica sportiva in se; la seconda indiretta di intervento in senso positivo sulle abitudini di vita, sia mediante l'incremento dell'attività fisica spontanea che l'adozione di più corrette abitudini alimentari. Questa seconda azione risulta ancora più importante in considerazione del dato che solo gli interventi capaci di modificare le abitudini di vita sembrano rivelarsi efficaci nel trattamento a lungo termine dell'obesità infantile.
Fig.1 Schema generale ricerca Coverciano
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L'ALLENAMENTO SITUAZIONALE

1. Allenare: Crescere insieme divertendosi


Vorremmo proporre un metodo che affronti, in modo adeguato, le problematiche di carattere tecnico - tattico, fisiche e psicologiche del gioco del calcio. Questa proposta vuole essere un aiuto per la pianificazione, l’organizzazione e la valutazione di un insegnamento “responsabile” ed efficace a corto e a lungo termine. Essa si basa su importanti rilevazioni fatte in materia di teoria della didattica dello sport, teoria dell’allenamento, psicologia sportiva.

Allenare: crescere insieme divertendosi è la frase che ispira il nostro lavoro di istruttori.
Allenare vuol dire crescere perché si ampliano le proprie conoscenze ed esperienze, ci si confronta con altri, si imparano a capire i bisogni e i sentimenti degli altri ( infatti per l’allenatore l’empatia è una dote fondamentale; per i bambini non è solo un fatto di imparare tutte le abilità del calcio, ma anche sviluppare fisico e personalità in modo armonioso seguendo le fasi sensibili per ogni età ).
Insieme perché l’allenamento non si fa da soli, deve essere di tutto il gruppo, non solo dell’allenatore: tutti devono essere coinvolti ed hanno il diritto - dovere di proporre, scegliere, valutare. L’allenatore deve comunque essere la guida autorevole del gruppo.
Divertendosi perché è un bisogno di tutti ed è quello che si avvicina ad uno sport.
Abbiamo quindi fissato alcuni principi fondamentali:

Comunicare: un istruttore deve esprimersi in modo semplice e facilmente comprensibile, deve essere sintetico e deve soprattutto sapere ascoltare: solo così può riuscire davvero ad avere un dialogo aperto con i suoi allievi, a renderli partecipi e a trasmettere loro il suo entusiasmo.

Rapporti con i ragazzi: un istruttore deve instaurare un rapporto di reciproco rispetto, aperto, deve essere autorevole non autoritario, deve saper capire e mettersi al livello dei suoi allievi, deve essere inoltre pronto ad imparare da loro. Il Prof. Bonfanti afferma categoricamente “ L’allenatore ed il giovane calciatore hanno molto da dare e da ricevere, sempre che l’adulto sia pronto anche a ricevere, perché, se non lo è, finisce per non aver nulla neanche da dare “.
Il Prof. Leali, affermando l’importanza della figura dell’allenatore nella formazione e nella maturazione umana del giovane calciatore, aggiunge che l’istruttore deve “ avere sempre un comportamento moralmente esemplare non solo nell’esercizio della sua funzione sportive, ma anche nella vita privata. I principi morali che egli tenta di trasmettere, se non si rispecchiano nel suo comportamento, non potranno esercitare un’influenza positiva sugli allievi, che, anzi, si sentiranno autorizzati a disattenderli, dal momento che l’istruttore stesso non li segue “.
Per un corretto apprendimento è necessario un istruttore capace ed un allievo disposto ad imparare, se una delle due componenti manca l’apprendimento è impossibile così come se viene a mancare un rapporto di reciproca fiducia. L’istruttore deve cioè essere dotato di qualità non solo tecniche: deve saper comprendere i giovani e sapersi immedesimare nei loro problemi, aiutarli a crescere anche sul piano psicologico e sociale.

Gruppo: perché i ragazzi possano apprendere è fondamentale che tra loro si trovino bene, devono poter parlare, scherzare, divertirsi insieme: è compito dell’istruttore creare un ambiente idoneo alla nascita e allo sviluppo di legami interpersonali e soprattutto cercare ed eliminare eventuali fattori disgreganti.

16 giugno 2007

I "MIEI PULCINI" DELL'INTER I RISULTATI DELL'ANNATA SPORTIVA 2006/2007

1
24 Set 2006
RIPOSO 1-INTERNAZIONALE
-
2
1 Ott 2006
INTERNAZIONALE-PIZZIGHETTONE
32-1
1' SCIACCA, 1' ANASTASIA, 2' PALAZZI, 2' LOMOLINO, 3' ANASTASIA, 4' BIANCHI, 5' ANASTASIA, 9' LOVALLO, 9' SIMONATO, 10' PALAZZI, 10' DORATI, 12' BIANCHI, 12' PALAZZI, 12' ANASTASIA, 13' MAPELLI, 13' BARGIGGIA, 16' CENTOLANZA, 17' CASALE, 19' CENTOLANZA, 19' BOSSI, 20' BARZAGHI, 20' GIOVANDITTI, 22' CASALE, 22' CENTOLANZA, 24' CASALE, 24' DODA, 27' MADEO, 28' BOSCHETTI, 29' MADEO, 30' GIOVANDITTI, 31' DODA, 32' GIOVANDITTI
3
8 Ott 2006
ATALANTA-INTERNAZIONALE
5-11
2' BARGIGGIA, 2' ANASTASIA, 2' LOVALLO, 2' ROCCA, 11' CASALE, 12' CASALE, 16' BARZAGHI, 22' DORATI, 22' BOSSI, 24' BONETTI, 24' CASALE
4
15 Ott 2006
INTERNAZIONALE-MILAN
11-5
3' LOMOLINO, 5' GIOVANDITTI, 10' LOMOLINO, 12' LOMOLINO, 12' CASALE, 12' ROCCA, 16' LOMOLINO, 20' SCIACCA, 25' BARZAGHI, 29' ROCCA, 30' ANASTASIA
5
22 Ott 2006
PRO PATRIA-INTERNAZIONALE
1-18
2' ANASTASIA, 3' ANASTASIA, 4' GIOVANDITTI, 4' ROCCA, 5' MADEO, 5' BARZAGHI, 7' LOMOLINO, 7' ANASTASIA, 9' LOMOLINO, 9' LOVALLO, 10' ROCCA, 11' LOMOLINO, 14' BIANCHI, 14' MADEO, 19' GIOVANDITTI, 20' BONETTI, 23' BOSSI, 28' ANASTASIA
6
29 Ott 2006
INTERNAZIONALE-RIPOSO 1
-
7
5 Nov 2006
PAVIA-INTERNAZIONALE
2-12
5' DORATI, 5' SCIACCA, 11' BOSSI, 29' LOMOLINO, 30' LOMOLINO, 31' ANASTASIA, 33' BOSCHETTI, 51' BOSSI, 52' BOSSI, 53' ROCCA, 55' CASALE, 56' ANASTASIA
8
12 Nov 2006
INTERNAZIONALE-MONTICHIARI
24-2
1' DORATI, 7' CASALE, 8' MADEO, 8' ANASTASIA, 11' PALAZZI, 14' BOSCHETTI, 14' MADEO, 20' BONETTI, 21' CASALE, 23' ANASTASIA, 23' CASALE, 25' BARZAGHI, 26' MADEO, 27' BOSSI, 29' DODA, 30' LOMOLINO, 37' BOSCHETTI, 39' MADEO, 41' BARGIGGIA, 43' BONETTI, 44' ANASTASIA, 45' BOSCHETTI, 47' BONETTI, 49' CENTOLANZA
9
19 Nov 2006
MONZA BRIANZA-INTERNAZIONALE
3-9
9' DODA, 18' DORATI, 34' ANASTASIA, 38' SCIACCA, 41' ANASTASIA, 43' PALAZZI, 54' BARZAGHI, 55' MADEO, 56' DODA
10
26 Nov 2006
INTERNAZIONALE-MANTOVA
16-1
2' LOMOLINO, 4' PALAZZI, 14' DODA, 19' MADEO, 23' MADEO, 30' LOMOLINO, 35' GIOVANDITTI, 35' CASALE, 37' CASALE, 38' LOMOLINO, 43' BIANCHI, 44' CENTOLANZA, 49' CASALE, 50' MADEO, 52' PALAZZI, 55' DODA
11
3 Dic 2006
ALBINOLEFFE-INTERNAZIONALE
2-18
2' ROCCA, 3' ANASTASIA, 5' MAPELLI, 7' ROCCA, 9' BARZAGHI, 27' SCIACCA, 33' ANASTASIA, 35' BARGIGGIA, 37' CASALE, 39' ANASTASIA, 41' CASALE, 44' ROCCA, 48' CASALE, 50' ROCCA, 50' BONETTI, 54' BOSCHETTI, 54' DORATI, 56' CASALE
12
10 Dic 2006
INTERNAZIONALE-PERGOCREMA
39-0
2' BARGIGGIA, 4' BARGIGGIA, 8' ROCCA, 13' DORATI, 15' MADEO, 17' SIMONATO, 20' CENTOLANZA, 25' BARGIGGIA, 26' BIANCHI, 28' ANASTASIA, 29' BOSCHETTI, 31' LOMOLINO, 32' DORATI, 34' LOMOLINO, 35' CASALE, 36' ROCCA, 38' LOMOLINO, 39' DORATI, 40' DORATI, 40' CASALE, 43' DORATI, 46' DORATI, 47' CENTOLANZA, 49' DODA, 49' ROCCA, 50' ANASTASIA, 55' DORATI, 55' BARZAGHI, 56' DORATI, 56' PALAZZI, 56' BOSSI, 61' DODA, 62' PALAZZI, 66' BOSSI, 69' BOSSI, 71' BOSSI, 76' PALAZZI, 77' CASALE, 78' CASALE
13
17 Dic 2006
PRO SESTO-INTERNAZIONALE
1-28
6' DORATI, 9' DORATI, 10' DORATI, 12' ROCCA, 13' LOMOLINO, 14' BARGIGGIA, 18' MAPELLI, 23' BOSCHETTI, 26' SCIACCA, 27' MAPELLI, 28' BOSCHETTI, 29' CASALE, 30' CASALE, 34' PALAZZI, 35' ANASTASIA, 36' DORATI, 38' CASALE, 39' ANASTASIA, 40' LOMOLINO, 41' ANASTASIA, 46' GIOVANDITTI, 47' BOSSI, 48' DODA, 50' DODA, 52' BIANCHI, 53' BOSSI, 54' BOSSI, 55' BOSCHETTI
14
14 Gen 2007
INTERNAZIONALE-RIPOSO 2
-
15
21 Gen 2007
PIZZIGHETTONE-INTERNAZIONALE
1-9
5' DORATI, 11' DORATI, 16' BOSCHETTI, 18' CASALE, 19' BARGIGGIA, 26' LOMOLINO, 27' DORATI, 30' CASALE, 38' BOSCHETTI
16
28 Gen 2007
INTERNAZIONALE-ATALANTA
5-1
3' PALAZZI, 6' DORATI, 16' DORATI, 33' DODA, 48' ROCCA
17
4 Feb 2007
MILAN-INTERNAZIONALE
1-6
2' ANASTASIA, 29' DODA, 32' DODA, 34' LOMOLINO, 44' CASALE, 45' ANASTASIA
18
11 Feb 2007
INTERNAZIONALE-PRO PATRIA
2-0
10' ANASTASIA, 45' ROCCA
19
18 Feb 2007
RIPOSO 2-INTERNAZIONALE
-
20
25 Feb 2007
INTERNAZIONALE-PAVIA
4-0
1' ANASTASIA, 9' LOMOLINO, 15' SCIACCA, 18' CASALE
21
11 Mar 2007
MONTICHIARI-INTERNAZIONALE
0-7
16' PALAZZI, 17' BIANCHI, 29' CASALE, 30' GIOVANDITTI, 31' BOSCHETTI, 33' CASALE, 38' PALAZZI
22
18 Mar 2007
INTERNAZIONALE-MONZA BRIANZA
3-0
13' LOMOLINO, 34' MADEO, 39' DORATI
23
25 Mar 2007
MANTOVA-INTERNAZIONALE
1-4
1' CASALE, 11' ROCCA, 36' DORATI, 38' GIOVANDITTI
24
1 Apr 2007
INTERNAZIONALE-ALBINOLEFFE
5-3
1' SCIACCA, 9' PALAZZI, 19' CASALE, 30' CASALE, 33' DORATI
25
15 Apr 2007
PERGOCREMA-INTERNAZIONALE
0-12
6' LOMOLINO, 9' LOMOLINO, 12' BARGIGGIA, 17' GIOVANDITTI, 18' BOSSI, 25' GIOVANDITTI, 29' BOSSI, 31' SCIACCA, 32' ROCCA, 39' BARGIGGIA, 43' DODA, 45' GIOVANDITTI
26
22 Apr 2007
INTERNAZIONALE-PRO SESTO
17-0
2' CASALE, 6' MADEO, 9' PALAZZI, 19' ROCCA, 25' ANASTASIA, 26' ANASTASIA, 27' ANASTASIA, 28' LOSSANI, 30' ANASTASIA, 31' LOMOLINO, 33' CASALE, 41' LOSSANI, 42' DORATI, 43' MAPELLI, 44' DODA, 46' SCIACCA, 47' ROCCA
CLASSIFICA MARCATORI INTER:
36
CASALE
33
ANASTASIA
27
DORATI
26
LOMOLINO
20
ROCCA
16
DODA, BOSSI , PALAZZI
15
MADEO
13
GIOVANDITTI, BOSCHETTI
11
BARGIGGIA
10
SCIACCA
8
BARZAGHI
7
BIANCHI, CENTOLANZA
6
BONETTI
5
MAPELLI
3
LOVALLO
2
SIMONATO, LOSSANI

11 giugno 2007

STORIE DA BAR SPORT 12

LEZIONI DI FILOSOFIA

E' un giorno d'inverno e come d'abitudine mi sono recato al Pierino's Bar per bere il solito caffè e far due chiacchere con la "squadra". La giornata è mite e c'è un sole che riscalda quel tanto che serve per andare in giro con la giacca a vento slacciata e con gli occhiali da sole. Arrivo al Pierino's Bar e c'è il Giulio (il filosofo) che sta tenendo una vera e propria lezione di filosofia. L'argomento è particolare ed intrigante, mi siedo e l'ascolto. "Si cari i miei signori nella vita TUTTO SCORRE!" Oh mio dio Eraclito al Pierino's Bar! Il Giulio infatti continua con: "il primo a parlare di questo argomento fu Eraclito, un filosofo che visse 600 anni prima di Cristo in una cittadina greca dal nome Efeso". Il Pierino ama questi momenti perchè li vede e li vive come delle lezioni private di acculturamento. Fa stare zitti tutti i presenti e li obbliga ad ascoltare, spegne la radio e blocca tutte le ordinazioni. ma torniamo al Giulio:"Eraclito non era molto amato dai suoi concittadini era considerato scontroso e superbo, lo avevano soprannominato l'OSCURO un pò per il colore della sua pelle e un pò perchè parlava e scriveva in modo poco comprensibile. Per esempio lui disse: - NOI SIAMO E NON SIAMO- come dire quello che noi sembriamo non siamo e mentre ci chiediamo chi siamo stiamo già cambiando! Eh si cari miei Eraclito era veramente complicato. E' da osservazioni come queste che Lui trasse la conclusione -PANTA REI- che tradotto dal greco significa -TUTTO SCORRE-. Ma voi mi e vi chiederete perchè tutto scorre per Eraclito?" Silenzio assoluto nessuno avrebbe mai chiesto nulla! Ma il Pierino intervenne:"dai, dai cunta su Filosofo". "La risposta è sotto gli occhi di tutti" riprese di nuovo il Giulio. "Le stagioni che cambiano, l'acqua di un fiume che spinge avanti altra acqua per prenderne il posto. Tutto scorre e anche noi cambiamo, anche noi diveniamo, anche noi cresciamo ed è questo continuo cambiamento che crea equilibrio ed armonia nel mondo. Chi è fermo o chi ostacola tutto questo vuol farlo morire il mondo!!" Di nuovo il silenzio assoluto! Io sorrido e penso ai miei alunni. Mi piacerebbe che sentissero queste parole per discuterne tra di loro e con Me. discutere sul loro futuro sul "fuoco" che hanno dentro. Ah quanto mi piacerebbe. Ma torniamo al Pierino's Bar. Come sempre è il Pierino che rompe il silenzio con un suo intervento: "che l'Eraclito li el me simpatic, el ga razun! bisogna cambià nella vita! minga vess semper i stess! te capì Mariuccia?!" La Mariuccia interrrompe quello che stava facendo, sgrana gli occhi verso il Pierino e replica: "va ben da duman se cambia, mi me seti giò sul to sgabel e ti te ciapet el me post chi de dre al banc!?" Il silenzio ripiomba nel bar! La Mariuccia se ne sta andando nel suo cucinino quando ad un tratto si gira verso il Pierino e gli URLA: "RETTEE".
Pierino non ti preoccupare -PANTA REI-

17 maggio 2007

UN BRAVO ALLEDUCATORE

UN ALLENATORE SOTTO IL CAMPANILE di Don Alessio Albertini

Lo sport, dal punto di vista educativo, spesso viene considerato di serie B, rispetto ad altre attività che vengono proposte all'interno di un oratorio.
In apparenza potrebbe sembrare così perché la tradizione educativa ha dato maggior peso all'educazione attraverso la parola, oppure ha puntato alla formazione attraverso esperienze strettamente spirituali, ponendo in secondo piano ciò che faceva riferimento all'attività fisica; Invece, questa è uno strumento privilegiato per la trasmissione di valori, grazie all'elevato coinvolgimento fisico ed emotivo che la caratterizzano e che fanno vivere con grande intensità la proposta formativa diretta ai ragazzi.
Un altro punto a favore del valore della pratica sportiva è che questa si svolge nell'ambito del tempo libero, periodo nel quale possono insinuarsi abitudini poco costruttive, se non addirittura negative, dove gli aspetti peggiori della cultura contemporanea possono far breccia nella mente e nei comportamenti dei ragazzi.
Lo sport, invece, consente di incontrare valori positivi quali la capacità di saper soffrire, la disciplina, l'amicizia, l'attenzione alla salute, l'attenzione agli altri: valori che contrastano la superficialità che ci viene proposta dalla cultura dominante.
Un ulteriore supporto al valore educativo dello sport è fornito anche dalla sua dimensione sociale, perché è attraverso i suoi momenti formativi, le gare ad esso collegate, l'affiliazione ad una squadra, l'incontro con l'avversario… tutto concorre alla costruzione di una rete di relazioni che costituiscono una dimensione fondamentale per ogni ragazzo.
Questo è un elemento importante per i nostri giorni, in cui gli individui tendono ad isolarsi in gruppi sempre più ristretti e, a volte, sostenuti da legami pericolosi.
Infine, lo sport, attraverso le proprie proposte sportive e valoriali, oltre ad aprire la persona alla dimensione sociale, la porta anche a porsi delle domande circa i significati della vita.
Lo sport, quindi, viene inteso come elemento in grado di costruire persone vere, che sappiano affrontare in maniera matura le avversità della vita, grazie alla "palestra" ed ai valori che trasmette se inteso nella sua forma più sana ed educativa; ma in questo modo si differenzia dall'impostazione di tanti che attribuiscono all'attività sportiva una finalità soprattutto ludica, considerandola solo come un’attività che riempie il tempo libero.
Così si interpreta lo sport in oratorio come un servizio per far divertire, per rilassare, senza considerare che nel suo significato profondo esso ha invece una grande valenza educativa e pedagogica, per far divertire crescendo e far crescere divertendosi, imparando qualcosa su se stessi.
Le società sportive dell'oratorio potrebbero, allora, cominciare a spezzare il circolo vizioso dei "non luoghi", intesi come spazi poco o per nulla significativi dal punto di vista della costruzione dell'identità personale o dell'interpretazione della realtà.
Al contrario, lo sport in oratorio si presenta come un "luogo" significativo per l'aggregazione dei giovani, offrendo una opportunità di comunicazione e formazione, persone autorevoli e significative, attività educative importanti, chiavi di interpretazione della realtà e sistemi simbolici.
Se è vero che i giovani hanno bisogno di "maestri" e di "testimoni",una nuova alleanza tra il mondo dei giovani e quello degli adulti, proprio attraverso lo sport, può trasformarsi in un'esperienza nuova e significativa, in nome appunto dell'educazione rispetto alla tendenza diffusa che vede lo sport funzionale al divertimento oppure, da parte di tanti adulti, la fuga dall'educazione.

STORIE DA BAR SPORT 11

“EL SALVADOR”

Storie da Pierino’s Bar
“Pierino, Pierino gheto visto chel porseo de me marìo?” chi parla dalla soglia del Pierino’s Bar è la Flora la moglie del Salvatore. “No Flora EL SALVADOR chi al bar el se ved no da trì dì” risponde il Pierino in modo preciso e preoccupato, vedendo la Flora così alterata. “Lo copo, lo copo se lo trovo lo copo”. La Flora è proprio fuori di sé, entra nel bar e si avvicina al Pierino. Tutti noi, che eravamo intenti a discutere sulla tematica: “psicocazzate calcistiche”, all’ennesimo “lo copo” detto ad alta voce smettiamo di discutere e avvicinandoci alla Flora cominciamo a prestare attenzione al racconto della donna innescato dal Pierino con un: “Dai Flora cunta su”. “NON ghe a faso più Pierino, e ze tre zorni che il MIO Salvatore non torna a casa!” Il Salvatore è scomparso dalla circolazione e non torna a casa da tre giorni, ecco la notizia. Il Salvatore è un altro personaggio che frequenta il Pierino’s Bar. Passa la vita al Bar. Facendo il taxista di notte ha tutto il giorno libero e dopo aver smontato dal turno alle sei, va a casa dorme quattro ore, si sveglia e alle dieci e un quarto è già al Pierino’s Bar. Ma chi è il Salvatore? Il Salvatore è un uomo sulla quarantina, alto con un fisico asciutto, capelli ricci e leggermente brizzolati e con dei baffetti alla Salvador Dalì. Il sopranome che il Pierino gli ha dato è quello di “el Salvador” perché è un artista e assomiglia appunto a Salvador Dalì. La sua specialità sono i ritratti, qui al Pierino’s Bar tutti abbiamo un ritratto fatto da lui. Lui disegna con il carboncino e le sue OPERE sono…sono…inguardabili. I ritratti più importanti sono esposti al Pierino’s Bar. Personalmente ho impedito che venisse esposto il mio acquistandolo per ben 20 euro, seppellendolo poi in cantina sotto la catasta di legna da ardere. Il Pierino, invece si è incorniciato il proprio e lo ha appeso di fianco allo specchio gigante che è piazzato al centro della parete dietro al bancone. Il commento della “squadra” è questo: “il ritratto del Pierino è molto utile ai clienti, che passando davanti allo specchio riescono a vedere contemporaneamente la propria immagine e il ritratto del Pierino. Bè l’effetto sulla propria autostima è assicurato!” Ma torniamo alla Flora: “vegno dall’autorimessa dei taxi e anca li ze tre zorni che non se fa veder! Dove ze el me marìo Pierino, dove ze el me Salvatore, mi senza de Lu me copo” Il Pierino è veramente preoccupato e lo si evince dal fatto che inizia a grattarsi il panzone con la punta di entrambe le mani. Più per rassicurare la Flora che per l’effettiva convinzione di sapere come trovare “EL SALVADOR” dice alla donna: “ ti Flora sta tranquilla ghe pensi mi a truà chel disgrasià del to marì, adess va a cà e pensigh no! Tel porti a cà mi!”
La Flora esce dal Bar rasserenata dalle parole del Pierino il quale subito dopo se ne esce con un: “e adess cumal’è che fem a truà EL SALVADOR?” A questo punto si scatena la bagarre sul come fare per trovarlo. C’è chi propone di chiamare la trasmissione televisiva: “Chi l’ha visto?” Chi propone di fare una colletta per ingaggiare un investigatore privato e c’è chi esagera come fa il Tino detto la Faina dicendo: “Perché non andiamo all’ufficio oggetti smarriti della Pulizia” tutti lo guardano malissimo e il Faina si ritira “nelle sue camere”.
La faccenda ad un certo punto è in una fase di stallo! È il momento del Filosofo (il Giulio): “scusate ma se Lui non volesse farsi trovare?” Silenzio assoluto, non parla più nessuno!
“Chel vora o no mi ho promis alla Flora che ghel porti a cà e inscì farò!” proclama il Pierino! Sono uscito anch’io dal Bar con la sicurezza che il Pierino avrebbe trovato EL SALVADOR e così è stato. Il Pierino lo ha trovato due giorni dopo e lo ha ricondotto a casa, un po’ malconcio ma tutto intero! Pierino sei una sicurezza!!

p.s. : dov’era finito EL SALVADOR?
EL SALVADOR era finito a Varazze, dove voleva cambiare vita facendo il ritrattista. Il Pierino è andato personalmente a prenderlo e dopo una “discussione” molto accesa, si dice che El SALVADOR abbia avuto l’illuminazione e abbia deciso di tornare a casa dalla flora! Le mani del Pierino fanno miracoli!

27 aprile 2007

RUBRICA: ALLENATORI NEL PALLONE 10

136. "Lavorare con voi è come spostare le montagne con le mani" gridava l'allenatore dalla panchina ai suoi giocatori (giovanissimi 14 anni). Allenatore pesante come una montagna.
137. "Voi non migliorate nemmeno con la bacchetta magica" gridava l'allenatore dalla panchina ai suoi giocatori di 15 anni. Ci ha provato?
138. "Devi salire e scendere non stare sempre fermo come una statua" diceva l' allenatore ad un suo allievo di 16 anni. Salire dove? e scendere dove? Ma!
139. "oggi, se continuate così, vi asfalto tutti" gridava l'allenatore dalla panchina alla sua squadra di allievi (16anni). Allenatore che tra poco sarà in mezzo ad una strada!
140. "Fede prima ti devi allargare in verticale e poi in orizzontale..." l'allenatore suggeriva ad un suo giocatore di 15 anni. Abbi fede Fede che prima o poi capirai quello che vuole il tuo allenatore!
141. "di qui, di qui...ho detto di qua, di qua..." l'allenatore gridava ad un suo giocatore che era in possesso di palla (15anni). L'allenatore (Paperino) si è dimenticati di Quo!
142. "calcia subito...BESTIA!!" l'allenatore gridava ad un suo giocatore che aveva ritardato il tiro in porta e si era fatto portare via la palla (16anni). Allenatore "animal...ista"
143. "Arrotati, arrotati, ti ho detto arrotati..." gridava l'allenatore ad un proprio giocatore di 15 anni, nell'intento di farlo girare su se stesso per cambiare gioco. Arrotati tu ma soprattutto AMMUTATI!
144. "Fausto tanto che ci sei metti la maglia degli avversari così hai completato l'opera" gridava l'allenatore dalla panchina ad un suo giocatore di 16 anni che aveva perso l'ennesimo pallone. Allenatore utile nei momenti difficili. Non è che magari lui ha sbagliato panchina?
145. "In profondo in profondo devi metterla in profondo.." gridava l'allenatore ad un proprio giocatore che era in possesso di palla (16 anni). Allenatore che ha raggiunto il fondo della comunicazione!
146."Beppe ma cosa fai lì, non vedi che sei obsoleto..." gridava l'allenatore ad un suo giocatore di 14 anni che non si smarcava. Allenatore obs-pico-patico-leto.
147."ragazzi siamo larghi come l'utostrada del sole, stringiamoci stringiamociiii"gridava l'allenatore dalla panchina alla sua squadra di allievi (16anni). L'allenatore era un parente di Mameli (stringiamoci a...)
148."Dolce sei mollissimo...non ti riconosco" gridava l'allenatore ad un suo giocatore di 15anni. Allenatore "volta gabbana"
149."mi avete rotto nel secondo tempo cambio proprio tutto" gridava l'allenatore, dalla propria panchina in preda ad una crisi di nervi, ai propri giocatori di 16 anni. Allenatore proprio tutto Psicolabile
150. "falla girare questa boccia, è sempre ferma questa boccia del..." gridava l'allenatore ad un proprio giocatore di 16 anni. Allenatore che doveva andare alla bocciofila invece di andare al campo di calcio

OBIETTIVI PER LA CATEGORIA PULCINI

  • • IL POTENZIAMENTO DEGLI SCHEMI MOTORI DI BASE

    •Correre
    •Saltare
    •Lanciare
    •Afferrare
    •Rotolare


    • L’APPRENDIMENTO DELLA TECNICA CALCISTICA

    •Esercizi per la conduzione della palla
    •Esercizi per la ricezione della palla
    •Esercizi per il calciare
    •Esercizi per il gioco di testa


    LA FORMAZIONE DEL SAPERE GIOCARE INDIVIDUALE OFFENSIVO E DIFENSIVO


    •Saper mantenere il possesso palla individuale
    •Saper prendere posizione difensiva
    •Saper superare un avversario
    •Saper difendere la propria porta




    • FORMAZIONE DEL SAPER GIOCARE COLLETTIVO OFFENSIVO E DIFENSIVO


    •Saper mantenere il possesso palla collettivo
    •La collaborazione per difendere la porta
    •La collaborazione per attaccare

14 aprile 2007

OBIETTIVI PER LA CATEGORIA PICCOLI AMICI

PICCOLI AMICI

CONSOLIDAMENTO DEGLI SCHEMI MOTORI DI BASE

•Camminare
•Correre
•Saltare
•Lanciare-afferrare
•Rotolare

•APPRENDIMENTO DELLA TECNICA INDIVIDUALE

•Conduzione
•Calciare
•Stoppare
•Fintare

FORMAZIONE DEL SAPER GIOCARE

•Saper superare un avversario
•Saper contrastare un avversario
•Saper concludere a rete
•Saper difendere la porta

09 aprile 2007

STORIE DA BAR SPORT 10

“El pibe de Oro”
Al Pierino’s Bar si sta discutendo di un argomento importante “quasi” esistenziale, la tematica è di quelle "pesanti", oserei dire di quelle che lasciano un segno nella vita di un uomo.
L’argomento è: “Ma quale è stato il più grande giocatore di calcio di tutti i tempi?” Eh si l’argomento è "tosto" e io mi faccio tirare dentro e come sempre dico la mia: “Secondo me il giocatore di calcio più forte di tutti i tempi è stato il Diego Armando Maradona”. Mentre lancio questa sentenza, nella mia mente riaffiora un ricordo, bello quasi da raccontare, ma per la paura di perderlo preferirei tenermelo ed ogni tanto farlo uscire dalla scatola d’oro dei ricordi dove si trovano quelli più belli; ma a volte riaffiorano da soli senza richiamarli basta un nome, un gesto o un profumo e parte il film: “Lo vidi giocare per la prima volta a Como. Allora ero un allenatore del settore giovanile del Calcio Como. Quella domenica la mia squadra, i giovanissimi regionali, aveva giocato al mattino ed io avendo il pomeriggio libero andai allo stadio Sinigallia proprio per vedere Lui. Volevo vederlo da vicino e allora chiesi al mio responsabile il sig. Favini di potermi recare nei pressi degli spogliatoi, precisamente nel così detto antistadio dove le due squadre, di solito, prima della partita effettuavano il riscaldamento. La partita di campionato di serie A era Como – Napoli. Gli altri giocatori erano già fuori da dieci minuti quando Lui uscì dalla sala massaggi. Tutti a guardarlo, tutti ad osservare ogni suo movimento. I giocatori delle due squadre si voltavano per rimirare “sua altezza il gioco del calcio”. Era proprio Lui: folta chioma riccia, maglia numero dieci, calzettoni abbassati, calzoncini attillati a vita alta e un pallone in mano che sembrava facesse parte del suo corpo, un corpo così tozzo e poco aggraziato. Lanciò la palla e tutto si fermò anche il mio respiro. Guardavo solo la palla e aspettavo l’impatto sul suo piede magico, il piede sinistro. L’impatto fu magia pura: la mia respirazione riprese, i giocatori continuarono a riscaldarsi e le persone presenti continuarono a fare il loro lavoro. Palleggiava senza prestare troppa attenzione alla palla si guardava in giro come se cercasse un posto per essere, come al solito, originale e attirare l’attenzione con qualche virtuosismo e lo trovò. Cominciò a palleggiare contro la saracinesca del garage degli spogliatoi. Faceva un rumore assordante e fastidiosissimo. Il magazziniere, dopo aver sentito il rumore, uscì dallo spogliatoio di corsa per riprendere chi si stava permettendo di fare quella azione così poco responsabile. Appena uscì si rese conto che il soggetto da “cazziare” era Lui il Maradona e così… gli si avvicinò in punta di piedi e gli disse molto gentilmente: “mi scusi signor Maradona ma lei qui non può palleggiare”. Lui rispose solo un: “mi scusi ha ragione ora mi sposto”. Il Pibe de Oro si guardò in giro di nuovo, e la palla non cadeva, e vide nei pressi il pilastro dei riflettori dello stadio e riprese a palleggiare contro di esso. Questo grosso palo era circa un metro di diametro ed era tutto sagomato, Lui palleggiava contro di esso come se fosse una parete appena intonacata. Uno spettacolo: 10, 15 palleggi e la palla non cadeva. Colpi di tacco, tocchi d’esterno piede e la palla non cadeva. Poi decise di fermare ancora tutto e tutti, fermò la palla sul suo piede sinistro e fu in quel momento che nel mio cervello si stampò l’immagine di che cosa fosse per me il gioco del calcio. Il gioco del calcio era Lui il Diego Armando Maradona”.
“Ma va il Maradona era solo un giocatore che era capace di virtuosismi con la palla. Il vero giocatore di calcio è colui che sa giocare con la palla e senza palla”. Chi interrompe il mio sogno ad occhi aperti è il Claudio un ex giocatore di serie C che attualmente fa l’allenatore in Eccellenza. “Si è vero Claudio un giocatore non si giudica solo per la sua abilità con la palla, ma ti assicuro che il Maradona era un giocatore completo e che all’occorrenza sapeva sacrificarsi anche per la squadra”ribatto io. “Si ma per essere dei grandi bisogna essere anche d’esempio ai giovani e caro il mio professore il Maradona non era un gran bell’esempio”. Il Claudio vuol essere cattivo e vuol confondere l’aspetto prettamente sportivo con l'aspetto umano, ed è a questo punto che mi scaldo un pochino e inizio un monologo un po’ disarticolato ma accorato in difesa del (scusami Diego) mio Maradona: “E’ vero Maradona non è mai stato un modello di serietà e di correttezza fuori dal campo. Lui è stato un grande in campo, Lui ci ha fatto sognare, ci ha fatto sperare, Lui nel calcio è stato la rappresentazione della realizzazione dell’impossibile. È stato leggero ma non è stao mai frivolo o banale. Maradona nel calcio ha sempre ricercato la semplicità e nel raggiungerla ha toccato vertici di genialità assoluta. Noi tutti almeno una volta abbiamo fatto qualche cosa di poco corretto e ci siamo nascosti per la paura delle conseguenze. Lui ha sbagliato e ha pagato e sta pagando sulla sua pelle quello che noi abbiamo voluto che Lui fosse. È stato un nostro giocattolo ed ora che si è rotto lo si butta via non riconoscendo nemmeno che è stato il nostro gicattolo preferito. No non ci sto! Maradona è stato e sarà il più grande giocatore di calcio che sia mai esistito”. Sono accaldato, tutto sudato e sono in piedi in mezzo al bar. C’è silenzio, nessuno si aspettava da me una reazione del genere o forse se l’aspettavano e sono contenti di averla sentita e vista? Non so. Mi siedo e mentre sto decidendo di andarmene mestamente dal bar, il Pierino prende la parola: “El professor el ga rasun el Maradona le sta el pusè grand de tuct, e guai a di el contrari nel me bar!!”
Pierino ti voglio bene!

08 aprile 2007

DAL MANIFESTO DELLO SPORT

Lo sport sa parlare alle persone con un linguaggio semplice, per dire cose importanti:

  • che occorre impegnarsi per realizzare le proprie mete e aspirazioni, senza tuttavia cadere nel culto della perfezione fisica;
  • che bisigna prendere coscienza dei propri limiti e capacità;
  • che la vittoria e la sconfitta fanno parte della vita e quindi bisogna saper vincere senza ambizione, prepotenza e umiliazione dell'avversario, e bisogna saper accettare la sconfitta con la consapevolezza che non si tratta di un dramma irreparabile e che la vera vittoria ciascuno la ottiene dando il meglio di se stesso.

HO SCESO, DANDOTI IL BRACCIO

Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio
non già perchè con quattr'occhi forse si vede di più.
Con te le ho scese perchè sapevo che di noi due
le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate,
erano le tue.

E.Montale

04 aprile 2007

LEGGIAMO E MEDITIAMO

Leggi la seguente favola e prova a riflettere sul suo significato.
In un tempo lontano viveva in Cina un potente imperatore il cui figlio, principe ereditario, cresceva negli agi e nella dissolutezza al punto tale che un giorno l'imperatore decise che gli occorreva un valido precettore. Fu chiamato a corte un sapiente mandarino a cui l'imperatore disse: "Tu farai in modo che, seguendo i tuoi insegnamenti, il principe divenga saggio e giusto. Se non saprai fare ciò pagherai con la testa". Sconvolto il mandarino andò dal suo vecchio maestro con il quale si lamentò a lungo: "Il principe è un pigro,uno svogliato, timoroso dei cambiamenti e incline a seguire ogni giorno un sentimento e una moda diversi. Chi più sventurato di me, maestro! Cosa posso fare?".
Il vecchio maestro rimase in silenzio a fissare il fuoco presso cui sedevano e infine disse: "Sono contento che Ti sia toccato in sorte un tale incarico poiché per assolverlo dovrai lavorare a lungo anzitutto per cambiare te stesso".