09 novembre 2006

Dall'archivio del CORRIERE DELLA SERA. 3 agosto2006 "BAGDAD: 12 BAMBINI DILANIATI DA BOMBE ANTIUOMO MENTRE SI DIVERTIVANO GIOCANDO A PALLONE"

Ho immaginato l'orrore e il terrore di un genitore di un bambino di Bagdad trucidato in un campetto di calcio. Ho scritto questo breve racconto forse per ricordare a me e a chi lo leggerà che i bambini sono le vittime delle pazzie degli adulti.
"Padre vado a giocare con i miei amici a calcio nel campo qui vicino, posso?" La domanda era una di quelle che non ammetteva un rifiuto. Mio figlio AZIZ aveva sempre voglia di giocare con quella palla che gli avevo regalato per il suo compleanno. I suoi amici lo aspettavano e lui non poteva farli aspettare, avevano voglia di GIOCARE. Come si fa a spiegare ad un bambino di 12 anni le paure di un genitore per i pericoli che questo momento storico del nostro paese sta riservando proprio a loro: i bambini, il nostro futuro. LUI aveva voglia di GIOCARE ed io non potevo parlargli di bombe, di proiettili vaganti e di schegge impazzite. NON puoi parlare di morte ad un bambino che ha voglia di giocare.Di giocare soprattutto a calcio lo sport che lui amava e che tu amavi. AZIZ era li davanti a me, mi guardava e aspettava il mio consenso. Sorridemmo entrambi e LUI capì che per me poteva andare, AZIZ mi strinse a sè e senza darmi il tempo di tenerlo stretto un attimo tra le mie braccia scappò via. AZIZ aveva voglia di giocare!
Continuai le mie faccende tranquillamente, quando tuo figlio sta giocando tu sei sempre tranquillo. Pensavo a LUI e quanto amore tra noi, pensavo al suo futuro a quanto avrebbe dato a questo PAESE LIBERO. Pensavo a cosa avrei provato a vederlo laureato in medicina, IL MIO sogno, IL SUO sogno. Stavo appunto sognando ad occhi aperti quando un boato mi svegliò di colpo. Una bomba! un'altra bomba! Questa era vicina però, troppo vicina! AZIZ dove sarà...? di corsa uscii di casa, la gente correva in tutte le direzioni gridando e piangendo...mi batteva forte il cuore e respiravo con fatica...stavo correndo verso il campo di calcio...piangevo, urlavo e pregavo:"AZIZ AZIZ ...AZIZ..." Arrivai al campo, ma al posto del campo c'era una buca e ai bordi della stessa molte persone che non avevano il coraggio di entrare in quell'inferno. Entrai lentamente, cercavo il mio AZIZ... dov'era il mio AZIZ...? Vedevo corpi di bambini trucidati ma nessuna traccia di AZIZ. Guardavo quei piccoli corpi straziati e l'angoscia aumentava...AZIZ non c'era!!
Erano 12, li raccogliemmo, li pulimmo e li caricammo sui mezzi di soccorso...piangevo e mentre abbracciavo il padre di uno delle piccole vittime sentii una voce: "PADRE, PADRE, PADRE...!" "AZIZ!!!" urlai con tutto me stesso, "AZIZ!!!" correndo verso di lui...era VIVO, era VIVO!!! LO abbracciai, lo baciai e prendendolo in braccio lo riportai a CASA!!!
Sono passati alcuni giorni da quel triste momento e tutte le notti quell'incubo mi fa visita!
La cosa che mi terrorizza di più, comunque, è il ricordo delle parole di quel padre che abbracciai:
"LAVEREMO CON IL SANGUE QUESTO DOLORE!!!"

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