13 novembre 2009

VALERIA

VALERIA
Valeria arrivava al campo da calcio con le gote color vermiglio, sorrideva appena mi vedeva e mi salutava con semplice: “ciao OBI-UAN mister RU”. Era tutta particolare Valeria, si esprimeva con un linguaggio tutto suo, a volte era incomprensibile, ma il più delle volte era spiritosa, divertente e le sue parole ti facevano ridere anche nei momenti più seri. Ti ispirava tenerezza quella bambina dagli occhi convergenti e dal nasino a forma di uncino rovesciato. Si vestiva anche in modo particolare: in testa portava sempre un cappellino di lana che gli aveva sferruzzato la nonna e che non smetteva mai, neppure quando giocava, era ormai parte di lei in qualsiasi momento della giornata. Il sospetto che lo utilizzasse come fazzoletto da naso era fondato, visto che su di esso c’erano anche delle piccole chiazze biancastre diffuse in ordine sparso. Il copricapo in questione era di colore nero. Valeria arrivava sempre per prima al campo perchè era l’unica bambina che faceva parte della squadra dell’Istituto Comprensivo di Lainate e quindi aveva la necessità di cambiarsi da sola; ecco che allora mezz’ora prima degli altri arrivava lei con la sua bicicletta di colore nero fumo di lontra (la definizione era sua), entrava nello spogliatoio si metteva gli abiti sportivi ed usciva ad aspettare gli altri. A proposito di abiti sportivi: anche qui la sua originalità toccava i limiti della decenza e del regolamento. Si vestiva con i pantaloni neri,lunghi sino alla caviglia e larghissimi all’interno dei quali le sue gambe si perdevano. Metteva poi un maglione di colore giallo allampanato che dava fastidio solo a guardarlo. È inutile dire che il numero che portava sulla schiena era l’1. Le mani le infilava nei guanti che erano almeno tre misure più grandi , per lei erano guanti magici perché li aveva avuti in dono dal suo idolo: Pierluigi Buffon. Lei sognava di diventare il Buffon al femminile del calcio italiano. Vedeva e aveva visto tutte le sue partite, a volte in televisione e a volte in diretta allo stadio. Andava allo stadio di Torino quasi tutte le domeniche, accompagnata dal padre tifosissimo della Juventus. Conosceva tutte le caratteristiche del fuoriclasse Juventino e si ispirava a lui durante gli allenamenti e le partite. Buffon era il suo eroe e il suo modello. Lei non era come tutte le altre bambine che impazzivano per gli attori o i cantanti famosi, lei impazziva per lui il portiere più bravo del mondo: Pierluigi Buffon!
Tornando allo spogliatoio: Valeria, dopo essersi cambiata, aspettava tutti seduta sui gradini dell’ingresso degli spogliatoi. Le sue gambe lunghissime e ben distese arrivavano sino all’ultimo dei tre grandi gradini in granito rosa di Sardegna, che si trovavano davanti al cancello d’ingresso e che se si voleva accedere agli spogliatoi si dovevano affrontare con qualche difficoltà. Le braccia altrettanto lunghe e ben distese occupavano tutta la larghezza del cancello. Così Valeria controllava l’entrata e sembrava una vera portinaia, anzi una vera PORTIERA. Valeria era infatti il portiere della squadra under 12 di calcio dell’Istituto. Una squadra che lei adorava, la faceva sentire parte di un gruppo, parte di una famiglia, un porto tranquillo che nella vita non aveva mai avuto. Per lei questa squadra era un territorio conosciuto e amato, dove si parlava un linguaggio comprensibile e condiviso, dove si tornava sempre volentieri. Per Valeria questa squadra era una sosta nel lungo viaggio della vita. Ma torniamo al calcio!Un particolare non trascurabile: Valeria era brava quanto un maschio, anzi di più! L’aneddoto che voglio raccontare è legato a questo aspetto, anzi ne è l’antefatto: “Sono le 14.30 di un giovedì pomeriggio di una primavera, che di primavera non ha nulla, fa un freddo becco infatti. Siamo a Milano in via Cilea n°51 al campo dell’Accademia Internazionale e sta per iniziare la finale provinciale under 12 di calcio a cinque tra il nostro istituto comprensivo “Fermi” di Lainate e l’Istituto Comprensivo “Muratori” di Cornaredo. Noi in tenuta rosso blu, i nostri avversari in completo verde pisello. Io sono l’allenatore in panca e in porta, con noi ovviamente, c’è Valeria. Ai bordi del campetto ci sono dei familiari (5), gli autisti dei bus (2) e qualche curioso, insomma c’è il tutto esaurito e sono rimasti solo posti in piedi. L’inizio della partita è un po’ contratto è un continuo batti e ribatti, le squadre non vogliono prendere gol e pensano più a difendersi che a costruire buone trame di gioco per farlo il gol. Siamo noi ad aprire le segnature con un tiro al sette del Rino. Loro ci tentano in tutti i modi ma Valeria si supera parando l’imparabile. Il nostro secondo gol arriva dopo cinque minuti con un’altra bomba del Tano che piega le mani al portiere avversario. Dopo due minuti l’arbitro assegna un calcio di rigore alla squadra avversaria per un fallo di mano (netto) del solito Pila! Valeria…PARA! Finisce il primo tempo e si vince 2 a 0! Nel secondo tempo non cambia la musica: loro attaccano e “NOI” pariamo tutto o meglio Valeria para tutto. A due minuti dalla fine la loro punta, certo Nello, fa un gol di fortuna dopo una carambola interminabile, la palla prima di entrare tocca ben quattro gambe. A questo punto loro cominciano a crederci più che mai, ma Valeria si supera in almeno tre occasioni e salva il risultato! CAMPIONI PROVINCIALI DI CALCIO A 5!! Tutti a portare in trionfo Valeria che è stata la vera eroina della partita. È a questo punto che mi si avvicina una persona (della quale non farò il nome) che io conosco da anni perché fa l’osservatore per il settore giovanile di una società professionistica di serie C (che non citerò) che mi dice: “senti Giuliano che ne diresti di mandarci questo portiere per un provino? E’ veramente forte questo Valerio…non è da Inter ma per noi potrebbe andare” rimango basito, non so se ridere e rispondere che non si tratta di “un” ma di “una”. Sto zitto gli sorrido e rispondo: “vedremo prima di mandartelo lo voglio provare io all’Inter e casomai dopo si vedrà…” il mio interlocutore fa un cenno di assenso e se ne va dicendomi: “fammi sapere noi siamo veramente interessati a questo VALERIO”. Lo saluto e girandomi me la trovo di fronte Valeria tutta contenta e sorridente, l’abbraccio e le faccio i miei complimenti dicendole una cosa che la farà sicuramente felice: “Valeria il nuovo Buffon del calcio del calcio femminile!” ride prende il cappello di lana tra le mani e … si soffia il naso! Nooo!

1 commento:

Anonimo ha detto...

Sempre belli i tuoi personaggi...