27 febbraio 2009

IL GIOCO DEL CALCIO E' UN GIOCO SITUAZIONALE

IL CALCIO E’ UNO SPORT DI SITUAZIONE !Quindi uno sport dove l’avversario ti contrasta in qualsiasi zona di campo anche col contatto fisico condizionando( secondo dopo secondo) le varianti spazio tempo e tutto ciò prima durante e dopo l’esecuzione del gesto tecnico!PRIMA: Gli allenatori spesso affermano” nel calcio attuale non hai più tempo di ricevere–osservare –decidere ed -eseguire ma dovrai osservare-decidere ed eseguire” FALSO anche nelle generazioni di giocatori precedenti la raccolta dati, funzionali al raggiungimento dell’obiettivo prescelto condizionavano il gesto e la riuscita dell’azione , di certo, è cambiata la velocità, con la quale la situazione muta.e di conseguenza i tempi di comprensione ed esecuzionePer cui un’attenta ed ISTRUITA valutazione delle informazioni più utili (non tutte le informazioni sono utili, anzi) determinano fortemente la funzionalità del gesto e di conseguenza del risultato (il fine ultimo è sempre il risultato non il gesto, il gesto è da considerare un mezzo)DURANTE : Quando gestisco il contatto con la palla visto il carattere situativo ed invasivo di questo sport dovrò allo stesso tempo dominare palla sotto pressione ed osservare l’ambiente DOPO :La dominanza collaborativa negli sport di squadra richiede una spiccata predisposizione a riconoscere la posizione migliore da assumere per facilitare le opzioni del nuovo possessore della palla, molto semplicemente gioco palla ed aiuto i compagni(smarcamento) collocandomi nella posizione migliore per farlo sia in fase d’attacco che in fase difensivaOra riflettiamo sul fatto che, il prima ed il dopo sono senza palla(come-dove quando mi muovo) ma necessiteranno di una comprensione educata del contesto situazionale che andrà allenata ed il durante con la palla non scapperà al principio di situazionalità da allenare,Lo smarcamento è il principio dominante nel bagaglio di tattica individuale in fase di possesso che ogni giocatore dovrebbe possedere.La rilevazione dei dati sul possesso palla individuale ci dice che massimo sarà (nei giocatori più dotati)di circa 3 minuti a partita, mentre nei rimanenti 57 minuti (considerando 60 minuti effettivi) il giocatore si muoverà per difendere ed attaccare senza possesso palla; e quindi avrà a disposizione circa 28 minuti per smarcarsi quando la sua squadra avrà il possesso palla.Allora mi chiedo se gli allenatori dedicano abbastanza tempo a questi 28 minuti(che sappiamo essere fondamentali) facendo conoscere ai giocatori i segreti del movimento senza palla ! E soprattutto quanto tempo e cosa è stato proposto per far conoscere questo importante principio di tattica individuale nella loro formazione di “scuola calcio”,e risottolineo scuola calcio

20 febbraio 2009

TECNICA DI BASE E TECNICA APPLICATA

INTRODUZIONE: TECNICA DI BASE E TECNICA APPLICATA La tecnica calcistica è il complesso delle abilità inerenti i movimenti che il giocatore è chiamato a compiere durante la gara, quando si trova in contatto o comunque in relazione con la palla.Sotto il profilo didattico, che è quello che maggiormente intendo sviluppare, si parla di tecnica di base, che consiste nel contatto uomo - palla, a prescindere da ogni fase dello sviluppo del gioco, e di tecnica applicata, che è invece relativa a tutti quegli accorgimenti per mezzo dei quali i fondamentali vengono espressi in relazione allo sviluppo del gioco, tenendo conto dei compagni e degli avversari, il tutto nella forma più redditizia per lo sviluppo dell’azione.La tecnica di base è dunque un contenuto didattico preliminare, ma insostituibile, anche se non sufficiente per la formazione del calciatore che dovrà, per essere completo, perfezionare la sua tecnica globale in situazione di gioco.Per questo motivo ritengo che l’allenamento moderno debba considerare entrambi gli aspetti della tecnica. Per capire però quale peso dare nell’allenamento a tecnica di base e tecnica applicata, o meglio, quale relazione esista tra loro, ho voluto definire molto brevemente come si sia evoluto il concetto di “gioco del calcio” in questi ultimi 20 anni: tutto ciò al fine di determinare come sia cambiato con il modo di giocare anche il modo di allenare. So che esistono molti modi di intendere il calcio moderno e altrettante applicazioni, ognuna legata a qualche grande nome di allenatore: a prescindere da essi, il mio obiettivo nel corso di questa trattazione è di definire quali per me siano le priorità e le metodiche più appropriate e suggerire in questo senso una serie di esercizi di allenamento.

2 ball drill

31 gennaio 2009

AGGIORNAMENTO AGLI ALLENATORI DI ABU DABI (EMIRATI ARABI)


UNA SETTIMANA AD ABU DABI

La capitale per la maggior parte sofisticata e moderna degli Emirati Arabi Uniti presenta un misto affascinante di tradizione e progresso. Con una storia ricca di tradizione risalente a circa il 3000 AC, Abu Dhabi mantiene un carattere più prettamente arabo rispetto alla luccicante Dubai.

Nel periodo dal 23/1/09 al 30/1/09 ho soggiornato ad Abu Dabi e ho sviluppato un corso di aggiornamento per gli allenatori associati all'Abu Dabi Concuil. L'esperienza oltre a risultare molto interessante sotto l'aspetto tecnico mi ha permesso di visitare un luogo SUGGESTIVO E RICCO DI UNA CULTURA DIVERSA DALLA MIA. Ho visitato le strutture sportive che oserei definire AVVENIRISTICHE sia per il livello di progettazione sia per la bellezza estetica. ho conosciuto persone veramente interessate alle problematiche dell'attività calcistica giovanile. Esperienza veramente POSITIVA

15 gennaio 2009

LA TATTICA CALCISTICA INDIVIDUALE

LA TATTICA CALCISTICA
La tattica può essere sia collettiva, sia individuale.
Tattica collettiva: è un’azione coordinata tra due o più giocatori, tesa ad ottenere uno scopo determinato in precedenza.Tattica individuale: sono tutti quegli accorgimenti e movimenti per mezzo dei quali la nostra prestazione risulta utile ed economica.
La tattica va eseguita con autonomia da ogni giocatore della partita. Ogni calciatore deve essere autore del disegno tattico. Ognuno è responsabile e quindi ha libertà decisionale in fatto di modi, tempi, spazi, scelta, esecuzione, tenendo pur conto dei movimenti degli altri.
Attenzione che senza la tecnica non si può fare tattica. Quindi i bambini o gli adulti dilettanti, devono essere istruiti sulla tecnica. Non si può insegnare un disegno tattico o studiare movimenti preordinati se non si è in grado di gestire il pallone.Il giocatore ideale è quello che possiede una tecnica precisa e rapidità d’esecuzione abbinata a ripetuta velocità di spostamento, inserita in azioni di gioco, con una rapida e variegata capacità di decisione tattica.Il tempo è la chiave per giocare a calcio. Tempo di marcamento o smarcamento, tempo di battuta, tempo di passaggio ecc…..Il lavoro dell’allenatore deve essere rivolto a migliorare i tempi di gioco, non sull’applicazione passiva da parte dei giocatori, di schemi preordinati e tempi fissi. Il calcio è uno sport di situazione, non si può prevedere cosa succederà durante la partita, quindi l’allenatore deve abituare i propri giocatori ad autonomia decisionale in un sistema chiaro a tutti.
Possiamo dividere la partita di calcio essenzialmente in due parti ben distinte:
Fase di possesso palla (la mia squadra ha la palla, indipendentemente dalla posizione del campo e dal giocatore)
Fase di non possesso palla (la squadra avversaria ha la palla, indipendentemente dalla posizione del campo e del giocatore)
Nella tattica individuale in fase di possesso palla il giocatore deve conoscere:
Lo smarcamento: in zona luce (zona dove sia possibile ricevere la palla); in diagonale
Difesa e protezione della palla: ad ogni ricezione devo mettere il corpo a protezione della palla; andare sempre in contro alla palla; andare sempre sul punto di caduta su palloni che arrivano dall’alto
Passaggio: la precisione determina il vantaggio rispetto alla conduzione della palla: è più veloce; supero più avversari in un colpo solo; determina meno consumo energetico
Guida della palla, finta e dribbling
Tiro in porta
Nella fase di non possesso palla, deve conoscere:
Presa di posizione: in diagonale rispetto alla palla; rientrare verso la porta
Marcamento: a uomo (la posizione è determinata dall’avversario); a zona (la posizione è determinata dalla palla)
Intercettamento e/o anticipo: contrasto diretto; contrasto indiretto (mettere in zona d’ombra l’avversario)
Difesa della porta: difendere il portiere nei suoi interventi; non girarsi in occasioni di possibili tiri degli avversari; copertura di parte della porta con il corpo; non ostacolare il proprio portiere

05 gennaio 2009

IL CALCIO E' EDUCATIVO

Il calcio è un valore in sé perché insegna:
· Il rispetto per l’altro, per l’avversario e per le regole;
· La solidarietà;
· La lealtà;
· Il sentirsi parte di un gruppo ed esserne orgogliosi;
· …
Il calcio grazie alle sue principali caratteristiche e ai suoi valori dovrebbe educare. “L’educazione – dice Kant – è il più grande e difficile problema che possa essere proposto”. E’ proprio in questo senso che il calcio potrebbe dare un sostanzioso contributo ai diversi educatori che incontriamo nella nostra vita, dai genitori, agli insegnanti, agli allenatori. Soprattutto la scuola dovrebbe insegnare, o meglio, far capire ai ragazzi i valori che lo sport può trasmettere; perché questa attività ti insegna a stare con gli altri, a prefiggersi degli obiettivi e poi faticare per raggiungerli, insegna a rispettare le regole e gli avversari, insegna quei valori e quei punti saldi che aiutano nella vita di tutti giorni e permettono di vivere come membro attivo della società.

21 dicembre 2008

CONVEGNO SUL CALCIO GIOVANILE DI VERZUOLO (CN)

UN CONFRONTO IMPORTANTE TRA SCUOLE CALCIO EUROPEE
LUNEDI’ 24.11.2009 VERZUOLO-CUNEO
Il rischio per noi istruttori che operiamo nell’attività di base è quello di fossilizzarsi in metodi, in contenuti e in proposte che poi con l’andar del tempo diventano obsoleti. Come fare allora per essere sempre aggiornati e pronti a soddisfare le motivazioni dei nostri allievi? Sicuramente una delle cosa da fare è quella di auto-aggiornarci e documentarci su nuove metodiche o su proposte per mezzo di libri, riviste come “IL NUOVO CALCIO”, CD, DVD e chi più ne ha più ne metta. Ma da un po’ di tempo mi sono reso conto che uno dei modi più efficaci è quello del confronto con altre esperienze o addirittura con altre culture a volte non solo calcistiche. Ecco che quando mi invitano a partecipare ad una giornata di confronto di metodologie di allenamento corro con entusiasmo e curiosità. Così ho fatto quando l’amico Ermanno De Maria responsabile della scuola di perfezionamento calcistico ASD Excellent e allenatore dei Pulcini del Torino F.C. mi ha invitato per lunedì 24 novembre presso il centro sportivo di Verzuolo ad UNA GIORNATA DI DIVULGAZIONE DELLE METODOLOGIE DI ALLENAMENTO RIVOLTE AL SETTORE DELLA ATTIVITA’ DI BASE. Le società presenti, qui di seguito presento l’elenco delle società con i corrispettivi relatori, erano davvero prestigiose ed importanti nell’elitè del panorama calcistico europeo.
SOCIETA’ E RELATORI
AIAX DI ASTERDAM
MICHEL KREEK

ESPANYOL DI BARCELLONA
ISAAC GUERRERO HERNADEZ

F.C. INTERNAZIONALE
G. RUSCA S. BELLINZAGHI

A.S. ROMA
MARCO ROSA

F.C. TORINO
SILVANO BENEDETTI

La giornata è stata così organizzata:
· Dalle 15.00 alle 18.00 la parte pratica. Ogni relatore, contemporaneamente agli altri, ha esposto sul campo in sintetico di Verzuolo (Cn) due sessioni di allenamento di un’ora e mezzo l’una. A disposizione aveva un gruppo (12 ragazzi) gli allievi della scuola calcio A.S.D. Excellent di Verzuolo;
· Dalle 20.00 alle 23.00 presso il Salone d’Onore della Città di Cuneo si è svolto il dibattito-confronto sul tema: “NUOVE METODOLOGIE DI ALLENAMENTO APPLICATE ALL’ATTIVITA’ CALCISTICA DI BASE”. Il moderatore della serata è stato il noto giornalista Paolo Bargiggia.


Alla giornata hanno partecipato circa cento tra allenatori, responsabili tecnici e dirigenti di società. Questi si sono dimostrati particolarmente interessati sia alla parte pratica sia a quella teorica, molti infatti sono stati gli interventi sia sul campo sia in aula. Io oltre a preoccuparmi di esprimere il nostro lavoro al meglio mi sono interessato, soprattutto sul campo delle proposte dei colleghi. Ecco, prese dai miei appunti, le esercitazioni , secondo me più significative dei vari relatori.

30 ottobre 2008

MIO FIGLIO DIRA' DI NO?

MIO FIOGLIO DIRA’ DI NO?
Caro Presidente della Repubblica Italiana GIORGIO NAPOLITANO
Sono un padre di famiglia, ho cinquant’anni e vivo a Milano. Come tutti i buon padri di famiglia di questa bella ITALIA non vedo l’ora che tutte le sere venga il momento della cena per ritrovarmi di fronte tutta la mia splendida famiglia. Siamo in quattro: io, mia moglie e i miei due splendidi figli (un maschio e una femmina). La “bimba”, per me lo rimarrà sempre, ha 25 anni fa l’università e ha quasi finito si sta specializzando in informatica. La sua voglia di far bene le si legge nei suoi bellissimi occhi verdi, che per fortuna sua ha preso dalla mia splendida consorte. È tranquilla, studia, aiuta la mamma nelle faccende di casa e si vive una bella storia d’amore con un suo coetaneo. Quando penso a lei sto tranquillo, sono sereno, sono sicuro che il suo futuro farà la gioia del suo papà. Poi c’è lui il mio giovane figlio maschio. Ha 16 anni, fa la terza liceo con buoni risultati e non perché è mio figlio (questa è una frase di mia madre quando parlava di me) ha una intelligenza brillante. Ha un’energia traboccante che mette in tutto ciò che fa! Caro Presidente in lui vedo la mia voglia di cambiare il mondo, la voglia di essere protagonista della vita di questa società.
Ieri sera mentre si stava cenando se ne esce, così come fanno i giovani senza prepararti senza introdurre l’argomento, con questa frase: “domani vado in centro a manifestare contro la riforma della scuola, vado a urlare che non ci sto!” Io e mia moglie ci siamo guardati in faccia e ci siamo trasmessi a vicenda un senso di preoccupazione. Signor presidente nostro figlio ha solo sedici anni e non conosce ancora la cattiveria della faziosità, la vigliaccheria della provocazione, vive tutte le cose che fa molto spontaneamente credendoci fino in fondo e Noi abbiamo il timore che lui possa entrare in qualche dinamica che qualche “provocatore pronto a tutto” abbia vigliaccamente già premeditato. Siamo preoccupati signor Presidente. Questa paura ci ha portati a consigliargli di starsene a casa o di andare a scuola a seguire le lezioni di quei professori che non hanno scioperato. Può ben immaginare la reazione di nostro figlio. Ci ha tacciati di reazionari (a me reazionario!), che siamo vecchi senza più speranze, senza più futuro e che lui sarebbe andato alla manifestazione con o senza il nostro permesso. Cosa rispondere? Da una parte mi sentivo offeso per tutti quegli improperi, dall’altra ero orgoglioso di avere un figlio che vuol dire la sua e che soprattutto vuol dire NO quando c’è qualcosa che non gli sta bene.
Mentre Le scrivo Lui sta manifestando ed io ho il cuore in subbuglio e quasi in gola. Scrivo e mi rivedo circa trent’anni fa: ero giovane, spensierato, mia moglie dice bello (mah?)e soprattutto pieno di ideali, progetti e speranze e anch’io manifestavo. Ricordo che in una manifestazione mentre urlavo slogan contro tutto e tutti si avvicinò a me un giovane con due “sampietrini” in mano e mi disse:”dai lanciane uno anche tu, tiriamolo addosso a quei pulotti fascisti!” Mi ricordo come se fosse oggi , lo guardai intensamente e sdegnato gli risposi:”NO IO NON LO FACCIO”.
Caro PRESIDENTE la domanda che faccio a lei e che non mi ha fatto dormire questa notte è la seguente:” Mio Figlio riuscirà a dire di NO?”

Con Rispetto un padre in apprensione

30 settembre 2008

L'ALLENATORE DI CALCIO OGGI

In questi ultimi anni, la figura dell’allenatore ha assunto un ruolo molto complesso e ciò è dovuto soprattutto ai continui progressi registrati in ambito scientifico (metodologie d’allenamento), tattico ed organizzativo, all’invasione sfrenata di calciatori stranieri, l’introduzione della libertà di svincolo (legge Bosmann) ed i continui cambiamenti gestionali all’interno dei club. L’allenatore, in tutto questo contesto, deve rappresentare il punto di riferimento, quindi essere un tramite tra i giocatori e la società e, nello stresso tempo, rispettare le regole di programmi all’uopo discussi con la dirigenza. Deve in pratica guidare il gruppo, cercando di creare ed instaurare con le varie componenti un buon rapporto, sia in campo che fuori, mostrare consapevolezza e competenza nella propria funzione di guida, possedere una capacità professionale elevata, accompagnata da una forte personalità e, infine, possedere la necessaria esperienza. Proprio perché vi è una costante evoluzione calcistica, l’allenatore deve sempre aggiornarsi pur portandosi dietro importanti esperienze maturate in passato, positive o negative che siano. Quanto tempo è passato dal vecchio “Metodo di Pozzo” che portò l’Italia alla conquista di due titoli mondiali! Si è passati da un calcio “champagne” dei vari Sivori, Rivera, Suarez e Corso, che con i loro tocchi di classe infiammavano le platee, ad un calcio senza anima, frutto di duri e rigorosi allenamenti e di continui esasperanti moduli tattici che non lasciano più spazio alla creatività, all’estro e alla fantasia. Oggigiorno, l’allenatore deve inoltre operare con una equipe di persone competenti (preparatore atletico, allenatore in seconda,medico, psicologo, massofisioterapista etc.) e con loro lavorare all’unisono. La personalità dell’allenatore è la capacità di confrontarsi e migliorarsi per tener compatto il proprio gruppo. Caratteristiche importanti sono: la valutazione, l’osservazione, la creatività ed una certa dose di autocritica. Tenere un comportamento irreprensibile, badare a formare con attenzione un ambiente pulito, allontanare le possibili critiche dopo qualche risultato negativo, trovare soluzioni ideali per fare coesistere le varie diversità che derivano da fattori quali: educazione, affetto, ambiente, cultura, civiltà ed alimentazione. Una dote importantissima è quella di non tradire mai se stesso e la propria filosofia, essere cioè convinto dei propri mezzi, mostrando fermezza circa la scelta degli undici da mandare in campo, comportandosi in modo razionale e con psicologia per riuscire a cogliere, nel modo di comportarsi dei giocatori, sintomi dei loro problemi senza tuttavia dare mai l’impressione di voler entrare all’interno della privacy di ognuno. Senza queste necessarie premesse metodologiche, si correrebbe il rischio di fallire, sia nei risultati, sia nell’immagine della propria credibilità, creando all’interno del gruppo insanabili fratture assai difficili da ricomporre. Altro concetto importante è quello riguardante l’identità personale e l’autostima che ci dà la consapevolezza di essere in grado di capire le nostre reali potenzialità in base alle esperienze positive conseguite nel corso degli anni ed essere quindi in grado di combattere e vincere le difficoltà che ci si pongono davanti. Parimenti l’allenatore deve essere in grado di mostrare competenza ed autonomia di giudizio, accompagnata però da semplicità e chiarezza comunicativa, per realizzare un rapporto di empatia basato sull’ottimismo.

11 settembre 2008

ECCO IL MIO NUOVO LIBRO


Autore: Giuliano Nerio Rusca
Titolo: Pierino's bar
STARRYLINK EDITRICE
Collana BorderLine
Genere: Racconto umoristico
Il breve romanzo è dedicato all’omonimo bar che l’autore ama frequentare quotidianamente, esso si anima delle presenze che egli incastona sapientemente ed in modo esilarante nelle sue mura: la Carmen , Ambrogio, il Pierino, il Pasquale, la Luci a , l’Alberto, la Gina , avventori che affascinano e divertono per le loro strambe e abitudinarie vite. Il Pierino’s bar diventa collante tra persone che hanno in comune una genuina, divertente, semplice ma istrionica visione della vita. I litigi, le partite, gli amori, gli scherzi e i discorsi tipici di un bar sono riportati con una sorta di registrazione neorealista in presa diretta, che si impreziosisce dell’affetto sincero verso gli avventori che l’autore trasmette.Un libro che è un tributo all’amicizia ed alla vita che scorre nel bar di Pierino.


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