29 giugno 2009

PIX 3

PIX 3
Tacque un istante; i suoi occhi azzurri, trasognati, contemplavano qualche straordinaria visione. Si passò di nuovo la mano nei capelli per provare a se stesso che quel momento era vero e non frutto di un'allucinazione dovuta all'alta percentuale di ossigeno presente nell'aria di quello splendido pianeta. Non gli era certo proibito sperare che dopo aver viaggiato per milioni di chilometri, aver studiato il genere umano era giunto in quel preciso istante il momento del primo contatto con questa specie così diversa e così affascinante. Perchè no? Fece un'altra pausa nel suo pensiero. Sconvolto dalla bellezza di quel paesaggio che vedeva sotto e davanti a se, disegnava nella sua mente il primo incontro con un umano. Cosa gli avrebbe detto o meglio cosa si sarebbero detti? La sua intelligenza, la sua formazione scientifica gli consentivano di aspettarsi una stretta e fruttuosa collaborazione con l'umanità. Sapeva che nel momento del “CONTATTO” avrebbe saputo trovare le parole giuste, non sapeva ancora quali ma sarebbero state sicuramente quelle giuste. Provava dentro di se un'emozione tutta particolare che sino ad allora non aveva conosciuto gli piaceva essere così, voleva essere così. Si ricordò in quell'istante che doveva chiamare suo padre per informarlo sulla situazione ma poi si disse che non era granchè importante, il compito che gli si profilava era ben di altra portata. In quell'istante un piccolo animaletto volante gli si appiccicò sulla palpebra e lo costrinse a chiudere gli occhi. Una lacrima gli incollò momentaneamente le ciglia e mentre con la mano cercava di staccarsi da questo piccolo fastidio un altro di quei piccoli oggetti volanti gli entrò nelle narici e scivolò giù nella gola: starnutì! Ecco un altro segno della sua nuova identità di umano! Dopo lo starnuto, che aveva causato una flessione del capo sul petto, alzò la testa e li vicino vide che si apriva un viale che s'inoltrava fra la boscaglia, ai suoi lati correvano degli alberi di un verde cupo, alti e filiformi. Su questo lembo di natura regnava il silenzio più totale. Pix attraversò il viale e tra gli spazi che vi erano tra i tronchi degli alberi intravedeva delle case isolate e man mano che si inoltrava nel viale l'agglomerato di case diventava sempre più fitto. Una città pensò Pix! Mentre osservava le abitazioni in lontananza, l'eccitazione aumentava in intensità. Pix sentì dei rumori davanti a sé e riportò la sua attenzione sul viale alberato e così facendo vide di fronte a sè una ragazza. Mentre la ragazza si muoveva verso di lui cercò di rilevare tutti i dai possibili e necessari per avere un quadro preciso dell'umano che aveva difronte. Aveva pressappoco la sua età terreste, tredici o quattordici anni, aveva indosso una gonna a pieghe verde acqua e una camicetta bianca di pizzo. La gonna ne disegnava la vita sottile, si arrotondava sulle anche e ondeggiava sulle gambe lunghe e magre. I capelli erano raccolti in una treccia che gli arrivava a metà schiena. Fissandogli il viso il suo stato d'animo cambiò, provava un'emozione strana era come se quella parte del corpo fosse fonte di ricordi. Il suo colorito roseo gli ricordava i tramonti visti dall'oblò della sua cameretta. I suoi occhi verde acqua gli ricordavano lo scorrere impetuoso dei ruscelli che ogni notte da piccolo suo padre gli faceva vedere nei video libri. Era rimasto incantato. La ragazza sorrideva senza chiudere le labbra e la composizione di quelle linee curve inondavano il viso di dolcezza e di mistero. Pix non era ancora in grado di apprezzare la bellezza femminile, lui viveva di fredde immagini che il suo elaboratore di bordo gli aveva trasferito definendo il genere femminile, ma quel viso aveva scosso il suo animo terrestre e non solo! Ad un certo punto, quasi rompendo un incantesimo con disinvoltura la giovane donna si avvicinò e gli chiese: “ciao come ti chiami? Tu non sei di queste parti vero? Io mi chiamo Olga” e distese un braccio verso di lui cercando di stringergli la mano. Pix era inebetito, impacciato e non sapeva cosa rispondere. Vide quella mano protrarsi verso di lui e non vide cosa migliore da fare che afferrarla e stringerla. Dopo averle stretto la mano era già in preda alla curiosità di sapere tutto di lei però l'unica parola che riusci a far uscire dalla sua bocca fu: “Pix”

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