30 giugno 2009

PIX 4

PIX 4
“Io...”iniziò: “ehm!”.
Si schiarì la voce e proseguì: “mi chiamo Pix, e...e...e non sono di qui!” Non avrebbe mai immaginato che potesse essere così diretta la sua comunicazione verso un umano. Lo stupore ridestò la sua attenzione e per una frazione di secondo vide la ragazza per quello che era, un insieme fragile e solida di carni sode e tenere in poche parole: radiosa. “Lei... oh mi scusi, oh scusa...” non sapeva se usare la forma confidenziale -tu- o l'impersonale -lei-: “tu sei così...” optò per il tu e ricominciò a parlare e stava per dire: “così carina” ma si rese conto che il suo complimento era fuori luogo e soprattutto un po' troppo affrettato. Non finì la frase e arrossì. Presa alla sprovvista Olga non seppe cosa dire allora scoppiò a ridere e così mostrò ancora di più la sua bellezza. Si voltò e se ne andò cantando: “si chiama Pix, si chiama Pix, ed è un bel mix di misterix! Si chiama Pix, si chiama Pix, ed è un bel mix di misterix!! ah ah ah” rideva e correva lungo il viale come se volesse cantare la sua gioa, la sua gioa di vivere. La sua riflessione la disse ad alta voce a se stesso: “Che strani questi umani mi ci vorrà un po' di tempo per capirli ma credo che ne varrà la pena” e si incamminò verso la cittadina che ormai si trovava d'inanzi a sè, quando un campanile vicino rintoccò, con le sue campane, le tre del pomeriggio. Mezz'ora più tardi entrò in un locale che era stracolmo di gente. Alle 15.30 precise , in piedi al centro del locale si levò lo zainetto dalle spalle e appoggiandolo su un tavolino si sedette. Tutti in quel Bar, così lo chiamavano gli umani, volgevano l'attenzione verso un monitor che si trovava appeso in un angolo del locale. C'era un frastuono incredibile chi urlava, chi urlava e si muoveva e chi urlava si muoveva e nello stesso tempo beveva una bevanda di colore giallognolo ricoperta da una schiuma bianca. Un vero caos! E per cosa? Per una partita di CALCIO! Infatti sul monitor scorrevano immagini di umani in pantaloncini corti e magliette colorate che rincorrevano la palla e si affannavano per contrastare quelli , che con una maglietta diversa volevano fare altrettanto. Lo spettacolo era divertente più il gioco si avvicinava alla porta più il rumore si alzava e si rendeva fastidioso. Ma ad un certo punto il caos raggiunse il livello massimo: l'omino vestito di nero aveva fischiato e aveva indirizzato il proprio braccio verso il centro del campo. L'apoteosi! Tutti urlavano, tutti gridavano: “GOL”. Nel momento che questo si realizzò, Pix venne travolto dagli abbracci e da dei colpi sul petto che lo fecero tossire fin quasi a perdere i sensi. Fu come se gli occhi e le orecchie gli schizzassero via dal viso e anche la lingua se ne voleva andare dalla sua sede naturale. Si trovò straordinariamente sollevato dal suolo, i suoi piedi non posavano più per terra e il suo corpo aveva la leggerezza della polvere di stelle. Si sentì invadere da una felicità divorante e il peso del suo pensiero si dissolse! Accidenti che effetto faceva questo calcio! Solo dopo alcuni interminabili minuti l'ambiente tornò alla calma. Pix rideva e si rendeva conto di provare qualcosa di unico, qualcosa che nella sua esistenza non aveva mai provato, sentì un brivido corrergli su per la schiena e mille timori fecero vacillare le sue certezze razionali. Erano forse queste le famose EMOZIONI UMANE?! Era felice come un bambino con un giocattolo nuovo. Aveva viaggiato molto, aveva conosciuto mondi diversi ma questa esperienza lo faceva stare bene con se stesso. La stessa gioia forse l'aveva provata quando dal Gran Comando Militare di Terrax era arrivata la comunicazione dell'accettazione della sua domanda di ammissione all'Accademia Aerospaziale.
La partita continuò e di quelle scene se ne ripeterono altre due. Al termine della gara tutti uscirono dal locale allegri e contenti ridendo e cantando e tutti si avviarono verso direzioni a lui sconosciute. Rimase solo, così si riavviò verso l'astronave era stata una giornata piena di eventi straordinari e doveva riferire tutto a suo padre. A sua madre avrebbe raccontato di Olga!

3 commenti:

Anonimo ha detto...

"Si chiama Pix, si chiama Pix, ed è un bel mix di misterix!"

Simpatica!!!!

Anonimo ha detto...

che bei racconti!fanno riflettere su piccole, quotidiane emozioni che fanno grande il nostro essere creature umane...che leggerezza nel narrare: bravo!

Giuliano ha detto...

che bei commenti grazie a tutti!