05 luglio 2009

PIX 6

PIX 6
Arrivato all'astronave Pix aveva ancora la mente intorpidita dal libero corso dei sentimenti. Si sedette sulla poltrona di comando e mantenne per alcuni secondi le mani penzolanti, socchiuse le palpebre e rivide in un attimo tutta la sua giornata. Via via che le immagini scorrevano Pix si sentiva prendere da uno stato di torpore che quasi magicamente gli infondeva nuove forze. Si destò da quello stato e con il dito indice premette il pulsante: connessione! Sentì e vide sul monitor subito la voce e l'immagine di suo padre: “Pix, Pix, Pix tutto bene?” si sentiva che era un po' in ansia! Pix rispose con entusiasmo: “Papà come va? Tutto bene ? Io sto benissimo! Ho molte cose da raccontarti...”. Pix iniziò a parlare e raccontò tutto a suo padre. Raccontò dei suoi incontri nella città, delle sue esperienze con gli umani e gli parlò ancora del CALCIO, facendo vedere al padre i gesti che il bambino realizzava con la palla. La sua voce durante il racconto aveva preso toni così concitati che anche il padre aveva qualche difficoltà a seguire il racconto, ma riferì i fatti con dovizia di particolari in modo talmente portentoso che al padre parve di riviverli lui stesso. Ma ad un certo punto Pix chiese: “Papà mi puoi mettere in contatto con la mamma, sai devo parlarle di una cosa, diciamo particolare!” Il padre lo fece immediatamente e prima di vederla Pix sentì la dolce voce della madre: “Pix tesoro mio come stai, come va lì sulla terra?” a Pix quelle parole riempirono il centro emozionale e avvicinandosi ancor di più al monitor rispose: “mamma qui va tutto bene! Il cielo è di un azzurro straordinario, dovresti vederlo, così puro così terso, da sembrare dipinto” l'immagine del giovane Pix la colmava talmente di gioia che era a malapena consapevole di star a parlar con lui. All'inizio era stata inquieta per la sua partenza, ma poi si era rassicurata, certa di rivederlo come certo è il divenire del giorno dopo la notte. Pix continuava nel suo racconto: “mamma qui è tutto un ascoltare, fiutare e percepire. Qui l'odore dell'erba si fa strada attraverso le mie narici umane e va a colpire il mio centro neuronale impressionandolo di sensazioni a me sconosciute” che belle parole sentiva dalla voce di suo figlio; lei che aveva immaginato che la terra fosse abitata da uomini dal ventre ripugnante con le bocche da squalo, le mani ad uncino, i petti mostruosi e con i piedi a forma di pinne, provò stupore dinanzi a quella descrizione di quel mondo sconosciuto. Ad un certo punto la voce di Pix si fece più bassa e le parole venivano esternate con più calma: “mamma ho conosciuto una ragazza dal nome Olga” ci fu una pausa e la madre capì che quello era il motivo centrale della loro discussione: “bene Pix parlami di lei”. Pix riprese con l'entusiasmo il suo dialogo, sapeva di poter contare su sua madre e i suoi consigli: “ ha occhi grandi e azzurri, ha delle labbra rosse, un colorito della pelle di un bianco abbagliante e dei capelli biondi color della luce di solex”. La madre si stupì e rimase contenta di questa descrizione così minuziosa che Pix aveva fatto della giovane donna umana, fece un grande sospiro, per svuotarsi di un po' di quella felicità che l'aveva pervasa e si sforzò di parlagli: “caro figlio mio sono immensamente contenta del fatto che tu abbia conosciuto questo essere così grazioso e sento che stai provando una sensazione che sulla terra, se i miei studi non si sbagliano, si chiama innamoramento. Stai attento che questo un po' ti farà soffrire ma sarà un'esperienza che ti crescerà e ti renderà migliore”. I led che illuminavano il tempo per la connessione stavano azzerando le cifre e Pix doveva interrompere la comunicazione. Aveva ancora molte cose da chiedere a sua madre, domande alle quali il computer di bordo non avrebbe risposto. Per ora bastava così e lasciò la madre con un: “mamma sei sempre preziosa e sai sempre dirmi le parole giuste, ciao ci sentiamo prossimamente, saluta papà!” la comunicazione si interruppe. La madre di Pix, dall'altra parte della galassia, sorrise con tenerezza infinita e le braccia di lei lunghe e sottili abbracciarono il monitor che aveva di fronte e dalla bocca uscì una sola parola: “PIX”

1 commento:

Anonimo ha detto...

Originale anche il racconto di "Pix"! Grazie per la copia del libro. Saluti Costanza