Riflessioni sugli aspetti più importanti del settore giovanile calcistico.
04 aprile 2007
LEGGIAMO E MEDITIAMO
In un tempo lontano viveva in Cina un potente imperatore il cui figlio, principe ereditario, cresceva negli agi e nella dissolutezza al punto tale che un giorno l'imperatore decise che gli occorreva un valido precettore. Fu chiamato a corte un sapiente mandarino a cui l'imperatore disse: "Tu farai in modo che, seguendo i tuoi insegnamenti, il principe divenga saggio e giusto. Se non saprai fare ciò pagherai con la testa". Sconvolto il mandarino andò dal suo vecchio maestro con il quale si lamentò a lungo: "Il principe è un pigro,uno svogliato, timoroso dei cambiamenti e incline a seguire ogni giorno un sentimento e una moda diversi. Chi più sventurato di me, maestro! Cosa posso fare?".
Il vecchio maestro rimase in silenzio a fissare il fuoco presso cui sedevano e infine disse: "Sono contento che Ti sia toccato in sorte un tale incarico poiché per assolverlo dovrai lavorare a lungo anzitutto per cambiare te stesso".
03 aprile 2007
SARDI CONTRO RESTO DEL MONDO
SARDI
- Merende Eros (detto il merenderos)
- Mureddu Rhalf (detto il Padre)
- Brundu Mario (detto il bello per le sue cicatrici)
- Pinna Tonio (detto lo squalo)
- Piras Gavino (detto l'alcolico)
- Brandanu Gavino (detto il comodo)
- Pischedda Michele (detto il piccolo)
- Piredda eros (detto il piredderos)
- Fois Bacchisio (detto il ciclista)
- Porcu Agostino (detto il diavolo e l'acqua santa)
- Giovannini Giovanni (detto lo straniero)
ALLENATORE: GAVINO SANNA (detto belli capelli)
RESTO DEL MONDO
- Annibale Claudio (detto l'elefante)
- Brambinlla Angelo (detto il duomo)
- De Piscopo Tullio (detto il batterista)
- Mitra Pietro (detto la sicurezza)
- Abul Abel (detto lo strano)
- Tarantino Giuseppe (detto il regista difensivo)
- Pollo Davide (detto l'ala che non torna)
- Brotto Rino (detto il rimbrotto)
- Rossi Paolo (detto il pablito minore)
- Picasso Leonardo (detto il creativo)
- Fabio Massimo (detto l'imperatore)
allenatore: Ambrosoli Federico (detto il dolce)
SARDI-RESTO DEL MONDO 2-0
marcatori: Fois al 3' p.t.; Pinna al 17' s.t.
Arbitro: Rusca G. (detto il professur) da Milano.
Note: al 19' Porcu è stramazzato a terra come un uccello ferito, la causa è ancora da accertare. La faccia gli era diventata prima scura,poi si era fatta pallida. Sudava e tremava. Gli occhi sono rimasti semiaperti, mostrando solo il bianco e lacrimando. Le labbra sono diventate viola e sottili. Ivece di caricarlo su un'automobile e portarlo subito all'ospedale, tutti si sono improvvisati dottori. Chi gli teneva su le gambe per migliorare la circolazione, chi lo prendeva a schiaffi per farlo rinvenire, chi gli sputava in fronte facendogli il segno della croce come estrema unzione. Il Porcu si è alzato solo dopo aver subito dal Sanna Pietro (detto il fiso-masso-distruttore) un'azione di pronto intervento disperato(il Sanna gli ha rovesciato addosso una bottiglia intera di acquavite sarda e, se il fratello Gavino non lo avesse fermato, per riscaldarlo gli avrebbe dato fuoco!). Dodici gli ammoniti. Tre espulsi :Annibale (fallo da ultimo uomo, Porcu (fallo di reazione), Mitra (falciata a metà campo). La partita per il resto si è svolta nella massima correttezza e all'insegna del Fair Play.
P.S.: non farò PIU' L'ARBITRO
27 marzo 2007
STORIE DA BAR SPORT 9
Gina la “Principessa”
“Buon giorno signora. La servo subito”. Sono nel bel mezzo della lettura della “gazza”, concentrato precisamente sulle pagelle del derby milanese, di calcio ovviamente; quando sento questa voce famigliare che in modo ossequioso si rivolge ad una cliente del bar, che ancora non vedo. È incredibile ma è il Pierino che sta parlando in un Italiano corretto con una signora. Ma il Pierino fa di più: scende dallo sgabellone e va verso la macchina del caffè per eseguire l’ordinazione. Tutto questo per chi? Ora la vedo è una signora sulla sessantina alta, magra, bionda e di bel aspetto. Ma chi sarà mai? “Gina mi scusi ma il tè verde non l’abbiamo, se lo desidera le posso servire un tè normale”. Gina, si chiama Gina e beve tè verde! Ma che “tipa” sarà mai una che beve tè verde? Ma!? Eccola si avvicina e sento la sua voce e…il suo profumo che è un misto di fragranze di miele ai fiori di ginestre e talco al gelsomino. “Non importa Piero berrò un tè normale con un po’ di latte e con uno spicchio d’aglio dentro, così i microbi se ne stanno lontani”. Non sono sicuro di aver sentito bene. Prima cosa, la storia dello spicchio d’aglio mi sembra alquanto eccentrica, ma la cosa che mi ha lasciato sbalordito è che questa signora Gina abbia chiamato il Pierino:PIERO. Il Pierino si fa chiamare Piero! Il bar è bloccato anche la radio sembra shoccata e automaticamente cambia stazione, sintonizzandosi su Radio Lubiana dove stanno trasmettendo una musichetta sdolcinata insopportabile! Ci guardiamo in faccia Io il Giovanni e il Pasquale e con una smorfia di dolore e di stupore ci chiediamo cosa stia succedendo!? È vero quello che stiamo vedendo e sentendo o è frutto di una allucinazione collettiva dovuta al caffè al ginseng che quel pomeriggio la Mariuccia ha voluto per forza farci assaggiare?
“Si accomodi al tavolino Gina la servo subito!” Si è un’allucinazione!!! La fantomatica Gina è lì seduta davanti a me e devo dire che la signora è dotata di classe sia nel portamento sia nel sostenere la situazione che si fa di momento in momento sempre più pesante. Ecco il Pierino, oh scusate, il Piero che esce dal bancone con il vassoio carico di ogni bendiddio: biscottini-caramelle-cioccolatini e tre bignè alla crema grossi quanto un guantone di Mike Tyson. Ah dimenticavo, in un angolino del vassoio ha riposto una tazza vuota e la teiera con l’acqua bollente e in un piattino cinque bustine di cinque qualità diverse di tè. Tutto orgoglioso del servizio il Piero posa sul tavolino della “principessa” il vassoio e… “ma Piero lei sta scherzando tutta questa roba da mangiare per chi è, per un reggimento di Ussari?” Dicendo queste parole la “principessa” si è alzata e sta di fronte al Pierino che nell’imbarazzo più totale non sa cosa fare e cosa dire e se ne esce con un:”oh mi scusi Gina, si forse ho esagerato però pensavo che…” la Gina non lo fa nemmeno finire di parlare e stizzita riprende la parola: “ ma no, ma no Piero volevo solo bere un tè e lei mi presenta il pranzo completo, ma che razza di osteria di quart’ordine è mai questa? Me ne vado, me ne vado e si ricordi di venire a lezione domani alle 18.00 precise e senza fare ritardi altrimenti l’aspetta la posizione del delfino! Arrivederci!” Infila la porta del bar e se ne va. I nostri occhi, che prima erano puntati su di Lei passano sul Piero il quale ha stampato un sorriso ebete sul suo grosso faccione. Accorgendosi che stiamo guardando tutti Lui il Piero prende in mano la situazione e…ridiventa il Pierino dicendo:”bè se ghe da gurdà?aria aria! Chi sem minga in una osteria de quart… de quart… si insomma sem minga quart in classifica! Dai pedalare e via! Silenzio e basta!” Non parla nessuno tutti riprendono a fare quello che stavano facendo prima che la “principessa Gina” entrasse al Pierino’s Bar. Il Pierino si avvicina al mio tavolino e mi sussurra all’orecchio: “Professor a go bisogn de parlag, andem fora un atim?”. Accompagno il Pierino fuori dal bar e mi chiedo di cosa mi voglia parlare, anche se penso che l’argomento sarà la “Principessa”. “Professor la Gina le la mia maestra de (pausa) de (pausa)…de Yoga”. “Pierino la tua maestra di Yoga? Ho capito bene?”. “Si la capi ben professor la mia maestra de yoga”. “Tu fai Yoga, Pierino Tu fai yoga? Ma scusa Pierino perché fai Yoga?”. Non riesco a crederci, non riesco a vedere il Pierino nell’intento di realizzare le varie posizioni yoga ne tanto meno il Pierino concentrato sul saluto al Sole, no non è possibile.
“Professor mi sun stresà e ghe la fo pù de sutà a laurà! A go bisogn de rilassam un attim e el dutur el ma cunsiglià la scola de Yoga della sciura Gina”. Il Pierino stressato e dal lavoro poi è qualcosa di inverosimile, che faccia Yoga poi no non ci posso credere. Cerco di trattenermi dal dire al Pierino che in realtà chi lavora tutto il giorno è la Mariuccia e che Lui sta seduto a guardare e a parlare con i clienti e quindi non avrebbe nessun titolo a parlare di stress e me ne esco con una frase del genere: “pensandoci bene lo Yoga è proprio quello che ti ci vuole Pierino, fai movimento e allo stesso tempo ti rilassi”. La sua risposta è sconcertante: “Si, si mi me rilasi un bel nient, ansi cun quela lì e cun quei pusisiun mi me stresi pusè! Mi sun nanca bun de tucam i pè con la punta dei did de la man e Le la insist con la –posizione della ranocchia- la posizione del ragno. No no mi ghe la fo pù!” “ma scusa Pierino qual è il problema vai da Lei e glielo dici che da domani non ci vai più!” “Eh si sembra facil, mi quand la vedi la Gina capisi più nient e fo tutt quel che la me dis.” Il Pierino sembra disperato, urge una soluzione, bisogna aiutarlo. “Senti Pierino Tu domani ti presenti alla lezione e dici che hai una fitta all’addome e che non ce la fai più a svolgere i vari esercizi. Così piano piano ti distacchi da Lei e dallo Yoga”. Il Pierino annuisce e rientra nel Bar tutto soddisfatto.
Il giorno dopo arrivo al Pierino’s Bar come al solito verso le 14.00 e sono ansioso di saper dal Pierino come è andata dalla Gina. Appena entro me lo trovo li davanti come al solito seduto sullo sgabellone e mi accorgo che ha un foulard grigio al collo e avvicinandomi mi rendo conto che emette una puzza che è insopportabile. “Buon giorno Pierino, come và?” mi porto la mano al naso in modo da impedire a quel tanfo di raggiungere le mie narici. “Un disaster Professor, un disaster”. “Ma cosa è successo?” Non resisto sto per scappare all’aria aperta e fuggire da quel tanfo, quando il Pierino: “Stamattina suntandà dalla Gina go di del dulur all’ all’ si insoma alla pancia e Le la madà la cura”. “Cioè?” chiedo. “Professor la ma fa bev un decott da fa sta mal un purcell e po la ma dà de purtà al coll che la sciarpa chi che la spusa de Aze e Ai (aceto e aglio). Che la dona li la ma fa murì, la ma fa murì”. Una sciarpa imbevuta di un infuso di aceto e aglio un vecchio rimedio della nonna per tenere lontano le malattie e senza dubbio anche le persone. Mi giro verso l’interno del Bar e vedo la COMBRICOLA che sta ridendo! Tutti portano, per sfottere il Pierino, una sciarpa al collo e una mano al naso. Vado verso di Loro e non vedo l’ora di sentirli e di unirmi a loro. Vai Pierino come faremmo senza di Te?!
22 marzo 2007
"NON SAPPIAMO PIU' MARCARE..."
Ci risiamo… eccoci di nuovo…
Alla prima sconfitta, alla prima difficoltà o al primo cedimento della leaderships continentale i soliti NOTI tornano a predicare il :
“ SI STAVA MEGLIO QUANDO SI STAVA PEGGIO”.
Questa volta la tematica che costituisce la polemica è la MARCATURA A UOMO. Sembra, pare, si dice che i “NOSTRI” giocatori non sappiano più marcare a uomo e questo sembra, pare e si dice che sia dovuto alla negligenza dei settori giovanili che trascurano questo aspetto a favore della cosiddetta MARCATURA A ZONA.
Bè devo ammettere che queste dichiarazioni, sentite in varie trasmissioni televisive e lette su varie testate giornalistiche sportive, mi hanno lasciato alquanto perplesso anzi oserei dire basito! Io sono un modesto allenatore di settore giovanile ma ho la presunzione di conoscere il livello di istruzione che viene impartita nei nostri vivai e ho anche la presunzione di dire che il lavoro sulla marcatura a uomo intesa come:”l’essere responsabile individualmente e personalmente del comportamento dell’atteggiamento di un predeterminato avversario durante la gara” si svolge appieno, in modo stretto ed assillante. Anzi dirò di più, da NOI siccome questo modo di giocare nel settore giovanile paga, nel senso che fa vincere, si inizia a perseguire in età precoce dove invece si dovrebbe sviluppare solo il piacere di giocare piuttosto del piacere di non far giocare. Ma io voglio cogliere la provocazione e svolgere in modo esaustivo un’analisi dei due sistemi di saper giocare ed evidenziare così in modo palese che il problema evidenziato è un falso problema.
Innanzitutto paragonando i due sistemi di marcatura possiamo ricavare delle considerazioni di carattere generale.
a) La difesa a uomo è molto importante nei pressi dell’area di rigore per la neutralizzazione degli avversari di maggior spicco. L’uso generalizzato però sostanzialmente indebolisce la fase difensiva dato che gli attaccanti manovrando in diverse direzioni, possono portarsi dietro i marcatori e creare facilmente zone libere per i compagni.
b) Il giocatore nella difesa a zona non marca direttamente un avversario ma staziona in una zona del campo e ha quindi responsabilità di posizione rispetto ai propri compagni.
c) A livello didattico cioè nell’insegnamento dei due compiti vi sono minori difficoltà nella marcatura a uomo;
d) Ma soprattutto un allenatore non può prescindere dal fatto che l’una (la marcatura a uomo) non sia prerequisito dell’altra (la marcatura a zona).
E su questo punto mi soffermerei facendo delle considerazioni specifiche ma alquanto semplici. Nella marcatura a zona non dobbiamo dimenticarci che alla fine di ogni discorso, quando avverrà l’avvicinamento all’avversario e lo spazio tra il difensore e l’attaccante sarà minimo varranno tutti i principi e le regole della marcatura ad uomo, per difendere a zona quindi bisogna saper difendere anche a uomo! Ma vorrei ulteriormente ribadire che difendere a zona in definitiva non vuol dire non dover marcare a uomo, anzi spesso la problematica diventa tatticamente più complessa perché oltre a saper e dover marcare a uomo un difensore, specie dell’ultima linea, bisogna che sappia osservare e capire la situazione e decidere subito cosa fare: marcare stretto l’avversario oppure dare copertura nello spazio al proprio compagno? (più marco meno copro, più copro meno marco). Saper marcare in definitiva vuol dire togliere la possibilità ad un avversario di essere attivo e utile alla squadra in attacco. Questa abilità richiede un’ottima capacità tattica individuale a livello difensivo che si sviluppa in anni di formazione ed è qualcosa che oggi tutti i giocatori debbono saper fare, chiaramente a maggior ragione i difensori ed anche i centrocampisti difensivi, essendo del resto la marcatura un elemento tattico individuale indispensabile.
Ma a questo punto vorrei rimarcare (mai verbo fu così azzeccato) un concetto… ma queste cose chi ha scatenato l’ennesima polemica le sa?...
MA…
G. Rusca
05 marzo 2007
STORIE DA BAR SPORT 7
“Salve professor”. “Buon giorno Pierino” sono le 8.30 di un sabato mattina e mi trovo al Pierino’s Bar a fare colazione. Succede sempre così quando rimango solo a casa, perché la mia famiglia, approfittando di un fine settimana lungo, si prende una vacanza. Mia moglie e mio figlio sono in riviera con amici, precisamente a San Remo a godersi il sole invernale ed io invece qui in mezzo alla nebbia di un gennaio, seppur mite nelle temperature, a lavorare. “Bona giurnada professor”. “Buon giorno Mariuccia, un caffè grazie”. Non c’era neppure bisogno di chiederlo la Mariuccia appena mi ha visto si è messa a preparare il caffè, così che nel momento stesso della mia ordinazione il caffè è già pronto sul tavolino. Mi siedo e la Mariuccia si avvicina e con una benevolenza quasi famigliare mi chiede: “professor in cò ho fa la crustada na vor un tuchel?” Questa donna è incredibile lavora a dei ritmi spaventosi e ci sa fare con la clientela davvero in modo eccezionale. “Si Mariuccia me ne porti un pezzo per cortesia”. la Mariuccia fa una crostata alle mele che è deliziosa ed è un peccato non gustarla quando la prepara. Mentre sto assaporando questa prelibatezza si avvicina al tavolino il Gavino. “Buon giorno proffessorre”. La pastafrolla della torta mi si sta sciogliendo in bocca e le “mele delizia” stimolano, con il loro zuccherino, le mie papille gustative più profonde mandandomi in “brodo di giuggiole”. A riportami alla “triste realtà” è ancora lui il Gavino: “proffessorre dovrei chiederle una cortesia”. Lo guardo intensamente: Gavino Brandanu, indovinate di che ragione è natio? Indovinato, è Sardo! Bravi setteppiù come dice lui di solito quando approva qualcosa. È nato a Padru paesino di mille anime situato nella provincia di Olbia-Tempio trentacinque anni fa. Ho conosciuto poche persone con la sua intelligenza pratica, lui con pochi mezzi e soprattutto con una spesa modica ti risolve tutti i problemi idraulici della casa. È ricercatissimo per la sua bravura e per la sua onestà. A me piace parlare con lui della “nostra” Sardegna. Di quella terra così ricca di colori, di profumi, dal mare smeraldino e dai mandorli in fiore che sono un ikebana che la natura si diverte a comporre solo Li. Sono innamorato di quella terra, sono legato alla sua gente così generosa ed ospitale. Mi manca tutto di essa, mi manca il vento che porta suoni e parole che vuoi sentire. Mi manca il porcetto arrosto, i maloreddos, le tilicche, i papassini, le formaggelle, il pane carasau, le cozzale d’elda, l’abbaldente, il cannonau, li ruoli, il sangue grasso, il sangue dolce, la zuppa gallurese, sa vitta-vitta, “fare” il maiale, il ferragosto in campagna, la domenica di Pasqua passata sotto il leccio centenario e soprattutto mi manca Lui il sardo dei sardi: il signor Mario mio suocero; che se ne andato un giorno travolto da un
auto-articolato impazzito.
Ma torniamo al Gavino. “Cosa mi devi chiedere Gavino?”
“Allora, dunque, em em” “Gavino dai spara”. Gavino fa un‘ampia inspirazione ed inizia a parlare: “proffessorre qui al bar abbiamo organizzato una partita di calcio”.“tra chi?” domando. “Proffessorre mi lasci parlare. Le stavo dicendo della partita. L’altro giorno il Pierino ha incaricato il Federico di fare la squadra di calcio che parteciperà al Torneo dei Bar organizzato dall’Amministrazione Comunale”. Sto per chiedere delucidazioni ma il Gavino come un fiume in piena non si ferma e mi travolge. “Il Pierino ha dato questo incarico al Federico perché fa l’allenatore di una squadra di prima categoria; detto tra noi: secondo me Lui di calcio ne capisce poco! Comunque andiamo avanti. Io, l’altro giorno mi sono permesso di consigliargli l’inserimento nella squadra di mio cugino Bacchisio. Apriti cielo, non l’avessi mai fatto. Ha cominciato ad insultarmi, e questo passi, ma poi ha cominciato a sfottere i Sardi con i soliti luoghi comuni: che i Sardi sono troppo bassi per giocare a calcio, che i “sardegnoli” sono poco intelligenti per giocare a calcio, che i sardi di qua che i sardi di la…insomma ci ha infamato a più non posso. Allora proffessorre sa cosa ho fatto io? sa cosa ho fatto io? Proff lo sa o non lo sa cosa ho fatto?” “Gavino se non me lo dici come faccio a saperlo?” “E già ha ragione. Insomma proff. Io ho proposto una sfida: Sardi contro il resto del mondo, cioè contro la squadra che avrebbe composto il Federico e chi vincerà parteciperà al torneo dei Bar. Il Pierino è d’accordo e lei che ne dice?” “E che dovrei dire se è d’accordo anche il Pierino: bene bravi setteppiù! Ma scusa Gavino e io cosa c’entro?” “Come cosa c’entra, io le volevo chiedere: Lei farebbe l’arbitro?” “Io l’arbitro? Ma stiamo scherzando? Non se ne parla nemmeno! Mi dispiace ma io voglio vivere tranquillo e poter entrare al Pierino’s Bar senza avere il timore che qualcuno mi rinfacci qualche errore! No no mi dispiace ma non se ne parla, non-se-ne-parla!” “Ma proffessorre” “No Gavino ho deciso che non farò l’arbitro voglio stare tranquillo io!” Il Gavino è deluso e lo si vede dalla sua espressione triste e corrucciata. Si gira verso il Pierino e allargando le braccia gli dice: “Pierino io c’ho tentato!” Lo sapevo che dietro a tutto questo c’era Lui il Pierino.
Il Pierino mi guarda e con tono risoluto mi parla: “professor el pensavi pusè curagius!” La stoccata è di quelle pesanti e cerco una replica: “Pierino non è una questione di coraggio è solo un problema di tranquillità. Se faccio l’rbitro ho finito di stare tranquillo qui al Pierino’s Bar. Tutti mi romperebbero le scatole per questo o per quel errore che gli ha fatto perdere la partita della vita. Lo capisci che grande seccatura?” Silenzio assoluto parla di nuovo Lui, il Pierino: “Care el me professor, che el me scusa per quel che sunta a dre dig: ma Lu le arrivà a 50 ann senza capì un caso della vita? I decisiun nella vita, cara el me professor, se ciapen no in funsiun della tranquillità, i decisiun se ciapen perché se cred in quaicos e per quel se va fina in fund”.Il silenzio era tornato su di noi e tra di noi. Gavino era ancora lì, mi guardava e sembrava avesse ancora la speranza che io potessi rivedere le mie posizioni. Toccava a me e,
Guardo il Pierino e, sorrido e, penso e… sei un grande Pierino e grazie per la lezione di vita!
“Ok, ok farò l’arbitro!”
01 marzo 2007
RUBRICA:L'ALLENATORE NEL PALLONE 9
122. "...ma cosa state facendo TRIC e TRAC ?" allenatore alla propria squadra di giovanissimi dopo aver subito un gol. La risposta potrebbe essere:"Mister si è dimenticato BALLACCHE"
123."Oggi i tuoi genitori hanno mandato al campo il gemello scarso..." allenatore ad un suo allievo (15 anni) dopo un errore tecnico. Purtroppo l'allenatore non cambia mai...
124."Queste palle le devi spizzicare e jettare dentro..." allenatore ad un suo allievo di 15 anni che ha sbagliato un colpo di testa e non ha fatto gol. Allenatore ma jettati verrebbe da dire...
125. "giochetela e tocchetela...questa palletta" allenatore alla propria squadra di allievi. Allenatore che ha un ...CHE... da dire
126."ma sei scemo o bevi l'acqua del water?" allenatore ad un suo allievo (15 anni) dopo che questo era appena stato espulso. Risposta:"no sono un giocatore che ha un allenatore s... come te!" Senza parole!
127."UMILIALI, UMILIALI, DAI UMILIALI" allenatore ad un proprio giocatore di 15 anni prima che quest'ultimo calciasse un rigore. Allenatore che ha perso un'occasione per stare zitto, ma ne ha guadagnata una per fare una brutta figura.
128."Apri il campo dai Robi apri il campo..." allenatore ad un proprio allievo mentre questo era in possesso di palla. L'allenatore s'è dimenticato di fornire le chiavi al proprio allievo...
129."Taglia la fascia Angelo dai tagliala" allenatore ad un proprio allievo non in possesso di palla che doveva dettare un passaggio al compagno. Anche qui l'allenatore si è dimenticato dire quanta ne doveva tagliare di fascia e soprattutto si è dimenticato di fornire gli strumenti per farlo...
130."Da come stai giocando ti dovrebbero mettere in galera..." allenatore ad un proprio allievo di 16 anni dopo l'ennesimo errore tecnico. Dopo quello che ha detto gli dovrebbero togliere il patentino...
131."dopo vi chiudo negli spogliatoi e butto via la chiave..." allenatore alla propria squadra di allievi dopo il secondo gol subito. Allenatore che l'anno scorso faceva l'arbitro...
132."siete lunghi come l'autostrada del sole" allenatore alla propria squadra durante un'azione difensiva. Allenatore che vede e che andrà lontano...
133."Andrea fai un passo in avannti e tre a destra..." allenatore ad un proprio allievo durante un'azione difensiva. Allenatore coreografo...
134."ragazzi domani tutti convocati alle 14.18...mi raccomando puntuali" allenatore alla propria squadra al termine della partita. Allenatore Svizzero...
135."Fammi sognare dai Tato fammi sognare..." allenatore ad un proprio allievo prima di un calcio di punizione al limite. ALLENATORE!!!
18 febbraio 2007
STORIE DA BAR SPORT 6
Sono seduto ad un tavolino del Pierino's Bar e sono al quinto minuto di lettura della "Gazza" (per i non addetti la Gazza è La Gazzetta dello Sport), nessuno al Pierino's Bar può appropriarsi della Gazza per più di dieci minuti, quando entra nel Bar l'Alberto. Il Pierino, vedendolo più euforico del solito, lo accoglie con una delle sue frasi di benvenuto: "uè Berto (così lo chiama lui) in cò rumpum minga i bal che le no giurnada! (più chiaro di così!). "Tranquillo Pierino devo solo comunicare una novità al mio pubblico". Il Pierino è irritato e risponde:"muccala, muccala paiasc!". L'Alberto è particolarmente antipatico al Pierino anzi non lo sopporta proprio. L'Alberto è un tipo strano (e chi non lo è al Pierino's Bar), è sempre vestico nello stesso modo: scarpe da ginnastica bianche (almeno una volta lo erano); Jeans scoloriti quasi lisi con macchie disposte in ordine sparso; camicia a quadrettoni tipo tovaglia della nonna, sulla quale le macchie dei pantalono hanno la loro naturale evoluzione; sopra alla stessa indossa un cardigan di color bleu scuro di pura viscosa sul quale non si rilevano macchie (miracoli del sintetico scuro). Ma il pezzo forte è il soprabito corto di color beige tendente al grigio sporco che sia in inverno sia in estate lui non toglie mai! L'Alberto dice che fa molto tenente Colombo, il Pierino dice che fa molto "Pirla". L'Alberto, pur avendo quasi quarant'anni, è ancora uno studente universitario. Il Pierino anche su questo ha la sua da dire:"il Berto el fà el mestè de4l michelas el magna el bev el vaà a spass". Ma vediamo di approfondire la conoscenza dell'Alberto e di andare "sotto la corazza" dei suoi abiti (credo proprio che ormai i suoi abiti si siano fusi con il suo corpo e formino oramai una corazza inamovibile). L'Alberto è la disperazione dei suopi poveri vecchi. E' iscritto all'ennesimo anno fuori corso alla facoltà di architettura, vive di espedienti e i suoi genitori gli passano un mensile per i suoi innumerevoli vizzi. Un vero incosciente! "Un BARBA" come direbbe il Pierino con una sola parola. Ma torniamo alla notizia bomba:"Uè bagai(che in briazolo vuol dire: ei ragazzi) la notizia che vi stò per dare è una primizia l'ho appena sentita alla sala scommesse (Ecco uno degli espedienti dell' Alberto: fare e ricevere scommesse) e sono venuto al bar a comunicarvela" . Tutto il bar ammutolisce, si sente solo la radio del Pierino che in quel momento da le previsioni del tempo. L'Alberto ripete: "Oh è una bomba", il Pierino comincia a muovere il seggiolino ne parte con una dellle sue frasi: "Se te la finisset no te ciapi a scarpà in del cù!". "Calmo calmo Pierino adesso parlo" pausa "Oh, pausa, aprono un SEXY SHOP in paese!". Finite le previsioni del tempo alla radio trasmettono la canzone di Giorgio Faletti: "Minchia Signor Tenente". La notizia è davvero una bomba! nel bar cala un silenzio profondo. Anche la radio si è presa una pausa e trasmette solo un brusio. Il silenzio è interrotto dalla vocina della Mariuccia che chiede: "E cusa l'è il SESSI SOP?" (BEATA INNOCENZA). Il Pierino la guarda malissimo e la Mariuccia a bassa vocs ribadisce: "Ho capì le roba da homen, mi a vo de là".
Si apre la discussione e prende la parola l'Enrico definito il sessuologo cioè l'esperto dell'argomento sesso. Questo perchè fa l'infermiere al reparto ginecologia e ostetricia dell'ospedale cittadino. Quindi in qualsiasi discussione, dove compaia la parola "sesso" lui entra in gioco e dice la sua autorevole opinione. Questa volta è lapidario: "Per me l'apertura di un SEXY SHOP in paese è espressione di civiltà!". Bè la dichiarazione era una di quelle pesanti e soprattutto era di quelle che nessuno avrebbe mai compreso fino in fondo al Pierino's Bar. Io decido di starmene fuori da qualsiasi discussione e riprendo a leggere la "gazza" ma con le orecchie bene aperte.
"Ma che cavolo stai dicendo?!" prende la parola di prepotenza il Gerry "L'apertura del SEXY SHOP sarebbe la più grossa porcata che si poteva fare in questo paese!".
"Ha parlato il bachettone", replica l'Enrico.
"E' la gente come te che fa del sesso alla propria ragione di vita che è la rovina del mondo!", rinforza il Gerry.
Il Gerry è fuori dalle grazie, alza la voce ed è diventato tutto rosso. L'Enrico invece rimane seduto al proprio posto tutto tranquillo e replica pacifico:" Caro il mio gerry è vero che io faccio del sesso la mia ragione di vita, ma è anche vero che io pratico quello reale e non quello virtuale come te...." Ecco la goccia che ha fatto traboccare l'acqua dal vaso!. Il Gerry si scatena: "Sai cosa sei tu Enrico, lo sai ? Sei un puttaniere un PUTTA-NIERE". L'Enrico non si muove di un passo e risponde seraficamente : " Be se io sono un puttaniere tu sei un SE-GA-IO-LO".
Il Gerry non ci vede più e parte in quarta cercando di avventarsi contro l'Enrico.
A questo punto lo sgabello cade!! Il pierino esce dal bancone e si mette tra i due e a muso duro dice:" A mi minteressa no del sessi-sciop, quel che mi minteressa le che al me bar ognun el poda dì la sua idea in libertà sensa metes i man a dos! A vi capì o no?".
Abbasso il giornale guardo Pierino il quale tutto soddisfatto mi fa l'occhiolino.
Il Pierino's bar Isola di Libertà. Non ci avevo mai pensato. Pierino sei come al solito un grande!.
12 febbraio 2007
UN NUOVO CALCIO
Siamo tutti concordi nel ribadire che il gioco del calcio a livello giovanile ha come scopo, se giustamente dosato, quello di aiutare la crescita armoniosa del corpo e favorire il contatto con l’ambiente naturale; educare al rispetto delle regole e alla lealtà verso gli avversari; dare la misura dei propri limiti aiutando a migliorare attraverso l’esercizio e la volontà; consentire la realizzazione e aumentare la gioia di vivere ed infine svolgere una parte non indifferente nell’educazione alla socializzazione, poiché rappresenta una realtà nella quale i giovani oltre ad incontrare altri giovani incontrano anche gli adulti con i quali dovrebbero discutere e dialogare a proprio agio.
Tutti d’accordo ? SI? Bene !
Allora qualcuno mi deve spiegare cosa sta succedendo! Cosa non sta funzionando? In che cosa abbiamo sbagliato? Perché questo ambiente sta esplodendo? Genitori che urlano come pazzi! Allenatori che si mettono le mani addosso! Bambini che piangono in un campo da calcio! Basta signori!! Basta!!
Azzeriamo tutto!
Ricominciamo da capo!
Bene, per farlo dobbiamo prima riconoscere gli errori più evidenti che tutti quanti noi abbiamo fatto fin ora:
1. Errore : è stato quello di insinuare nei nostri giovani una mentalità fortemente agonistica, quasi che l’attività calcistica fosse solo finalizzata al risultato e non al gioco per il piacere di giocare o di imparare a giocare a calcio;
2. Errore : l’organizzazione di tutta l’attività giovanile è stata realizzata ad immagine e a somiglianza al calcio degli adulti. Questo ha fatto si che tutte le componenti dell’ambiente (genitori, tecnici, giocatori, dirigenti) pensassero ad una stretta relazione tra il calcio buisness-spettacolo e il calcio giovanile;
3. Errore : la mancanza di un progetto di formazione a livello nazionale che non fosse legato solo all’aspetto tecnico ma prendesse in considerazione la personalità in toto dei nostri giovani;
4. Noi allenatori di settore giovanile siamo stati poco rappresentati nella stanza dei bottoni, cioè abbiamo avuto sempre poco peso nelle decisioni importanti riguardanti il movimento calcistico.
Per ricominciare ed impostare un NUOVO CALCIO dobbiamo ritrovarci, dobbiamo vederci, dobbiamo parlare tra di noi ed esprimere le nostre opinioni su come ricondurre il gioco del calcio al gioco bellissimo che ognuno di noi praticava negli oratori o nei campetti di periferia. Dobbiamo ridarci il gioco del calcio che serve a formare e che serve a farci star bene insieme, che ci insegni a cooperare e non a litigare dove la dicitura FAIR PLAY non sia solo la denominazione di un torneo ma sia un vissuto condiviso da tutti i protagonisti .
Dobbiamo infine restituirci un gioco che trasmetta conoscenze, aspirazioni, norme, convinzioni, valori e comportamenti creando un clima che induca i praticanti ad usare tutto questo secondo le proprie attitudini. Chi scrive crede che lo sport mantenga tutto il suo intrinseco valore quando è una scuola per la vita, quando è orientato e paragonato alla vita, quando è in funzione di essa.
Partendo dall’analisi degli errori commessi, tutti insieme possiamo lavorare per evitare che questi si ripetano e si possa così giocare con un nuovo mezzo educativo.
Personalmente sono disposto a lavorare per un NUOVO CALCIO e voi?
07 febbraio 2007
IL CALCIO MOMENTO DI LIBERTA'
A volte l’insegnamento viene dai più deboli
Giulio… Giulio… ti-ti-tiro io…
No Antonio non puoi tirare sempre tu… questa volta facciamo tirare qualcun altro…
DAI DAI GIULIO fammi calciare la punizione…
Ma… ma … ma si Antonio tira tu dai…forza vai…
Disarmante quello sguardo, come fare a dire no ad Antonio… un disabile di trentacinque anni ospite dell’istituto SACRA FAMIGLIA di Cesano Boscone e facente parte della squadra di calcio disabili della Fondazione.
Antonio ha un fisico possente è alto 190 cm e pesa 100 kg di ruolo attaccante di sfondamento e in possesso di una “LEGNATA” che il più delle volte fa finire la palla aldilà della porta superando la rete di recinzione e finendo, passando sopra il muro di cinta, nel caseggiato adiacente al campo da calcio. Tutte le volte che c’è una punizione dal limite dell’area il vocione di Antonio sovrasta tutti proponendosi come esecutore dell’azione. Tutti gli altri “ragazzi” (uomini dai 25 ai 40 anni ospiti dell’istituto) non ci provano nemmeno a rivendicare diritti sul voler calciare la punizione, sanno che Antonio ci tiene e nessuno fiata. Tutti sanno anche che la palla si perderà nel caseggiato e il gioco si interromperà per alcuni minuti ma nessuno fa capricci, per Antonio è importante ed è giusto che tiri lui!
Dovreste vedere Antonio… senza dire una parola si impossessa della palla, la posiziona sul punto di battuta, prende la rincorsa e…gli altri tutti li a guardare in religioso silenzio e a fare coraggio ad Antonio, tutti con Antonio e per Antonio,tutti sperano per lui… solidarizzano con lui… Io mi guardo attorno… è un momento magico tutto si ferma, il tempo e lo spazio si stringono attorno a noi… in quel momento ci sentiamo una squadra, ci sentiamo un gruppo coeso e unito nell’utopia della normalità. In quel momento sento crescere dentro di me una forza nuova, la speranza che il calcio possa aiutare Antonio e i suoi compagni a vivere emozioni e sentimenti di uomini liberi… dai Antonio questa volta la palla verrà colpita in modo e nel punto esatto, con la parte giusta del piede e si insaccherà nella rete gonfiandola… Antonio si muove… tutti a trattenere il fiato… occhi sbarrati… mascelle serrate… le mani si cercano quasi a congiungersi… LA CORSA DI ANTONIO E SCOORDINATA QUASI LATERALE… il pensiero che mi frulla nel cervello è: se fa gol questa volta gli corro incontro lo abbraccio e lo bacio sulla fronte… ULTIMI TRE PASSI ANTONIO APPOGGIA IL PIEDE PORTANTE CHIARAMENTE IN ANTICIPO DI ALMENO MEZZO METRO, L’ARTO CALCIANTE OSCILLA, IL PIEDE COLPISCE LA PALLA E… i ragazzi che erano stati in silenzio sino ad allora si uniscono in un coro che esibisce un suono del tipo : boom… Antonio con il viso sfigurato segue con lo sguardo la palla che vola e vaga in cerca di una destinazione… tutti a guardare, tutti di nuovo a sperare, tutti di nuovo assieme e nell’utopia…
Sii-noo-maaaa la palla ancora aldilà della porta, sopra la rete scavalca il muro di cinta eee finisce nel caseggiato… ci si guarda… MI GUARDA… mi osservano tutti… tocca a me… che dire? che fare?... corro verso Antonio lo abbraccio lo stringo forte, sento che lui ricambia mi stringe mi solleva ed esulta come se avesse segnato… e comincia ad urlare GIULIO GIULIO POSSO CALCIARE LA PROSSIMA PUNIZIONE?? Prima di rispondere vorrei che mi lasciasse, vorrei riacquistare quella sicurezza che solo i piedi per terra ti possono dare; ma Antonio questo lo sa o meglio lo sente e non molla la presa e la mia risposta scontata è: VA BENE ANTONIO LA PROSSIMA LA CALCI TU… ma ora lasciami… tutto contento mi lascia e…
--- penso che il calcio può essere anche questo un momento di ordinaria normalità o meglio l’utopia di una fugace normalità…---
E tutti assieme andiamo a cercare il pallone perso nel caseggiato…
“l’utopia è come l’orizzonte: cammino due passi e si allontana di due. Cammino di dieci passi e si allontana di dieci passi. L’orizzonte è irraggiungibile e allora a cosa serve l’utopia? A questo: SERVE PER CONTINUARE A CAMMINARE”
O. GALEANO
g.rusca
IL TIRO IN PORTA
Tutti i giocatori in campo devono poter concludere i loro attacchi con successo. Ciò presuppone che essi dispongano di una buona tecnica e un’alta precisione di tiro. Dobbiamo comunque essere consapevoli che per segnare le reti il giocatore necessita di ben altre qualità, tra cui troviamo per esempio il rapido intuito della possibilità di tiro, il piacere di poter decidere, come pure il coraggio e la fiducia nelle proprie capacità.
Durante la loro formazione i giocatori apprendono, oltre ai diversi modi di tirare in porta, anche la rispettiva applicazione nelle corrispondenti situazioni di gioco.
I principi metodologici:
· Dal facile al difficile
· Dal conosciuto all’ignoto
· Dal semplice al complesso
· Ripetizione e variabilità
…sono validi anche nell’apprendimento della giusta successione dei movimenti per il tiro in porta, senza comunque dimenticare la relazione con le situazioni di gioco. Con l’inserimento di un difensore, appena il livello di formazione lo permette, otteniamo facilmente delle situazioni simili al gioco reale, ma che devono comunque essere adattate al grado di formazione.
· L’allenamento del tiro in porta deve essere effettuato solo dopo un rigoroso riscaldamento. I tiri in porta richiedono uno sforzo massimo della forza veloce
· In generale l’allenamento del tiro in porta viene effettuato all’inizio della fase principale. I giocatori apprendono meglio la tecnica in uno stato di avvenuto recupero.
· L’obiettivo viene raggiunto solo tramite una perfetta pianificazione e organizzazione. Nessun tempo morto in attesa all’esercizio successivo.
Esercizi per il tiro in porta:
1. tiro in porta dopo la guida della palla: descrizione – i giocatori conducono la palla attorno ai cinesini. In un’area di tiro delimitata effettuano dei tiri nei punti prestabiliti e con le parti dei piedi prestabilite. La porta è protetta dal portiere.
2. tiro in porta dopo un passaggio. Descrizione --- due giocatori che si trovano ai lati della porta, effettuano a turno dei tiri in una zona delimitata. L’attaccante che riceve il passaggio in diagonale conclude a rete. A) dopo un controllo B) direttamente dalla zona tiro
3. tiro in porta dopo un controllo e la guida della palla. Descrizione --- passaggio da A verso E. E riceve la palla, lo conduce e tira dalla zona prestabilita. Dopo il passaggio A corre attorno ad un cinesino, controlla il passaggio effettuato dall’allenatore conduce la palla in zona tiro e conclude a rete. In seguito A corre attorno al secondo cinesino, controlla il passaggio effettuato da B, conduce il pallone in zona tiro e conclude a rete.
4. tiro in porta dopo aver superato un avversario. Descrizione --- il difensore difende la sua porta larga 10 metri. Egli può muoversi solo lungo la linea di porta. A turno gli attaccanti superano con il pallone il difensore e tirano in porta dalla zona delimitata.
06 febbraio 2007
IL MIO PROSSIMO LAVORO IN UN CD
ESERCIZI
GIOCHI / GIOCHI A TEMA
SITUAZIONI SEMPLICI
PER INSEGNARE IL GIOCO-SPORT CALCIO NELLE FASCE D’ETA’ 6-7 8-10 ANNI
PICCOLI AMICI
-Giochi per il consolidamento degli schemi di base.
-Giochi per l’apprendimento delle tecniche di base.
-Giochi per costruire il saper giocare individuale.
PULCINI
-Esercizi per il consolidamento e per il potenziamento degli schemi motori di base.
-Esercizi per l’apprendimento e il consolidamento delle tecniche di base
-Situazioni semplici per la formazione del saper giocare individuale difensivo e offensivo.
-Giochi a tema per la formazione del saper giocare collettivo difensivo e offensivo.
PROVE VALUTATIVE
-Prove per la valutazione della coordinazione inter - segmentaria.
-Prove per valutare la tecnica di base.
-Prove per valutare il saper giocare individuale.
I TESTS MOTORI PER BAMBINI DAI 6 AI 10 ANNI
Un altro pericolo è quello di formulare giudizi rigidi nei confronti del bambino tanto da influenzare il rapporto adulto bambino adattandolo ad un giudizio che io considero alla stregua di una fotografia istantanea e quindi come tale sicuramente insufficiente ad illustrare una realtà tanto complessa e dinamica.I n alcuni casi addirittura il risultato del test viene utilizzato come alibi de3lle difficoltà di apprendimento da parte del bambinoi ed esclude la possibilità di una visione critica dell'azione educativa dell'istruttore. Avere, comunque , la possibilità di valutare oggettivamente le capacità del bambino potendone rilevare la corrispondenza, la precocità o il ritardo all'età cronologica può essere considerato un buon mezzo conoscitivo. Non ultimo vantaggio offerto dalle prove che successivamente proporrò può essere quello di offrire spunto per attività che in molti casi sono possibili direttamente al campo e con materiale facilmente reperibile.
05 febbraio 2007
ESSERE ALLENATORI DI SETTORE GIOVANILE
RUBRICA: FRASE DEL MESE -FEBBRAIO-
A. Graf
03 febbraio 2007
02 febbraio 2007
STORIE DA BAR SPORT 5
"Professur ma lù el ga tegn all'Inter? Che pecaa in sci un brau fieu!"
Questa era la frase di benvenuto, con la quale la signora Teresa, o meglio la Sciura Teresa mi accoglieva al Pierino's Bar. Il sorriso che accompagnava questa frase era ironicamente disarmante. La mia risposta, sempre la stessa cioè:"SEMPER FIDELIS" la divertiva e le piaceva. Un concetto che lei aveva fatto suo per tutta la sua vita e che applicava anche per il tifo alla sua squadra del cuore: la Juventus. Era una tifosa accanita! Si ricordava tutte le formazioni e i risultati che la Juventus aveva realizzato nei campionati di serie A. Mi ricordo di una scommessa fatta tra Lei e il Pierino; il quale sosteneva che la Juve avesse realizzato un certo numero di vittorie consecutive in campionato, mentre la Sciura Teresa sosteneva ne avesse fatto un altro. Naturalmente la scommessa la vinse Lei ed il Pierino, quel giorno, a malincuore, dovette offrire aperitivi a tutti clienti del Pierino's Bar. La Sciura Teresa era una persona splendida. Aveva un viso aperto, luminoso e sempre sorridente. I capelli li portava sempre raccolti dietro la nuca, e formava con gli stessi un signon che ingentiliva con un nastrino vellutato di colore nero. I suoi occhi azzurri come il cielo quando è terso, infondevano fiducia e simpatia. Vestiva in modo semplice ma elegante. Quando parlava ti guardava sempre dritto negli occhi e la risposta oltre che sentirla la verificava dalle tue pupille. Quando era al Bar era sempre seduta allo stesso tavolino, quello vicino al finestrone che dava sulla strada statale. Il Pierino quel tavolino lo teneva prenotato tutti i giorni dalle 14.00 alle 16.00 solo per Lei. In quelle ore nessuno poteva sedercisi, se non espressamente invitato dalla Sciura Teresa. Lei ogni giorno arrivava al Bar verso le 14.00, salutava il Pierino (solo Lui) e si dirigeva verso il Tavolino, si sedeva e cominciava a dispensare pillole di saggezza.
Un giorno, dopo la solita battuta sull'Inter, mi fece cenno di accomodarmi al suo tavolino. Mi sentii inoroglito da questa sua scelta e velocemente mi sedetti al suo cospetto. Fece un altro cenno, questa volta verso il Pierino, il quale annuì e a sua volta disse alla Mariuccia:"El solit al Taulin della Sciura Teresa". Il solito voleva dire: Tè e biscottini! Avrei dovuto bere il Tè e gustare i biscottini della Mariuccia, era il pegno che doveva pagare chi si sedeva al Tavolino della Sciura Teresa! Mentre sorseggiavo quella BRODAGLIA e sgranocchiavo quei pezzi di CARTONE chiamati inomignosamente BISCOTTINI, mi chiedevo il motivo di quell'invito. Perchè la Sciura Teresa voleva conversare con me?!
"Professore lei insegna vero?" mi chiese a bruciapelo. "Certo" risposi. "professore ho una curiosità che forse lei può soddisfare". "Mi dica signora se posso più che volentieri" ero in ansia! Andò al dunque:"Sono curiosa di sapere come sono i giovani d'oggi, in che cosa credono, quali sono i loro sogni e quali sono soprattutto i loro valori?" Queste domande mi sorpresero, la Sciura Teresa aveva OTTANTACINQUE anni e si, e mi domandava dei giovani d'oggi. "Perchè le interessano i giovani d'oggi signora Teresa?" La mia risposta la innescò, nel senso che Lei iniziò a parlare in modo così lucido ed articolato che ricordo ancora oggi a distanza di mesi quello che mi disse:"Caro il mio professore i giovani d'oggi sono il nostro futuro, sono la nostra speranza, sono il segno della nostra IMMORTALITA' umana!" RImasi stordito e bloccato in tutte le mie funzioni vitali. Il Tè, senza più controllo, prese le vie respiratorie e si portò appresso un pezzettino di "cartone"(alias biscottino). Mi ripresi con un colpo di tosse che fece partire una pallottola composta da Tè-biscotto-saliva che colpì una piccola pianta grassa in modo così potente da fare strike nel senso che cadde la pianta con tutto il vasetto. Ci guardammo negli occhi e cominciammo a parlare delle speranze, dei sogni e dei valori dei giovani d'oggi e assieme concordammo che bisognava aver fiducia nelle nuove generazioni e sul futuro del mondo! Lasciai il Pierino's Bar con la voglia di abbracciare il mondo rimanendo allegro e positivo per tutto quanto il giorno.
OGGI sono entrato al Pierino's Bar e come tutti i giorni da quel giorno ho guardato verso il Tavolino della Sciura Teresa. C'era il vuoto o meglio c'era una pianta: una camelia! Mi hanno detto che la Sciura Teresa se ne è andata. L'hanno trovata questa mattina nel suo letto, era sorridente e vestita a festa. Si era preparata per l'appuntamento con l'amica morte (come la chiamava Lei). La SCIURA TERESA non c'è più e il Pierino ha tolto da sotto il finestrone anche il Tavolino! Al suo posto ha messo una camelia e sul vaso una targhetta d'argento con su scritto: ALL'IMMORTALITA'.
SCIURA TERESA SARAI SEMPRE CON NOI AL PIERINO'S BAR!! ADDIO
23 gennaio 2007
LA CHIAVE DELL'OTTIMISMO
22 gennaio 2007
STORIE DA BAR SPORT 4
Ma cerchiamo di descriverla questa donna speciale. Il problema è da dove iniziare. La cosa più ovvia è elencare i suoi dati anagrafici: ha trent'anni circa, è alta un metro e settanta circa, è nubile forse ed è di nazionalità Italiana di sicuro. Sono un disastro nelle descrizioni femminili, sono un disastro nelle descrizioni! Ma ricominciamo e vediamo di rendere un pò più creaticva la descrizione. Ok! Allora la Carmen prima di vederla la senti! Ha un passo deciso sembra che cammini su di una passerella di vetro e oltre a sentire i suoi tacchi picchiettare sul pavimento il suo arrivo è annunciato anche dal suo profumo! Questo ha una fragranza particolare che inebria l'olfatto e ti manda in tilt. Stò esagerando? Si stò esagerando! però così rendo un pò di più l'immagine della Carmen! Proseguiamo! Dai piedi lo sguardo cade subito sulle gambe che sono lunghissime e bellissime e messe sempre in risalto da minigonne oserei dire "inguinali". Il giro vita è da bambola Barby. Il seno, mi stanno tremando le mani, è, diciamo, esuberante, una quarta per capirci. Il viso poi è un ovale perfetto! Su di esso la natura si è divertita ad incastonare degli optional favolosi! Capelli rossi (da accarezzare), occhi azzurri (nei quali annegare), un nasino alla francese (da strofinare) e labbra rosse sulle quali MORIRE!!
E' BELLISSIMA!!
Dopo aver acquistato le sigarette la Carmen esce dal bar! A questo punto parte un coretto intonato dal Salvatore e dal Giovanni che riprende la canzone di Masini: "ti vorrei, ti vorrei dentro ai jeans. Ti vorrei, ti vorrei, ti vorrei che non ne posso più. Ti vorrei, ti vorrei..." Un vocione sovrasta il coretto. è il Pierino che stronca ogni velleità canora dei due con una delle sue frasi:"Uè basta! Chi sem minga a SanRemo!!" Ma il capitolo Carmen è appena iniziato. Infatti i commenti ad alta voce si sprecano: "che dona, che dona...mi per quela lì lasaria anca la Ruseta" dice il Giacomo. Gli fa eco il Pasquale che entra in scena con un prepotente:"minchia che fimmena! tutta bona iè da lu capo a lu pidi!". Il più originale comunque è il Gennaro che dice:"chilla femmena mi mette in testa sogni porcografici..."(impagabile definizione).
E ora signori è arrivato il momento dell'intervento dell'esperto di...donne: il ROBERTO! Il Roberto è un signore sulla settantina, sempre vestito bene con giacca e cravatta. Alto circa un metro e novanta, capelli brizzolati tagliati corti e ben tenuti, mascella squadrata, labbra carnosce e sorriso accattivante, un tipo da Soapopera(tempo fa!). Lui dice di aver girato mezzo mondo e di essere stato con donne belle e affascinanti di ogni estrazione sociale! Ora passa tutto il giorno al Pierino's Bar, consumando solo un bicchierino di anice, che non paga lui ovviamente, raccontando storie mai vissute e forse lette in romanzi rosa. Famosa è quella della sua love story con una nobildonna Russa(ma questa è un'altra storia che forse un giorno vi racconterò). Torniamo alla nostra! E' il Giovanni che pone la fatidica domanda:"ma te Roberto cosa ne pensi della Carmen?"
SILENZIO ASSOLUTO PARLA L'ESPERTO DI...DONNE!
Il Roberto non si fa pregare, anzi non aspettava altro, e parte:
"La Signorina in questione è estremamente interessante! Per le sue misure oserei un 90-80-100, quindi reputo che vi sia un'abbondanza di fianchi ed una esagerazione di seno che nel contesto però non ci sta male. Il viso è gradevole tendente al bello. La gamba lunga è sinonimo di volubilità, nel senso che la signorina è un'amazzone che ama cavalcare puledri di razza! Il capello rosso e ondulato attira il maschio virile. Donna da uscita serale con cena a lume di candela. Per far colpo su di lei il cavaliere deve indossare un vestito gessato bleu con camicia tassativamente bianca chiusa al collo con una cravatta regimantal dai colori bleu-azzurra. scarpe di vernice obligatoriamente nere!" L'attenzione è al massimo livello e nel silenzio più assoluto sento la "vocina" del Pasquale che stà sussurrando al Salvatore una considerazione sul Roberto:"minchia quante ne sa sulle donne sto cristiano! Tengo un'individia (dice proprio così) incredibbile, lo starei addascultari per uri e uri!" In effetti il Roberto parla del gentil sesso come un esperto metereologo parla del tempo di fronte alle telecamere: è preciso, esauriente e puntuale!
E puntuale arriva il commento del Pierino al commento del Roberto:"Quanti parol inutil per dì che la CARMEN L'E' UNA BELLA QNOCCA!!" Il PIERINO è smpre preciso, esauriente e come al solito COMPETENTE!!
19 gennaio 2007
RUBRICA: ALLENATORI NEL PALLONE 8
107. "Stai alto Giovà, stai alto Giovà" alenatore ad un proprio allievo di 14 anni. Quanto alto un metro, due metri oppure tre? Bisognerebbe dotare l'allievo di un altimetro;
108. "Voi siete nati nella barbagia per questo non sapete soffrire" allenatore durante l'intervallo di una partita alla propria squadra di giovanissimi che stava perdendo. Se i suoi allievi fossero nati veramente in Barbagia saprebbero cosa vuol dire: sofferenza! L'allenatore comunque non sa quale differenza ci sia tra Barbagia e cotone idrofilo.
109. "Si arbitro oggi sono arrivati i Re Magi: Oro, Incenso e ...Rigori" allenatore all'arbitro dopo che questo aveva assegnato alla squadra avversaria due rigori.Spiritoso e sarcastico, ma come dargli torto?
110. "Dai, DAI, DAI, DAI..." allenatore per incitare la propria squadra di giovanissimi. Verrebbe voglia di completare la frase con un:"...dagli una spinta...dagli una spinta..."
111. "Oh ma cosa continui a tirare, cos'hai la tiroide?" allenatore ad un proprio allievo di 13 anni dopo che questo aveva tirato in porta per la terza volta per la terza volta consecutiva. Be la tiroide il bambino ce l'ha di sicuro è l'allenatore che non ha un vocabolario;
112. "Oh... oh...se la davi li non la volevi dare là..." allenatore ad un proprio allievo di 15 anni. Non riusciamo a capire! Ma se la dava là lui sarebbe stato zitto lì? Ma?!
113. "si si per vedere un tuo gol quest'anno andiamo tutti quanti a chi l'ha visto" allenatore ad un proprio giovanissimo di 14 anni. E "a chi l'ha visto" trovavano lui che stava cercando se stesso;
114. "Voi tre scaldatevi entrambi" allenatore ai componenti della propria panchina (14 anni). Non si è alzato nessuno, si sono buttati per terra ridendo come matti...
115. "Si si giochiamo per sperare..." allenatopre alla propria squadra di esordienti. Sperare di fare che? che l'anno prossimo la squadra cambi allenatore? Speriamo per loro...
116. "Dobbiamo giocare come i BIGGHI" allenatore alla propria squadra di giovanissimi durante l'intervallo. I ragazzi domandarono:"mister ma chi sono sti BIGGHI?". Il mister rispose:"i campioni sono i Bigghi, ignoranti che non siete altro". Loro sarebbero gli ignoranti...lasciamo perdere...
117. "In profondità, in profondità devi giocarla in profondità!" allenatore ad un proprio allievo di 13 anni. Allenatore istruttore SUB
118. "Arbitro giochiamo a calcio non a calcioni" allenatore all'arbitro dopo l'ennesimo fallo della squadra avversaria. Spiritoso ma intempestivo ed espulso
119. "Allarga tutto, allarga tutto Antò ti ho detto di allargare tutto" allenatore ad un proprio allievo di 14 anni. L'allenatore forse soffre di claustrofobia
120. "Fabio Il calcio non è per signorine" allenatore ad un proprio giocatore di 13 anni. L'allenatore si è sbagliato doveva dire:"Fabio il calcio non è un gioco per sole signorine..."
16 gennaio 2007
RACCOMANDAZIONI AI GENITORI
Il comportamento del genitore nei confronti del proprio figlio, che pratica il gioco sport calcio, è di notevole importanza per l'entusiasmo che quest'ultimo riverserà nello svolgere l'attività stessa e per i risultati tecnico-educativi che il bimbo potrà ottenere in futuro. Per questo motivo possiamo ben dire che non è consigliabile una sua intromissione di natura tecnica. Il genitore dovrà infatti rendersi conto che suo figlio ha un bisogno naturale di divertirsi e questo non deve entrare in rotta di collisione con le sue ambizioni. Non è raro che chi un tempo è stato un campione mancato tenda ad opprimere il bambino con aspettative fuori misura, creando così i presupposti di un precoce abbandono dell'attività ludico sportiva. Altrettanto deleterio può essere un atteggiamento critico e rigido in seguito a qualche risultato scadente che inevitabilmente può capitare, perchè sentirsi sempre sotto esame oppure, pegio ancora, il venire estromesso, no giova alla serenità di un piccolo "atleta". Un altro consiglio da dare ai genitori di un giovane calciatore è quello di evitare nel modo più assoluto di fare confronti con altri compagni o avversari. Ogni bambino ha le proprie fasi di maturazione, con tempi molto diversi da soggetto a soggetto, necessarie per passare da uno stadio al successivo. Sarebbe un errore giudicare il bambino per il confronto con gli altri e non in base al suo personale grado di miglioramento. Il genitore, in definitiva, deve partecipare, nel senso di dimostrare interesse per il figlio che pratica 'attività sportiva, senza comunque intervenire in modo invasivo sull'attività stessa e sulle relazioni che il bambino istaura con il proprio allenatore e con i propri compagni.
09 gennaio 2007
FASCIA 6/8 ANNI - SPEGNERE IL TELEVISORE ED IL COMPUTER
- TUTTI I BAMBINI IN PARTITA DEVONO GIOCARE LO STESSO TEMPO
- L'ALLEDUCATORE DEVE TENER CONTO DELLE SINGOLE NECESSITA' E CAPACITA' DEI SUOI ALLIEVI
- IL GIOCO-SPORT-CALCIO E' UN MEZZO E NON UN FINE
- TUTTI, MA PROPRIO TUTTI, DEVONO RICEVERE LODI PER LA SOLA PARTECIPAZIONE
Questa età è un momento molto delicato dove un fallimento iniziale potrebbe facilmente allontanere definitivamente i bambini dall'attivita' di gioco sport spingendoli verso abitudini sedentarie.
08 gennaio 2007
L'ATTIVITA' FISICA A 6/11 ANNI
Nei primi anni di scuola, quando i bambini sono particolarmente impegnati ad apprendere le nozioni scolastiche, dovranno scegliere l'attività di gioco sport a loro più confacente. Qui sotto riportiamo dei dati che mettono in evidenza le caratteristiche e le capacità che i vari sport di squadra sviluppano in modo specifico:
sport forza flessibilità coordinazione rapidità resistenza
CALCIO xx x xxx xxx xxx
RUGBY xxx x x xx xx
BASKET x x xx xx xx
PALLAVOLO x xx xx x x
04 gennaio 2007
I BAMBINI IN ETA' 6-11 ANNI

ANNI DI GRANDI CAMBIAMENTI
Tra i 6 e i 12 anni i bambini si staccano gradualmente dai genitori per avviarsi verso l'adolescenza, cercando di crearsi una propria identità, spesso a immagine dei compagni. La crescita fisica prosegue costante negli anni della scuola elementare. In questi anni è essenziale praticare un'attività fisica adeguata. Ora che i bambini i bambini sono più autonomi nuove sfide si impongono a loro. I bambini hanno bisogno, come abbiamo detto, di svolgere con regolarità un'attività fisica e i genitori spesso si affidano alle società calcistiche per soddisfare tale necessità. Da queste prime esperienze può nascere la passione per il nostro sport: il GIOCO DEL CALCIO. E' questo il momento più delicato, perchè un approcio frustrante potrà spingere il nostro bimbo verso una scelta di vita sedentaria. L'avviamento alla pratica sportiva calcistica è utile non soltanto a migliorare la coordinazione e la forza, ma aiuta anche i bambini a sviluppare la fiducia in se stessi e un atteggiamento positivo nei confronti degli altri, favorendo l'autostima. Questo aspetto si rivela essenziale in età scolare, quando i bambini iniziano a osservarsi e a preoccuparsi di non essere uguali agli altri. Il pensiero di essere meno coordinati o atletici rispetto ai compagni può far sentire i bambini fuori posto. Esistono differenti corporature ma indipendentemente dalle caratteristiche fisiche, questo è il momento dove tutti i bambini hanno bisogno della frequente conferma di essere amati.
02 gennaio 2007
RUBRICA: FRASE DEL MESE
31 dicembre 2006
RUBRICA: ALLENATORI NEL PALLONE 7
92. "...ti ha infilato come un pollo..." allenatore ad un propiro allievo (15 anni) dopo che si è fatto facilmente superare in dribbling. Allenatore rosticcere
93. "Ragazzi dobbiamo fraseggiare di più stiamo singhiozzando" allenatore alla propria squadra di allievi (15/16 anni). Allenatore OTORINO-MUSICISTA
94. "Così ragazzi così, stiamo dilagando!!" allenatore alla propria squadra di allievi dopo il secondo gol segnato. Allenatore esagerato che si stà "allarg-dilagando"
95. "Silvio ADDOMESTICA quella palla del ..." allenatore ad un proprio giocatore sedicenne. Allenatore o Addomesticatore? Indubbiamente volgare!
96. "Aggancia la palla e giUocala" allenatore ad un proprio giocatore di 15 anni. E se agganciandola la bUoca?
97. "Dai RAGA non si vede per niente che oggi giochiamo in casa" allenatore alla propria squadra di allievi (16 anni). Allenatore casalingo
98. " Antonio oggi sei meglio dell'uomo ragno!" allenatore ad un proprio allievo di 15 anni. Allenatore esperto di SuperEroei o meglio "SUPERALLENATOR"
99. "Ragazzi oggi ci troviamo ad occhi chiusi" allenatore alla propria squadra di allievi (16 anni). Allenatore di calcio o di "mosca cieca"?
100. "QELLO LO DEVI FRANCOBOLLARE" allenatore ad un proprio allievo di 15 anni. Non si poteva relegare miglior frase alla numero cento!! Grazie allenatori grazie di esistere!!!
101. "Mettila a cucchiaio" allenatore ad un proprio allievo che stava battendo una punizione dal limite dell'area. Allenatore amico dell'allenatore casalingo!
102. "Ricuci Giorgio, ricuci a centrocampo" allenatore ad un proprio allievo di 15 anni. Ma con tutto il posto che c'è nel centro sportivo sto povero Giorgio deve proprio cucire in mezzo al campo?
103. "Dai imbastiamo questa azione e andiamo..." allenatore alla propria squadra di allievi. Allenatore amico del casalingo ed esperto in sartoria!
104. "Ripiega Alex, Alex ripiega!" allenatore ad un proprio allievo di 16 anni. Allenatore estremamente ordinato e...amico del casalingo!
105. "Sei un CONDOR Davide" allenatore dopo un gol realizzato dal suo giocatore. tutti ci chiediamo: "Sarà un condor pasa?"
23 dicembre 2006
BUON NATALE E FELICE 2007 A TUTTI
Il cielo terso,
la terra rinverdita,
carica di frutti:
tutto questo è buono,
ma la PACE tra gli uomini
è il dono più prezioso.
Testo di una ballata SIOUX
18 dicembre 2006
Cos'è importante nel gioco del calcio?
16 dicembre 2006
STORIE DA BAR SPORT 3
Il mio pensiero è tutto per la Lucia. Una donna sulla cinquantina, sposata e mamma di due figli maschi. Lucia è una donna dinamica, piena di interessi tra i quali vi è il ballo. Il Pasquale insiste nel dire che è una campionessa di "galli-galli" e di "mazzucca" facendola arrabbiare moltissimo perchè lei gli ha gia spiegato un centinaio di volte che non si dice galli-galli ma "alli-galli", non si dice mazzucca ma "mazzurca". Tempo perso naturalmente il Pasquale continuerà imperterrito nel suo storpiare quei vocaboli. Il sopranome che il Pierino ha dato alla Lucia è:
"L'ITALO-CALABRESE" questo perchè parla una lingua che è per metà calabrese e per metà italiano. SEGNI PARTICOLARI della Lucia: è fortunatissima a qualsiasi tipo di gioco d'azzardo! La sua specialità è azzeccare i pronostici del totocalcio. Ne sbaglia raramente qualcuno! Parlo per esperienza personale. Qualche volta ho chiesto la sua consulenza per alcuni risultati, li ha sempre azzeccati! Purtroppo questi ultimi dovevano essere miscelati ai miei eee... morale della favola non vinco mai una scommessa! Il suo commento è sempre questo:"professorino tenete fortuna in amore!" Ma!?
Ma torniamo al disastro! "Ma come ha fatto a perderla la schedina la Lucia?" chiedo al Pierino. Il Pierino espone la nuda cronaca:"La Lucia L'aveva metuda in una tola (barattolo) in garage e il Pino, el so marì, nel netà il box la butà via la tola e insema la schedina". Rimango di sasso! Mi frulla nella testa una domanda, che come mi viene la faccio al Pierino:" ma quei tre cosa dicono?". Il Pierino risponde immediatamente:" Gandà tri dì (le hanno dato tre giorni)e po a voren i danè!!". "E poi cosa fanno se la Lucia non gli i soldi?" replico io. " Ma al so no profesur, ma chi tri li en minga giust e...ma?!" Il Pierino è veramente preoccupato!! Mentre ripeto anch'io nella mia mente che la situazione è proccupante vedo dalla vetrata del bar la Lucia che sta entrando e urla a squarciagola:" A trovavi!A trovavi! Hocu mio (fuoco mio), a trovavi!". Il Pierino, senza muoversi dallo sgabello dove sta seduto tutto il giorno, invita a sedere la Lucia e a raccontare quello che è successo e a spiegarsi nel miglior modo possibile :" Calmes Lucia Calmes e cunta sù". La Lucia non capisce niente di quello che ha detto il Pierino ma è come un fiume in piena E NON LA FERMA PIU' NESSUNO! Inizia a raccontare:"L'altro iorno chidu cornutazzo del Pino, e se vi dicu eu che chiudu è nu grandissimu curnutazzu ci potete credere, pighiau tutti i barattuli e i iettau via! Dentro ad uno di quelli avia missu a schedina. Nu disastru! NU disastru! Arribedavi (ho messo sotto sopra) tutta a casa per trovare u barattulo e inta a discarica. Ma u barattulo onne sciu e fora (non usci fuori), quindi passavi e cà (passai di qua) per dirlo a chillatri scurnacchiati (Il Giovanni, il Sergio e il Pasquale) che manno dato l'autan(L'out out). Ero disperata e quando tornavi alla casa e vitti (vidi) a Pino, me lo vulia magiare. Stu minchiuni mi dice:"Amò, perchè stai così nervosa?". Se avia inti i mani na pistola, ci iettau nu culpo (se avessi avuto una pistola tra le mani, gli avrei sparato), ma dissi:" dintu nu barattolo che iettasti, ci avia missu a schedina che vinciu 57.000 euro!". Su cunnu (questo fesso), mi disse: "I barattuli i iettavi alla discarica, ma a schedina a trovavi e l'ho conservata, a vi duv'è?(vedi dov'è?). E me l'ha data!! A trovavi!A TROVAVI!
AHH!! che sospiro di sollievo, al bar siamo tutti contenti, il Pierino è arrivato addirittura ad offrire un "giro" di prosecco (evento eccezionale). Io sono più che contento, sono strafelice mi piacciono le storie a lieto fino! Ma mi è rimasta una domanda che mi FRULLA nella mente: "Ma che avrebbero fatto i tre -scurnacchiati- se la Lucia non avesse ritrovata la schedina??" MA!?
" A TROVAVI A TROVAVI !!!"Continuava la LUCIA!!
10 dicembre 2006
RUBRICA: ALLENATORI NEL PALLONE SOLO PER L'ARBITRO
- "Albitro, Albitro, Albitro..." allenatore che cerca di attirare l'attenzione dell'ARBITRO
- "AMMONILO arbitro, AMMONILO..." allenatore che invoca un'ammonizione per un avversario scorretto.
- "Arbitro ogni tanto fischia anche per noi..." allenatore musicista
- "ESPELLILO arbitro..." allenatore parente stretto di AMMONILO
- "Arbitro hai preso un ABBAGLIAMENTO..." allenatore esperto del codice della strada
- "Arbitro o sei un incapace o sei un disonesto..." allenatore che non lascia vie di scampo
- "Arbitro sei una CIOFECA..." allenatore...espulso...giustamente
- "Se non mi tenete l'ammazzo...(riferito all'arbitro)" allenatore esagerato e...espulso
- "Arbitro che ci hai la fischite?" l'allenatore si riferiva alla famosa infiammazione al labbro dovuta al continuo uso del fischietto...
- "Arbitro sei una pantegana..." allenatore offensivo ed...espulso giustamente
- "Arbitro devi correre di più..." l'allenatore dalla panchina sta guidando i suoi giocatori o si preoccupa della prepararzione atletica dell'arbitro?
- "Arbitro devi entrare maggiormente in partita..." l'allenatore ne è uscito immediatamente...espulso
- "Uè ciccio ogni tanto fischia anche a nostro favore..." l'arbitro interrompe la partita va verso l'allenatore e... gli dice:"lei a me ciccio non mi chiama" gira le spalle e di corsa torna a dirigere la partita
- "è finita arbitro è finita è finitaaaa..." per lui è finita veramente...allenatore espulso
- "Arbitro non c'è bisogno di aiutarli sono già forti di loro..." allenatore in estrema difficoltà e che ce l'ha con il mondo
VERIFICA DEL LAVORO SVOLTO PER MEZZO DEL RITORNO AD UNA SITUAZIONE TECNICA
- STOPPARE IL PALLONE CON IL PIEDE : QUESTA SITUAZIONE è PARTICOLARMENTE INDICATA PER VALUTARE L'EFFICACIA DELL'AGGIUSTAMENTO POSTURALE CON RAPPRESENTAZIONE MENTALE.
- Passaggio a due: i giocatori sono riuniti in gruppi di tre in modo tale che uno di loro possa assumere il ruolo di osservatore. Il lanciatore è fisso. Lancia la palla prima con una traiettoria curva in direzione del suo compagno, in modo tale che questi lo possa stoppare con un piede. Realizzato lo stop, rimanda poi la palla esattamente al suo compagno che la riprende con le mani. E' sempre lo stesso giocatore che lancia la palla con le mani, durante tutto il tempo dell'esercizio. In un primo momento allenare il giocatore su un lato e in seguito sull'altro;
- Lanciare sollecitando il disequilibrio di chi riceve: lanciare la palla sempre più spostatta rispetto all'asse di chi riceve in modo tale che questi sia obbligato a spostarsi sempre di più per controllarla (lavoro di equilibrio unipodale). Fino a questo punto non è stata data alcuna consegna posturale. L'attenzione del giocatore è portata sul controllo del pallone e sulla sua traiettoria.
- Controllo delle tensioni muscolari della gamba che riceve: Questa necessità esige la stabilità completa del bacino in cui si inseriscono questi muscoli. Attivare l'attenzione del giocatore sulla necessità di accompagnare la traiettoria discendente della palla. Particolare importanza del rilasciamento del piede che deve essere completamente "sciolto".
05 dicembre 2006
RUBRICA: ALLENATORI NEL PALLONE 6
77. "Stai fermo che fai più danni della grandine..." allenatore ad un proprio giocatore di 14 anni durante una partita. Allenatore stai zitto che fai più danni tu che un elefante in un negozio di cristalleria.
78. "Pennella Fede, pennella che sei uno spettacolo..." allenatore ad un proprio giocatore di 14 anni. Allenatore maestro d'arte...
79. "Si Si ride bene chi ride meno..." allenatore all'allenatore avversario che esultava dopo un gol. Caso mai ride bene chi ride di più...o non è cosi?
80. "Ragazzi ma cosa facete?" allenatore ai propri giocatori di 14 anni durante una partita. Si consiglia all'allenatore di frequentare un corso d'aggiornamento sulla lingua italiana
81. "Mi avete rotto voi 2, ci metto 2 secondi a tirarvi fuori tutti e 2 al secondo tempo" allenatore a 2 suoi giocatori di 14 anni durante una partita. Allenatore che spacca in 2 i propri e gli altrui...
82. "Di questo passo andiamo tutti nel barattolo" allenatore ai giocatori di 14 anni durante l'intervallo di una partita. Be meglio nel barattolo che nel baratro!
83. "Tienilo e non mollarlo quel cane..." allenatore ad un difensore della propria squadra di 14 anni durante l'azione difensiva in una partita. Si è dimenticato il guinzaglio...
84. "Io vi inzacchero tutti..." allenatore alla propria squadra di 15enni durante una partita. Cioè...? che voleva dire...?
85. "Tu sei uno del club della caseola" allenatore ad un proprio giocatore di 15 anni leggermente appesantito, durante una partita. Allenatore dietologo o dietista o solo pesante da digerire...?
86."Perchè gliela passi così male? forse perchè esce con tua sorella?" allenatore ad un proprio giocatore di 15 anni durante una partita. Allenatore "psicolabile" con turbe alla sfera affettiva...
87. "Ti do una pigna se non mi ascolti testa di ..." allenatore ad un proprio giocatore di 15 anni durante una partita. Allenatore seguace del metodo "Pesta-lozzi"
88. "Ti mando un fax con su un disegno, perchè le parole te non le capisci..." allenatore ad un proprio giocatore di 15 anni durante una partita. Allenatore esperto della comunicazione...
89. "Vieni qua, vieni qua, ti ho detto che ti faccio male non che ti spezzo le gambe..." allenatore ad un proprio giocatore di 15 anni durante la partita. Allenatore spirito-sadico-educatore...da ricoverare...
90. "Ne ho piene le tasce di voi che siete dei perdenti..." allenatori alla propria squadra di 15enni durante una partita. Allenatore vincente e motivatore...
04 dicembre 2006
ESERCIZI PER IL MIGLIORAMENTO DELL'EQUILIBRIO UNIPODALE
- Acquisire la posizione d'equilibrio in appoggio unilaterale. La coscia della gamba libera è orizzontale con il minimo delle tensioni muscolari. Esercitare un leggero controllo addominale. Le gambe e le braccia sono le più rilassate possibile. Far variare la flessione della gamba in appoggio, sempre mantenendo il tronco verticale. Mantenendo costantemente la gamba ad un certo grado di flessione, far variare l'inclinazione dell'insieme bacino tronco. Adottare tutte le posizioni possibili conducendo il movimento a partire dal bacino. E' a partire da questa situazione che verrà fatta l'interiorizzazione del modello posturale in appoggio unilaterale flesso. L'attenzione del giocatore deve essere portata sul mantenimento della solidarizzazione bacino-tronco grazie al controllo addominale. Nessun movimento parassita deve prodursi a livello della colonna vertebrale. Quando è raggiunto questo punto, portare l'attenzione sull'articolazione coxo-femorale.
- Controllo del mantenimento del bacino in orizzontale. Realizzare questo esercizio in equilibrio su un piede ed in posizione sopraelevata(ad esempio su una panca). E' la contrazione riflessa del medio gluteo della gamba d'appoggio che mantiene la stabilità orizzontale del bacino. La posizione iniziale è in appoggio unilaterale sopraelevato con l'arto leggermente flesso. Mantenendo sempre l'asse del corpo verticale, far ruotare l'insieme bacino-tronco attorno ad un asse che passa attraverso la testa del femore della gamba d'appoggio. Questo movimento deve essere eseguito molto lentamente.
- Potenziamento del tono degli ischio-tibiali e del medio gluteo. Utilizzazione di salti successivi che implicano nel momento dell'appoggio a terra la messa in gioco sia del trasverso dell'addome che dei muscoli pelvitrocanterici. a)Serie di saltelli con battuta pari; b) Serie di saltelli con la corda; c) Saltelli successivi sullo stesso piede. Durante la realizzazione dei suddetti balzi l'attenzione dovrà focalizzarsi sulla stabilità del bacino.
28 novembre 2006
STORIE DA BAR SPORT 2
Il Pasquale è un assiduo frequentatore del Pierino's bar. E' sulla settantina, ciuffo alla Little Toni degli anni migliori, addome prominente alla Vito Catozzo ed è alto un metro e una buca come don Lurio. Pugliese di nascita ma milanese di adozione, parla una lingua ibrida che spazia dal milanese al foggiano all'italiano aulico. Accanito fumatore, mangia solo salsiccia di fegato, formaggio di pecora e gli immancabili maccheroni alle olive piccanti. Il fegato di Pasquale è ingrossato dalla nascita e occupa i tre quarti dell'addome e assorbe, per il proprio funzionamento i tre quarti del sangue in circolazione. Campione di tresette, non perde una partita dal lontano 86, quando Salvatore detto la fetecchia si mise daccordo con gli altri giocatori per farlo perdere. Quel giorno rimase memorabile anche per il fatto che l'imprecazione preferita dal Pasquale cioè: "SANGUE DI GIUDA" fu sentita da tutto il paese!! Segni particolari è uno Juventino sfegatato. Talmente sfegatato che ha chiamato i suoi tre figli con tre nomi di ex giocatori della juve: Il primo Giampiero(Boniperti), il secondo Roberto(Bettega) e il terzo Miscell(così lo chiama lui, Platini) il suo preferito è la sua fotocopia!
Ma veniamo al dunque della questione. In realtà io so perchè il Pasquale mi cerca. Il tutto ha inizio da quando hanno retrocesso in serie B la Juventus, penalizzato il Milan e assegnato lo scudetto 2005/2006 all'Inter. Da quel momento il Pasquale non si da pace. Dalla disperazione beve oltre 10 bianchini spruzzati col fernet e fuma tre pacchetti di sigarette al giorno e praticamente è un continuo dentro fuori dal bar, dentro per bere fuori per fumare! Da quel momento ha anche una fissazione: deve convincere il dott. pres. Massimo Moratti a rinunciare e restituire "IL SCUDETT NON VINCIU' SANGUE DI GIUDA!!"Lo vuol fare scrivendo una lettera e per scriverla vuole la mia consulenza. Io ho provato a convincerlo che sono un insegnante di educazione fisica e non di italiano ma lui mi ha risposto: "sempre proffessur siete!" la sua è una logica disarmante.
"Proffessur, proffessur" è lui che mi sta chiamando, mi ha beccato anche oggi porca miseria. "Proffessur l'ho preparata, l'ho preparata ce l'ho qui in tasca". Non ci potevo credere, l'ha scritta sul serio, ha scritto la lettera e ora pretenderà che io la corregga! "Proffessur per piacere dovete leggerla e me la dovete correggere". "Ma Pasquale è proprio necessario?" La risposta di Pasquale non lascia scampo:"CERTAMENT!" Bene leggiamola insieme e inizio a leggerla:
"Carissimo dott. illustrissimo Presidende Massimo Moratti (esagerato come sempre). Vorrei raccondarle una storia(cosa?) che mi è accaduta(da adesso non commento più). L'altro giorno stavo seduto su una panghina al parco a leggere la gazzetta dello sport e proprio li davandi a me venne a fermarsi una giovane mamma che richiamava il suo creaturo di circa 10 anni. Il creaturo arrivò correndo e teneva in mano un'automobilina che non era sua dato che la mamma lo comandò a restituirla subito. In mentre assistii(ok non intervengo) al seguente scambio di battute:"Esci subito fuori la macchininuccia e rimettila dove l'hai pigliata!" "Mamma ma non è di nessuno l'ho trovata sul bordo della fontana". "Riportala dove l'hai cogliuta". "Mamma se non la prendo io la prenderà qualcun altro". Ero propio curioso di sapere, dottore, come fosse andata a finire (a questo punto anch'io). Fui ammirato e sorpreso dalla risposta della mamma mio caro presidende che fu questa: "Non imporda chi la prenderà e di chi è la macchinuccia, TU PENZA A FARE LA COSA GIUSTA!!" E il bambino andò a posare la piccola macchinuccia sul bordo della fontana caro presidende! Caro sig Moratti la morale di questa storia è: "LEI è sicuro di aver fatto la cosa giusta nel prendersi lo scudetto 2005/2006?Io penzo di NO! Porgentole tutti i miei più caldissimi e rispettosissimi(ci risiamo con le esagerazioni) saluti le auguro di vingere non uno ma dieci scudetti perchè lei li merita tutti". Firmato:Pasquale
Rimasi a bocca aperta!!
"Proffessur,proffessur che ne dis?" La mia risposta fu spontanea ed immediata:"SANGUE DI GIUDA CHE LETTERA PASQUALE!"
Stavo per uscire dal bar con la lettera in saccoccia quando il Pasquale mi disse ad alta voce: "Professur fem minga scherz la spedisca e me raccomandi per POSTA PROLETARIA!!"
Pasquale non ci sono dubbi sei un mito da Pierino's Bar
27 novembre 2006
RUBRICA:ALLENATORE NEL PALLONE 5
62. "Sei veloce come un gatto di marmo" istruttore ad un proprio giocatore di 11 anni che stava rincorrendo un avversario e non è riuscito a fermarlo perchè troppo veloce. Il Michelangelo degli allenatori.
63. "Mettila leggermente lunga" istruttore ad un proprio giocatore di 11 anni mentre stava calciando una punizione da centrocampo. Consiglio leggermente insignificante.
64. "Falla girare, falla girare ti ho detto di farla girare..." istruttore ad un proprio giocatore in possesso di palla. La risposta poteva essere: "come fosse una bambola?"
65. " Ma Mettila dentro, che vinciamo"(la palla) istruttore ad un suo giocatore che si è presentato davanti al portiere avversario e non ha fatto gol. Seguace di Lapalisse
66. "Toccala poco, toccala poco, toccala poco"(la palla) istruttore ad un proprio giocatore di 12 anni. Allenatore moralista e bacchettone.
67. "Esci la palla la palla che entra il massaggiatore" allenatore ad un proprio giocatore di 13 anni in possesso di palla perchè un altro allievo si era infortunato perchè nessuno aveva visto l'incidente perchè...STOP! Siamo tutti degli Oronzo Canà!!
68. "Attacca il castello..." allenatore ad un proprio giocatore di 13 anni. "Marcondirodirondello".
69. "A piramide a piramide" allenatore alla propria squadra di 13 anni. Allenatore gladiatore.
70. "Antonio dai trova la tua dimensione" allenatore ad un proprio giocatore di 13 anni. PsicoAllenatore.
71. "Chiudi il palo Pietro, ti ho detto di chiudere il palo Pietro" allenatore ad un proprio giocatore di 13 anni. Pietro dovrebbe fare un "miracolo".
72. "Tra cinque minuti entri" (mancavano tre minuti alla fine della partita) allenatore ad un proprio giocatore di 13 anni. Allenatore senza orologio o allenatore senza ...?
73. "Siete una banda di coglioni e il più coglione sono io che vi alleno" allenatore alla propria squadra di tredicenni. Offensivo ma onesto.
74. "Vivi dobbiamo stare vivi!!" allenatore alla propria squadra di tredicenni. Allenatore tragicomico.
75. " A triangolo a triangolo dobbiamo metterci a triangolo" allenatore a dei propri giocatori di tredici anni. In coro avrebbero potuto rispondere: "Il triangolo no, il trioangolo no...!"
24 novembre 2006
LE ESIGENZE POSTURALI NEL GIOCO DEL CALCIO
- L'appoggio unilaterale: la quasi toalità dei gesti tecnici nel gioco del calcioesigono la libertà di uno degli arti inferiori che deve essere disponibile per l'utilizzazione del pallone. L'appoggio necessario per la realizzazione del gesto deve essere quindi dato dal'arto inferiore opposto, cioe in appoggio unilaterale.
- La solidarizzazione bacino tronco deve essere assicurata in condizioni particolarmente difficili.
- La gamba libera deve avere un tono perfettamente controllato, in modo da poter realizzare efficacemente il gesto tecnico. Nella fase iniziale di lavoro non è bene portare l'attenzione del giocatore su questo dato. La scoperta di questa difficoltà si fa durante l'evoluzione dell'allenamento.
- Disponibilità dell'articolazione coxo-femorale. L'insieme del corpo deve ruotare attorno all'articolazione coxxo-femorale della gamba d'appoggio. La difficoltà di questo aggiustamento posturale consiste nel mantenere la solidarizzazione bacino tronco qualsiasi sia l'inclinazione dell'asse corporeo. Il rispetto di questa condizione è effettivamente fondamentale per permettere al giocatore di avere il controllo costante del tono della gamba libera, indispensabile alla precisione del gesto tecnico. Ogni rottura della solidarizzazione bacino tronco provoca reazioni riflesse incontrollabili dei mscoli poliarticolari delle cosce.
COSA FARE?
- Salvo casi eccezionali, la pratica globale del calcio, non permette di risolvere efficacemente questo delicato problema posturale, condizione fondamentale ed imprescindibile dei progressi del giocatore.
- se l'allenatore vuole avere una reale azione formativa e non lasciare tutto alla selezione naturele, bisogna che consideri questo problema psicomotorio fondamentale.
- questo problema posturale deve essere affrontato con un lavoro specifico sull'orizzontale in appoggio unilaterale
21 novembre 2006
SPORT=DEPORTO=USCIRE DAL PORTO
CHE LO PORTERA' VERSO METE MAI RAGGIUNTE.
QUANTE VERITA' CONOSCIUTE
QUANTE VERITA' DISCONOSCIUTE
QUANTE LOTTE
QUANTE VITTORIE
MA SOPRATTUTTO QUANTE SCONFITTE DURANTE IL VIAGGIO.
EMOZIONI PROFONDE IN BALIA DELLE ONDE
PURA PASSIONE SPINGE L'AZIONE
L'UOMO PARTE SOLITARIO PER AFFERMARE SE STESSO
SI CONGIUNGE AL FRATELLO PER APPARTENERE ALL'IMPRESA DELLA VITA.
LA STORIA DELL'UOMO E' LA SOMMA DEI FRAMMENTI DEI VIAGGI FUORI DAL PORTO.
17 novembre 2006
STORIE DA BAR SPORT
"Mariuccia a vo de là se no in cò a masi quaidun"(Mariuccia vado di la se no oggi ammazzo qualcuno). Chi dice queste parole è il Pierino padrone del "PIERINO'S BAR" (la fantasia e l'egocentrismo lo hanno sempre contraddistinto). Il Pierino è un personaggio "mitttico" (si con tre t) del mio paese. Ha 65 anni e ha una stazza imponente: 180 cm per 150 kg. Segni particolari: è un milanista sfegatato!! Io tutti i giorni vado al "Pierino's bar" per bermi un espresso e lo vedo li il Pierino. E' vestito sempre nello stesso modo: polo a maniche corte di color bleu, grembiulino bianco portato sopra ai jeans tenuti su da delle bretelle alla Bud Spenser. Sta seduto sullo sgabellone dietro alla cassa per tutto il giorno e da li non si muove di un centimetro. Chi fa tutto, cioè chi lavora veramente, al bancone è quella "Santa Donna" della Mariuccia la moglie del Pierino. La Mariuccia è una donna d'altri tempi, ha 60 anni e ha una vitalità incredibile. Sempre con il sorriso sulle labbra e sempre pronta ad aiutare il prossimo. Sinceramente vado in questo bar non tanto per la bontà del caffè (per favore non ditelo alla Mariuccia potrebbe rimanerci male) ma per i commenti alle partite del campionato di calcio, commenti che definirei esilaranti. Però ultimamente al bar non si può più parlare di calcio il Pierino è in crisi e "stoppa" qualsiasi discussione. L'origine della sua crisi è da far coincidere con l'inizio della crisi della sua squadra del cuore il Milan. In questi anni il Pierino ha massacrato i tifosi di tutte le squadre ma soprattutto ha sfinito gli interisti. Il Pierino, infatti, tutte le volte che vede entrare nel suo bar un interista digrigna i denti ed ingoia malamente la presenza. Per ognuno di essi (gli interisti) ha uno sfottò personale. Sentirlo è uno spasso (il mio è:" PROF. con tutti i soldi che abbiamo speso per farla studiare ci è diventato interista! l'è minga pusibil!") è un poeta!. Ma torniamo al "Pierino's bar". In questo bar tutte le partite di calcio sono seguite, in silenzio religioso, tassativamente alla radio. Chi si trova all'interno del bar durante una partita o sta zitto o viene scaraventato fuori!! Non ci sono alternative! Durante le partite solo il Pierino può permettersi commenti ad alta voce e il suo preferito è: RE'TTEEE!! che il Pierino ripete ad ogni gol che segna il Milan e al termine della partita quando il Milan vince!(se vince!) L'altro giorno sono li, come tutti i giorni alla solita ora, al bar stò sorseggiando il mio caffè e sento confabulare il gruppetto degli interisti seduti al tavolino difronte:"non se la può cavare così, dobbiamo trovare il modo di fargli pagare tutte le prese in giro subite in questi ultimi anni e questo è il momento giusto!" Chi parlava era il MARIET(Mario). "Si ma coma possiamo fare?" chiedeva il gruppo. L'idea arrivò dal Giulio(soprannominato il filosofo per i suoi silenzi "parlanti"): "e se noi passando davanti alla cassa, uno alla volta, dicessimo ad alta voce: "RE'TTEEE". Un boato accompagnò il successo dell'idea. Il commento unanime:"il filosofo è un GENIO" Concordavo la trovata era geniale. E così fecero.Erano in tre.Uscirono dal bar rientrarono uno alla volta! Io mi pregustavo la scena. Passò il Mariet davanti alla cassa e disse: Rètteee! Passò il Giulio e disse Rètteee! Passò il Togn(l'Antonio) e disse Rètteee!! Tutti ridevano, tutti applaudivano uno spettacolo incredibile! Ma non era finita! Dal fondo della salone del bar si sentì una vocina di una bimba la NICO(Nicoletta),5 anni uno splendore di bambina, tutta capelli rossi, l'amore del nonno!! La nipote del Pierino! che urlava:"RE'TTEEEE- RE'TTEEE- NONNO RE'TTEEE!!!". Il Pierino si alzò dallo sgabello, lo sgabello cadde e il silenzio piombò nel locale e si sentì la fatidica frase:
"MARIUCCIA A VO DE LA' SE NO IN CO' A MASI QUAIDUN !!!"
14 novembre 2006
RUBRICA: ALLENATORE NEL PALLONE 4
47. "Trotta ragazzo trotta..." allenatore ad un esordiente. L'allenatorepensava di essere all'ippodromo.
48. "Tonio mi sembri Carla Fracci."allenatore ad un suo esordiente. Allenatore coreografo mancato;
49. "Vieni fuori testa di melangiana!" Allenatore ad un suo esordiente(12 anni). Allenatore esperto di...ortaggi..? Forse neppure di quelli!
50. "Amed insistisci, insistisci!" Allenatore ad un suo esordiente (12 anni). L'allenatore dovrebbe dare una ripassatina all'Italiano!
51. "A livello spaziale sei un disastro!" allenatore ad un suo esordiente (11 anni). Allenatore esperto di voli nello spazio;
52. "Non vi dico più niente, altrimenti mi denunciano al telefono azzurro!" Allenatore ad un suo esordiente. Ecco bravo stia zitto!!
53. "Ma finiscila, ma finiscila, ma finiscila che mi hai rotto!!" Allenatore ad un suo esordiente (12 anni). Lui ha rotto e dovrebbe finirla!
54. "Dai ragazzi tutti per tutti e uno per uno!" allenatore alla propria squadra di esordienti. Le parole sono quelle giuste ma dovrebbe riordinarle!
55. "Voi di encefalo ne avete piatto!" allenatore alla propria squadra di esordienti. Allenatore neurologo mancato per mancanza di encefalo!
56. "Non siamo venuti qui per fare mao mao micio micio!" allenatore alla propria squadra di esordienti. Ma neppure per sentire queste... dall'allenatore!
57. "Taglia il campo e vai dentro!" allenatore ad un suo esordiente (12 anni). Allenatore che taglia corto!
58. "Dobbiamo essere volenterosi, volenterosi, dai ragazzi volenterosi" allenatore alla propria squadra di esordienti. A fare che...?Ma..? Che vuoi dire?
59. "Hai piedi quadri!" allenatore ad un proprio esordiente. Allenatore esperto d'arte o semplicemente un allenatore che deve contare fino a dieci e poi stare zitto...?
60. "Sul primo palo, Anto spara sul primo palo!!" risponde il bambino (undicenne): "a mister non c'ho mica il mirino!!" Ogni commento è superfluo!